L’Università Iuav di Venezia esplora gli “sconfinamenti” nelle arti visive e plastiche di uno dei grandi maestri dell’architettura del Novecento. La mostra sarà visitabile sino al 24 novembre.
Nel 1987, al Museo Correr di Venezia inaugurava una mostra dal titolo Le Corbusier pittore e scultore. A distanza di quasi trent’anni, ritorna in laguna una selezione di opere figurative originali del grande architetto svizzero, con la mostra Sconfinamenti. Opere di Le Corbusier allo Iuav di Venezia, aperta al pubblico lo scorso 10 novembre, nello spazio Gino Valle dell’ex cotonificio veneziano di Santa Marta.
Le Corbusier dipingeva. Tutte le mattine, per sua stessa ammissione. Non si trattava di uno svago né di un esercizio di stile fine a se stesso, ma di un lavoro quotidiano, disciplinato, rigoroso, di indagine e sperimentazione delle forme. Non subordinato alla progettazione architettonica, semmai complementare, in quell’ottica di sintesi delle arti maggiori che caratterizzò il suo approccio al mestiere. Le Corbusier sconfinava – per riprendere il titolo della mostra – nella pittura, nel collage, nella scultura, per studiare le forme, verificare nuove logiche compositive ed equilibri cromatici, per poi tornare all’architettura e viceversa. Di questa pratica diventano un pretesto oggetti della quotidianità, come bottiglie, caraffe, un violino, ma anche simboli e figure, tra cui la mano aperta, il toro, il corpo femminile.
Curata da Esther Giani, in collaborazione con la Galerie Zlotowski, la mostra allo Iuav riunisce 23 opere – prestiti della galleria parigina – ordinate secondo un criterio tematico all’interno di ampie nicchie, in un ambiente oscurato. Sono disegni a china, nature morte dipinte con la tecnica del gouache, studi compositivi a pastello e grafite, collage di carte colorate e ritagli di giornale, datati tra il 1922 e il 1963, due anni prima della scomparsa dell’architetto. C’è anche una scultura in legno policromo, Ozon Opus I (1947), un totem di segni e forme organiche, che prende il nome dal paese dei Pirenei dove Le Corbusier si era ritirato nel secondo dopoguerra e dove ebbe occasione di collaborare con l’ebanista Joseph Savina.
Attraversando la sala espositiva, vengono in mente i linguaggi estetici delle avanguardie storiche del primo Novecento, in particolare il Cubismo di Picasso e Léger. Ma a smentire l’analogia e a dichiarare l’autonomia della sua ricerca, arriva la voce di Le Corbusier che, in un video documentario, afferma: “Niente ismi, faccio del lavoro.”
Organizzata nell’ambito delle celebrazioni del 90° anno di vita dello Iuav, con il patrocinio della Fondation Le Corbusier di Parigi e l’Alliance Française di Venezia, la mostra non poteva che concludersi con un’intensa giornata di studio, che si terrà il 22 novembre e vedrà la partecipazione – tra gli altri – della curatrice dell’esposizione Esther Giani e dell’architetto e docente universitario Franco Purini.
Informazioni utili
Sconfinamenti. Opere di Le Corbusier allo Iuav di Venezia
sino al 24 novembre 2016
Università Iuav di Venezia
Ex cotonificio, Dorsoduro 2196, Venezia