Sino all’8 gennaio 2017, alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, una selezione ricercata di libri e cimeli svela influenze, amicizie e interessi della leggendaria couturier.
In una Venezia che si è ormai arresa alla luce pallida dell’autunno, Ca’ Pesaro ha inaugurato la mostra Culture Chanel – La donna che legge, settimo capitolo di un progetto espositivo internazionale e itinerante che, dal 2007, propone inedite prospettive sulla storia, la cultura, l’immaginario di Coco Chanel e della casa di moda da lei fondata agli inizi del secolo scorso.
Con la curatela del critico d’arte Jean-Louis Froment, in collaborazione con la direttrice dei Musei Civici di Venezia Gabriella Belli, l’edizione veneziana dell’esposizione è stata costruita attorno ai libri che Gabrielle Chanel leggeva, agli oggetti di cui si circondava nel suo appartamento parigino al 31 di rue Cambon; agli artisti, i poeti e gli intellettuali con cui amava conversare e intrattenersi e che contribuirono a nutrire la sua sensibilità artistica e a definire il suo straordinario universo estetico.
Al secondo piano del palazzo seicentesco sul Canal Grande, la mostra si apre su un ambiente reso intimo e raccolto da un’elegante illuminazione soffusa. Pareti d’oro bizantino citano il celebre appartamento a Parigi di Coco e dichiarano la passione della couturier per l’arte sontuosa e regale dell’antica Costantinopoli e della Venezia ottomana. Teche trasparenti concedono allo sguardo del visitatore, come fossero sacre reliquie, libri ordinati in fila o lasciati aperti su pagine significative o su dediche private che rivelano gli amori e le amicizie della stilista: da Jean Cocteau a Pierre Reverdy, da Max Jacob a Picasso, sino ai Dadaisti.
Nella sala introduttiva, un manoscritto autografo definitivo della Madame Bovary di Gustave Flaubert – prezioso prestito della Biblioteca Municipale di Rouen – istituisce un parallelo tra l’eroina flaubertiana e Gabrielle Chanel: per entrambe, la letteratura era il luogo privilegiato dei vagheggiamenti e dell’immaginazione, di quella “vita che sogniamo”, di cui Coco scrive in un appunto autografo, esposto tra una fotografia che la ritrae assopita con un libro in mano e un’Annunciazione degli inizi del XV secolo, proveniente dal Museo Correr di Venezia.
Sono 4 le sezioni attraverso cui si sviluppa l’ordito dell’esposizione e circa 350 i pezzi in mostra, tra libri, lettere, materiale d’archivio, fotografie, dipinti, disegni, oggetti d’arte, gioielli, abiti e profumi. Ognuno è una traccia, un segreto, un indizio che rivela ricordi, influenze, viaggi, passioni, credenze, superstizioni e simboli di Coco Chanel.
Gli anni dell’infanzia trascorsi nell’orfanotrofio dell’Abbazia di Aubazine, l’interesse per l’astrologia e l’ossessione per la numerologia, il fascino su di lei esercitato dall’arte classica, dai balletti russi, dal Rinascimento, si stratificano nel salone centrale, mentre un’accurata selezione di abiti firmati Karl Lagerfeld – storico direttore creativo della maison -sottolinea la continuità tra passato e presente, tra innovazione ed eredità del talento, della personalità e dell’immaginario di Coco Chanel: la confidente di artisti e poeti, la collezionista, la donna che legge.
Informazioni utili
Culture Chanel – La donna che legge
sino all’8 gennaio 2017
Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Santa Croce 2066, 30135 Venezia