La Famiglia Fang, con Nicole Kidman e Christopher Walken, un’indagine sul fare arte e sulla precarietà degli equilibri famigliari.
«Pensate che vi abbiamo danneggiato. Va bene. I miei genitori hanno danneggiato me, i suoi genitori hanno danneggiato lei. Se avrete bambini, li danneggerete. È quello che fanno i genitori. E allora?»
Jason Bateman porta sul grande schermo la storia della Famiglia Fang, romanzo d’esordio di Kevin Wilson (2011). Nel 2011 la Blossom Films, compagnia di Nicole Kidman, aveva acquistato i diritti sull’opera e nel 2013 Jason Bateman inizia a lavorare al progetto. Protagonisti gli stessi Nicole Kidman e Jason Bateman, con Christopher Walken (New Rose Hotel,La zona morta) -che torna sul set assieme alla Kidman dopo La Donna Perfetta– e Maryann Plunkett (Il calamaro e la balena). Nel 2015 viene presentato in anteprima al Festival di Toronto.
La storia è quella di una famiglia di artisti. I genitori, Caleb e Camille Fang, sono diventati famosi nel corso degli anni per le loro performance pubbliche in cui elemento centrale è il coinvolgimento dei figli, Annie e Baxter, fin da neonati – prima in maniera più spontanea, naive, e poi, via via, in maniera sempre più teatrale e articolata. Dadaismo, situazionismo, performance art: un percorso, quello dei coniugi Fang, che divide anche il mondo della critica; buffoni? Innovatori? Geni? Pagliacci?
«I Fang sono la famiglia dei trucchi. Voglio dire, anche se non ti piacciono le loro performances, non si può negare la loro artisticità! – Ma la domanda è: sono geni o ciarlatani? – Loro stanno cambiando il modo stesso di fare arte. Prendono tutto ciò che è arte e lo sovvertono nello stesso tempo».
Per i figli inizialmente è un gioco, sono attori e complici con i genitori, ma man mano sempre più consapevoli dei loro ruoli (la bambina A. e il bambino B.) fino a quando qualcosa si rompe. I figli abbandono il gioco. Lei diventa attrice, lui romanziere. I genitori da lontano continuano la loro parabola artistica, ma la crisi creativa è evidente. Dopo anni le loro storie, causa una “fortuita” disgrazia si intrecciano nuovamente fra tensioni e dissensi. Un giorno Caleb e Camille scompaiono. La loro auto viene ritrovata abbandonata sul ciglio di una strada isolata, gli interni sporchi di sangue. Un serial killer è ricercato per omicidi che presentano lo stesso modus operandi. Ma Annie non ci crede: è convinta che quella sia solo l’ennesima performance dei bizzarri genitori. Un’ultima folle messa in scena architettata dal padre, cocciuto e macchiavellico. Il fratello invece, Baxter, è rassegnato, per lui sono morti davvero, e se non lo fossero sarebbe anche peggio. Per i due fratelli inizia così una viaggio alla ricerca dalla verità.
Vita e arte. Quali sono i confini? Su questo riflette La Famiglia Fang in una delicata analisi famigliare che ricostruisce attraverso i flash back dedicati alle performance che hanno reso famosi nel campo dell’arte i coniugi Fang, ma che hanno devastato psicologicamente i loro figli cresciuti come appendici artistiche e marionette. Quali gli effetti collaterali? Quali i limiti del gesto artistico?
«Noi mettiamo la nostra vita nell’arte e l’arte nella vita. Diventano intercambiabili. – Pensa che ci sia un’altra arte capace di farlo? – No, le arti immobilizzano i momenti della vita, non li fanno vivere».
Un crudele e avvincente ritratto di famiglia.