Yo-Yo Ma e i musicisti della Via della Seta, in sala dal 24 novembre. Clip in esclusiva.
In occasione della serata di gala del Biografilm Festival 2016 è stato presentato agli ospiti uno dei documentari in concorso: Yo-Yo Ma e i musicisti della Via della Seta, del regista premio Oscar Morgan Neville (20 Feet from Stardom).
Il documentario -in arrivo ora anche nei cinema di tutta Italia, dal 24 novembre- segue il collettivo di musicisti del Silk Road Ensemble, fondato nel 2000 dal leggendario violoncellista Yo-Yo Ma (“I never committed to being a musician, I just fell into it”, dice in apertura lo stesso musicista) grazie al suo desiderio di comunicare con il linguaggio della musica, per fondere più voci e costruire un’espressione tanto particolare, sì, tuttavia in grado di diventare universale, proprio perché concepita come comunicazione; come arte non elitaria, ma aperta a tutti.
“Il potere universale della musica unisce i popoli oltre i limiti geografici, come una moderna Via della Seta”.
La missione dei musicisti che fanno parte del collettivo è proprio dar voce a questo potere. Indimenticabile è la frase pronunciata proprio da uno dei musicisti, in occasione del ricordo della tragedia dell’11 settembre: “Eravamo a un punto delicato, dovevamo scegliere. Avremmo potuto essere tutti nemici, ma abbiamo scelto la musica”.
In Yo-Yo Ma e i musicisti della Via della Seta, per raccontare quest’esperienza singolare e la quotidianità di un gruppo così eterogeneo, l’acclamato documentarista sceglie di concentrarsi sulla vita di alcuni dei musicisti: dalla cinese Wu Man, che suona un bizzarro strumento chiamato ‘pipa’, a Kayhan Kalhor, compositore e musicista iraniano e uno degli ultimi rimasti a suonare il Kamancheh, o ancora Kinan Azmeh, suonatore di clarinetto siriano impegnato anche nell’educazione alla musica dei più piccoli, o Cristina Pato, artista della cornamusa simpaticamente definita ‘la Jimi Hendrix della Galizia’.
Soggetti infinitamente lontani fra loro, provenienti da mondi estremi e opposti ma accomunati da una grande passione e dalla costante ricerca di ‘qualcosa che dia loro un senso’, come annunciato dallo stesso Yo-Yo Ma.“Incredibili vicende umane e politiche, singolari strumenti e una grande utopia sono gli ingredienti di un film trascinante”, leggero ma non superficiale, che sfrutta il fascino folkloristico dei suoi protagonisti e dei loro colori, delle loro tradizioni, sociali e familiari, culturali e politiche; un film, Yo-Yo Ma e i musicisti della Via della Seta, che -come i volti di cui racconta- si astiene dal giudicare, ma non rinuncia a mostrare l’amarezza; che non insegna, ma stimola l’apprendimento. E lo fa, come i suoi protagonisti, scegliendo consapevolmente.