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Addio a Luigi Caccia Dominioni, protagonista dell’architettura milanese

Luigi Caccia Dominioni Luigi Caccia Dominioni
Luigi Caccia Dominioni
Luigi Caccia Dominioni (fonte: Maria Greco Naccarato – kitcheninthecity*)

102 anni. Milanese. Architetto, scultore, designer, urbanista. E’ morto Luigi Caccia Dominioni (Milano, 7 dicembre 1913 – Milano, 13 novembre 2016), uno dei grandi protagonisti dell’architettura milanese del dopoguerra. Avrebbe compiuto 103 anni il 7 dicembre, giorno di Sant´Ambrogio.

A Caccia Dominioni si devono molti degli edifici che hanno caratterizzato la ricostruzione di Milano, dalla sua casa di famiglia in piazza Sant’Ambrogio alla fontana di piazza San Babila. Suoi anche molti storici pezzi di design. Tra i suoi oggetti la lampada da terra Monachella (1953), la poltrona Catilina (1958), il piccolo mobile Casaccia (1962), il divano e la poltrona Toro (1973), fino alla panchina in metallo Monforte (1986).

Edificio per uffici in corso Europa 18-20, Milano. Foto di Paolo Monti.
Edificio per uffici in corso Europa 18-20, Milano. Foto di Paolo Monti. (wikipedia)

Visse la sua giovinezza nel cuore del capoluogo lombardo, nella casa di famiglia di piazza Sant’Ambrogio, luogo significativo anche per la sua carriera professionale. Si laureò in architettura al Politecnico nel 1936, poi aprì uno studio professionale con Livio e Piergiacomo Castiglioni, suoi compagni di studi. Sono di quegli anni le sue partecipazioni a diverse Triennali – alla VI nel 1936 con la mostra Priorità italiche in arte, alla VII nel 1940 con la presentazione del radioricevitore Phonola a cinque valvole – e ad alcuni importanti concorsi con significative soluzioni innovative.

 Luigi Caccia Dominioni
Luigi Caccia Dominioni

«Io sono un piantista: nel senso che sulla pianta ci sono, ci muoio, sia che si tratti di un palazzo per uffici che di un appartamento di sessanta metri quadri… Sono architetto sino in fondo e trovo l’urbanistica ovunque… In realtà l’appartamento è una microcittà, con i suoi percorsi, i suoi vincoli, gli spazi sociali e quelli privati. Mi sono sempre appassionato agli spazi piccoli e ho sempre dato l’anima per farli sembrare più grandi, ad esempio allungando i percorsi, contrariamente a una certa tendenza che tende a ridurli. L’ingresso diretto in soggiorno non lo amo perché non riserva sorprese, mentre il compito dell’architetto, io credo è anche quello di suscitare un succedersi di emozioni… I miei ingressi, le mie scale, persino i mobili sono soluzioni urbanistiche». (Luigi Caccia Dominioni)

Nel 1947 fondò assieme agli amici Ignazio Gardella e Corrado Corradi Dell’Acqua la «Azucena», ditta di produzione artigianale di arredi e oggetti di design, tra cui le famose maniglie da lui progettate.

Gli anni del dopoguerra lo videro impegnato in numerosi progetti legati all’edilizia urbana, caratterizzati dal rispetto delle esigenze rappresentative della nuova borghesia imprenditoriale lombarda.

Milano, edificio per gli uffici Loro e Parisini in via Savona 129 (angolo via Filippo Brunelleschi), costruito dal 1951 al 1957 su progetto di Luigi Caccia Dominioni. DescrizioneServizio fotografico : Milano, 1960 / Paolo Monti
Milano, edificio per gli uffici Loro e Parisini in via Savona 129. Servizio fotografico : Milano, 1960 / Paolo Monti

Chi è Luigi Caccia Dominioni?

Una brava persona, semplice, che cerca di lavorare bene.*

Alcuni esempi sono la sua casa di famiglia, Casa Caccia Dominioni in piazza Sant’Ambrogio (1947/50), l’edificio in piazza Carbonari (1960/61), il palazzo di Santa Maria alla Porta (1961), il palazzo delle Cartiere Binda (1966), il complesso residenziale a San Felice, con Vico Magistretti (1967/75), i condomini di via Nievo (1955), di via Massena (1958-63), di via XX Settembre (1958-64), di via Vigoni (1959), l’edificio in corso Monforte (1963-64), gli uffici Loro Parisini (1951-57), le cinque sedi per uffici in corso Europa (1953-59, 1963-66), la ristrutturazione interna della Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana (1966), il raccordo tra la chiesa di San Fedele e la Chase Manhattan Bank di piazza Meda (1969-70), la chiesa di San Biagio a Monza (1968), le chiese di Arenzano (1968) e di San Giuseppe a Morbegno (1988-1993), la sistemazione di piazza San Babila a Milano (1997). Trasferitosi nel Principato di Monaco nel 1975, vi costruì il grattacielo di Parc Saint Roman.

Milano, edificio per uffici in corso Europa 10-12. Servizio fotografico : Milano, 1978 / Paolo Monti
Milano, edificio per uffici in corso Europa 10-12. Servizio fotografico : Milano, 1978 / Paolo Monti

Ma lei che cosa pensa dell’architettura?

Vede, io ho un’idea mia dell’architettura, fatta come servizio, per fare case serie che nascano dall’interno, come un’automobile deve nascere dal telaio e dal motore e non dalla carrozzeria. Invece adesso si fa tutto l’inverso. Si fa la forma esterna e poi l’interno come viene viene. Insomma ecco, un modo proprio differente, un modo diverso di fare. Cioè io concepisco l’architettura come qualcosa che deve dare. Qui invece la prima cosa che si fa è la forma esterna, ci si costruisce il monumento. Comunque Milano resta una grande città, dove si sa lavorare e questa è cosa molto importante. Però è una città che rispetto a Parigi, New York, cosa vuole è come Pavia. Però, però Pavia è bella, è simpatica, piena di cose belle e importanti. E quindi tanto di cappello. (fonte: http://www.ioarch.it/buon_compleanno_luigi_caccia_dominioni-982-0.html)

* (fonte: http://www.ioarch.it/buon_compleanno_luigi_caccia_dominioni-982-0.html)

  • fonte http://www.kitcheninthecity.it/2013/04/09/una-mela-al-forno-e-il-gigi-caccia-dominioni/

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