A distanza di un anno, Tracce Temporanee, riconferma il suo impegno per la ricerca di nuovi spazi per l’arte.
Questa volta gli architetti Arianna Saveri e Stefano Lattanzi per Gravity studio, in collaborazione con Carlo Vignapiano e Elena Nicolini della Kill the Pig si sono dedicati ad un progetto di housing museale, trasformando in perfetto contenitore artistico la storica Villa Vara di Casal Palocco, a Roma, realizzata dall’Architetto Saverio Busiri Vici nei primi anni Settanta.
Protagonista assoluto è il rapporto tra arte contemporanea ed architettura attraverso il lavoro di Marco Tamburro.
Ad accogliere i visitatori, in primis, l’imponente intervento pittorico dell’artista sulla facciata principale dell’abitazione, una inconfondibile texture che porta con sé la firma dell’autore.
Dopo aver percorso il red carpet a testa in su ci si trova immersi in una spazio, che poco ha a che fare con i musei tradizionali, lo spazio, che si presenta quasi come un cantiere, accenna ad alcuni ambienti tipici delle abitazioni ma solo accennati da segni sul pavimento.
La sensazione di spaesamento svanisce non appena guardandosi intorno ci si trova immersi in una vera e propria retrospettiva con un’attenta selezione di opere di Tamburro: pitture, ceramiche raku, light box e sculture. Il tutto è rimasto in mostra solo quattro giorni, dal 6 al 9 ottobre, nel rispetto della natura stessa del progetto Tracce Temporanee, da sempre pensato come passaggio temporaneo dell’arte, appunto.
Negli ultimi giorni la villa sta nuovamente cambiando aspetto preparandosi ad accogliere i nuovi inquilini.