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David Bowie: tutte le sue passioni in asta da Sotheby’s

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Fra un mese, il 10 e l’11 novembre, la collezione di David Bowie andrà all’asta da Sotheby’s. Non è un avvenimento qualsiasi, e non solo perché lì in mezzo, fra le 380 opere radunate a New Bond Street per essere battute al miglior offerente, ci sono grandi pittori dell’arte contemporanea e qualche capolavoro, ma perché, soprattutto, potremo cogliere lo sguardo sul mondo di uno degli artisti più controversi del Novecento.

Il valore della sua collezione che comprende quadri, sculture, stampe, fotografie e oggetti di designer, è stimato sopra i dieci milioni di sterline, anche se «Air Power» di Jean Michel Basquiat, uno dei maggiori esponenti del graffitismo americano, morto a 27 anni per un’overdose di eroina, può raggiungere da solo i tre milioni e mezzo.

Jean-Michel Basquiat - Collezione Bowie
Jean-Michel Basquiat
1960 – 1988
AIR POWER
signed, titled and dated 1984 on the reverse
acrylic and oilstick on canvas
167.5 by 153cm.; 66 by 60¼in.Estimate 2,500,000 — 3,500,000 GBP

Mancheranno dei pezzi di particolare significato che la famiglia ha deciso di tenersi, ma ci saranno ugualmente quasi tutte le sue passioni, raccolte attorno al corpus principale rappresentato da circa 200 opere di artisti inglesi come Graham Sutherland, Henry Moore, Damien Hirst (forse il suo preferito), Simon Hucker e quel Frank Auerbach che racconta nei suoi dipinti la vita nelle strade di Londra, in un contesto suggestivo al quale non era estraneo lo stesso David Bowie, pittore mica tanto dilettante, visto che nel 1996 aveva esposto pure alla Biennale di Firenze, alla Leopolda, con una installazione singolare dai vaghi richiami di fantascienza (un’altra delle sue passioni), composta da un manichino/robot impiccato a una scatola contenente un ufo luminoso, immerso in un ambiente scuro e ovattato.

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Il Duca Bianco aveva tenuto abbastanza nascosta questa sua passione per l’arte fino a metà degli anni Novanta, quando aveva cominciato ad esporre in qualche galleria di Londra e a rilasciare interviste come quella concessa al New York Times nel 1998 in cui ammetteva di aver desiderato «di possedere solo l’arte. L’arte è stata per me un continuo nutrimento. La uso. Condiziona il mio stato d’animo sin dal mattino. La stessa opera d’arte può influire su di me, in modi diversi a seconda di come io mi accosto a essa».

In realtà, il grande musicista, nato a Brixton, Sud di Londra, nel 1947, e morto nel gennaio di quest’anno per un tumore al fegato, si dilettava con la pittura sin dagli Anni 70, subito dopo aver conosciuto Andy Warhol nella leggendaria Factory della Grande Mela. La sua pittura, come riporta il sito Imago, «era violenta e materica, di matrice espressionista, sul solco delle opere di Kirchner, fino a ricordare in altri episodi l’Art Brut di Jean Dubuffet o il linguaggio di Jean Michel Basquiat», abbastanza in linea, direi, con la figura sfaccettata, molto controversa e polemicamente fantasiosa del personaggio.

Da allora, David Bowie ha cominciato a collaborare pure con riviste specializzate, come Modern Painters, per la quale oltre a scrivere una entusiasta recensione di 5 pagine sull’arte africana contemporanea in occasione della prima edizione della Biennale di Johannesburg, ha realizzato numerose interviste ad artisti più o meno affermati, da Jeff Koons a Damien Hirst e Tracy Emin. Ed è in questi anni che ha cominciato a crescere la sua collezione. Molti pittori inglesi, cronisti di strada, ma non solo. Amava Leon Kossof, ma soprattutto Frank Auerbach, del quale fra gli altri va all’asta Head of Gerda Bohem, che era una delle sue opere preferite, che adesso sarà battuta per una cifra ben più di tre volte superiore a quella del suo acquisto, dalle 300 alle 500mila sterline.

Frank Auerbach - Collezione Bowie
Frank Auerbach
B. 1931
HEAD OF GERDA BOEHM
oil on board
44.5 by 37cm.; 17½ by 14½in.
Executed in 1965.
Estimate 300,000 — 500,000 GBP

Di Auerbach disse una volta, a proposito degli effetti quasi sculturei della sua pittura: «Trovo che questa sorta di bassorilievi sia un modo di dipingere straordinario. A volte non sono sicuro se ha a che fare con la pittura o con la scultura».

Fra i suoi preferiti non può certo mancare Basquiat, del quale aveva acquistato Air Power, nel 1996, dopo aver recitato nel film “Basquiat” di Julian Schnabel nelle vesti del suo amico Andy Warhol, comprandolo all’asta da Christie’s per 78,500 sterline (120, 122 dollari). Verrà messo all’asta per una cifra compresa fra i 2,5 e i 3 milioni di sterline.

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Però, l’artista per il quale aveva speso le parole più belle, quello che avrebbe voluto essere se avesse intrapreso questa carriera, è senza dubbio Damien Hirst: «Lui è diverso», disse una volta. «Rappresenta la mia idea di artista contemporaneo. Penso che il suo lavoro sia estremamente emozionale, soggettivo, legato alle paure personali, soprattutto la paura della morte che in lui è molto forte. Trovo le sue opere toccanti e per niente superficiali».

Fra gli altri, da Sotheby’s potrete ammirare il suo «Beautiful, hallo, space-boy», con una base d’asta da 250 a 350mila sterline. Lì vicino, nell’esposizione che Sotheby’s sta organizzando per mostrare i pezzi della collezione che saranno messi all’asta, ci troverete anche Harold Gilman con l’olio su tela Mrs Mounter del 1917 offerto con una stima da 150 a 250mila sterline, accanto a Gruppo di Famiglia di Henry Moore, che dovrebbe però essere battuto a una cifra inferiore. E poi troverete David Bomberg, Ivon Hitchens, Leon Kossoff e tanti altri.

Damien Hirst - Collezione Bowie
Damien Hirst
B.1965
BEAUTIFUL, SHATTERING, SLASHING, VIOLENT, PINKY, HACKING, SPHINCTER PAINTING
signed
household gloss on canvas
diameter: 212.5 cm.; 84in.
Executed in 1995.
Estimate 250,000 — 350,000 GBP

David Bowie non amava comunque solo i maestri inglesi contemporanei, anche se per loro aveva cercato di fare molto, soprattutto per i giovani, visto che la sua associazione, BowieArt, aveva persino un sito che si occupava di offrire visibilità agli artisti alle prime armi, raccogliendo numerose loro opere. Aveva stretto legami profondi con tutto quel mondo quasi bohemien della New York underground, come testimonia la sua amicizia con Tony Oursler, a casa del quale, – se ricordo bene -, in quella parte della città con le scale di ferro che salivano sulle mura scrostate di mattoni, aveva anche soggiornato per alcuni periodi, guardando i topi che correvano sui muri del soffitto.

Poi se è vero che gli piacevano molto i cronisti di strada, non disprezzava nemmeno alcuni paesaggisti, come John Virtue. Pensando alla tesi secondo la quale il fruitore di un’opera d’arte è semplicemente l’altra metà dell’artista che la crea, perché in fondo non ci sarebbe uno senza l’altro, la collezione di David Bowie rincorre questa sensazione, di un Duca Bianco sperduto nell’universo come l’Orlando Furioso di Ariosto alla ricerca del suo senno, fra le urla disperate delle correnti d’avanguardia e dell’arte ribelle. Bowie ha collezionato anche Outsider Art dell’Istituto Gugging di Vienna, un ospedale psichiatrico noto per la cosiddetta Art Brut, e poi arte surrealista e arte contemporanea africana, di cui era, come abbiamo visto, un grande intenditore. In mezzo, potrete scoprire anche il suo interesse per il design, Ettore Sottsass e Il Gruppo di Memphis.

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Di Sottsass va all’asta la credenza di Casablanca del 1981, fra le 4 e lei seimila sterline. Un altro oggetto italiano è il Radiofonografo Stereofonico di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, per Brionvega, del 1965, dalle 800 alle 1200 sterline. Nel music player di Achille Castiglioni potrete sentire la musica come la sentiva lui, il Duca Bianco. E magari scoprire che adorava John Lee Hooker, ma anche Strauss.

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SFOGLIA I CATALOGHI:

10 NOV 2016
LONDON | ore  19.00
Bowie/Collector – Part I: Modern and Contemporary Art, Evening Auction

11 NOV 2016
LONDON | ore 10:30 
Bowie/Collector – Part II: Modern and Contemporary Art, Day Auction

11 NOV 2016
LONDON | ore 16.00
Bowie/Collector – Part III: Design: Ettore Sottsass and the Memphis Group

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