Dopo il successo della trasferta milanese dello scorso giugno della casa d’aste genovese Wannenes, è in arrivo il secondo appuntamento meneghino con l’Arte moderna e Contemporanea in calendario per il 24 novembre presso la Sala Carroponte di Open Care. Abbiamo chiesto all’esperto Massimo Vecchia, che con Guido Vitali ha curato il catalogo, di raccontarci le opere in asta.
Dopo l’ottimo debutto milanese dello scorso 9 giugno – che ha visto un incasso di 733.484 euro – è in arrivo il secondo appuntamento milanese con i moderni e contemporanei. Vi aspettate nuovamente uno dei migliori risultati per il dipartimento?
Abbiamo cercato di confezionare un’asta boutique per appassionati, operatori e collezionisti colti. È un viaggio nell’arte del ‘900 che racconta tante eccellenze italiane e qualche maestro dall’estero. Tengo molto che i collezionisti vengano a visitare l’esposizione personalmente – in questi giorni è sempre aperta presso Open Care – Frigoriferi Milanesi – perché è dal vivo che queste opere danno il meglio. Abbiamo realizzato un catalogo curato in ogni dettaglio e un allestimento che permette ad ogni opera di risaltare e contemporaneamente di dialogare con le altre. Siamo convinti che il lavoro serio e attento, che dedichiamo sia alle opere che ai collezionisti, possa darci ancora molta soddisfazione.
Scheggi, Melotti, Baj e Dufy: sono alcuni dei top lot del catalogo, ci puoi illustrare queste opere?
Comincerei dallo straordinario ottone di Fausto Melotti del 1962, Poesia (lot 28), in vendita con una stima compresa tra i 180.000 e i 240.000 euro. Si tratta di un lavoro estremamente iconico nella produzione dello scultore. Ondulazioni e spazi declinati secondo leggerezza e ironia tradiscono da un lato l’eredità dei Mobile di Alexander Calder, dall’altro quella dell’opera surrealista di Alberto Giacometti, con le sue gabbie sospese come palcoscenici.
Come ha scritto la studiosa Francesca Pola “Poesia è opera germinale della nuova stagione creativa melottiana”.
Continua il nostro approfondimento nella plasticità di Paolo Scheggi, che è in asta con Inter-ena-cubo, del 1969 (lot 27). Moduli di cartone azzurro fustellato e plexiglass, proveniente dalla prestigiosa e storica Galleria del Naviglio di Milano. L’opera è proposta con una stima di 35.000 – 45.000 euro, un prezzo concorrenziale per chi desidera iniziare a collezionare questo importante artista. La prima metà del ‘900 è illustrata nelle romantiche imbarcazioni sul lungo mare di Nizza, protagoniste dell’olio del 1929 di Raoul Dufy (lot 62) in vendita con una stima di 70.000 – 90.000 euro ed un nutrito corpus bibliografico, è un artista che appare raramente sul mercato italiano. Abbiamo voluto inserire anche Baj, Animale, un’opera del 1955 da considerare per qualità e stima.
Torna Carol Rama, dopo il super record dello scorso giugno di 99.200 €. C’è attesa anche per l’opera di questa vendita?
L’attenzione nei confronti di Carol Rama è alta, lo dimostrano gli interessi di diversi player internazionali che hanno iniziato a trattarla. La presenza alle Italian Sales londinesi ne è solo un’ulteriore conferma. Si tratta di una grande artista. Complice una rivalutazione accademica di ampio respiro, le manifestazioni di gallerie private e musei pubblici dedicati a Carol Rama sono numerose. La prestigiosa galleria Dominique Lévy ha recentemente avviato una collaborazione esclusiva con l’Archivio Carol Rama per gli Stati Uniti e il Regno Unito, l’accordo prevede una partnership anche con la Isabella Bortolozzi Galerie di Berlino, che continuerà a rappresentare l’artista in Europa.
In asta noi presentiamo un interessante lavoro del 2002, Prove a carico (lot 19), caratterizzato dalle sue gomme su tela, ed una carta del 1996 (lot 12); entrambe stanno riscuotendo apprezzamenti ed interesse.
Avete già riscontrato interesse da collezionisti? Più italiani o più stranieri?
Onestamente dipende dai lotti. C’è una clientela internazionale che ha già iniziato a corteggiare ad esempio i Perfect Vehicles di Allan McCollum, come pure Carol Rama e il Dufy. Gli italiani sono più propensi al dopoguerra di casa nostra, che tra l’altro offriamo a cifre estremamente interessanti. Sul Melotti l’interesse è globale, stiamo parlando di un’opera di alto livello, museale, dal curriculum difficilmente eguagliabile fin dalla sua realizzazione.
Cosa puoi raccontarci delle opere di Santomaso e Scanavino?
L’olio di Scanavino vorrei innanzitutto lo vedeste dal vivo. È un lavoro di dimensioni importanti, in perfetto stato di conservaizone, particolare, elegantissimo. Non a caso arriva dalla prestigiosa collezione Malabarba, che già rappresenta un’importante garanzia. Il Santomaso invece è un quadro del 1973 (lot 40) molto leggero, etereo, dove gli azzurri e i grigi si incontrano in una composizione estremamente moderna, è il momento in cui l’artista supera l’Informale dei due decenni precedenti.
Schifano, Angeli, Festa, Fioroni. Il mercato degli artisti della Scuola di piazza del Popolo continua a tenere? Quali prospettive future?
Come avrete notato si tratta di artisti che cominciano ad essere commercializzati, permettetemi di aggiungere finalmente, anche nelle grandi vendite internazionali. La questione è cercare di scegliere il pezzo giusto, con attenzione alla qualità, al soggetto, all’anno. Come accennavo prima, abbiamo cercato di selezionare a fondo le opere in asta, non abbiamo presentato un catalogo semplicemente numeroso, sono convinto che i collezionisti seri apprezzeranno lo sforzo. Le tre opere di Schifano, in particolare, realizzate nei primissimi anni ’70, sono particolarmente interessanti per la tecnica e il soggetto (lotti 30, 31 e 32).
In catalogo una selezione di disegni di Baruchello, fresco di record nazionali e internazionali, e Pino Pinelli. Come sta andando il loro mercato?
Entrambi in maniera diversa hanno segnato l’arte del secondo ‘900, dagli anni ’60 in avanti, pur con declinazioni differenti. Di Baruchello si è detto molto negli ultimi due anni, l’interesse di grandi gallerie e le mostre pubbliche (alla Triennale di Milano per esempio) stanno confortando un mercato a lungo dimenticato (lotti 49-52). Pinelli è un maestro della materia, non sarebbe potuto restare a lungo in disparte, e il mercato se n’è accorto, come pure le grandi istituzioni internazionali (lotti 53-56).
Scorrendo il catalogo troviamo alcune opere di artisti italiani della generazione di nati dagli anni Sessanta, come Luca Pignatelli, Federico Guida o Cristiano Pintaldi.
Non è solo una questione di mercato, credo sia necessario proporre lavori di artisti veramente contemporanei, ma ancora mid-career. In fondo si tratta di un’asta di arte moderna e contemporanea, quindi spazio agli artisti più storicizzati ma anche a chi ha già all’attivo una nutrita serie di mostre ed è presente in grandi collezioni ma ha ancora molto margine di crescita e rivalutazione nel mercato.
Rispetto all’asta di giugno, avete inserito più artisti stranieri? Come mai?
Cerchiamo di proporre opere destinate alle collezioni più diverse, senza fare distinzioni di nazionalità. Credo che il fil-rouge dell’asta sia piuttosto netto e l’arte di qualità non ha passaporto.
Su quali nomi dovrebbe puntare chi volesse iniziare una nuova collezione?
La domanda diventa personale…ma cercare di seguire le tracce dei grandi solitamente è un buon consiglio. Vedere come si stanno muovendo i mercanti più influenti e i collezionisti più esperti è sempre la strada migliore da seguire. Visitare le fiere più all’avanguardia come pure quelle più storicizzate, seguire la programmazione delle gallerie e delle istituzioni pubbliche e private è un must per chi vuole essere un collezionista nel senso più vero del termine.
Per questo novembre milanese, Wannenes si fa in due: arriva da Genova anche l’asta di Tappeti e Tessuti Antichi. Gli arazzi da investimento sono il Feuille de choux, decorato a grandi foglie; il Mille fleurs, a minuti disegni di fiori ed erbe su fondo scuro; i piccoli arazzi medievali con scene cortesi.
Gli arazzi Feuilles de choux (verdure a foglie verdi) di manifattura fiamminga, evocano il mondo fiabesco dell’Eden perduto. Erano pensati in serie o come singoli esemplari per i nobili, che li acquistavano per arredare in modo accogliente alcuni ambienti delle loro residenze principesche. Sono classificabili a seconda dei tipi di piante rappresentate, oppure in base alla presenza di elementi figurativi e faunistici, felini, draghi, grifi e unicorni, tratti liberamente dai “bestiari” del tempo, con valore allegorico. La tecnica di tessitura utilizzava di consueto una catena di 5/6 fili a centimetro e una trama in lana, con scarso uso di filati in seta.
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ASTA 203 – TAPPETI E TESSUTI ANTICHI
24 NOVEMBRE 2016
ore 15:00
ASTA 209 – ARTE MODERNA E CONTEMPORANENEA
24 NOVEMBRE 2016
ore 19:00
sala Carroponte, Open Care
Via G.B. Piranesi 10
20137 Milano
ESPOSIZIONE
21 – 24 NOVEMBRE 2016
10.00 – 18.00