È il 1952, Arnaldo Pomodoro (1926 Montefeltro) inaugura la propria esperienza creativa nel mondo della scenografia ed oreficeria -nonostante l’interesse maturato per la disciplina architettonica- unendosi al fratello Giò Pomodoro e a Giorgio Perfetti nel Gruppo delle 3P. Due anni più tardi si trasferisce a Milano, città la cui anima moderna molto erediterà dalla produzione dell’ormai emergente scultore e che oggi lo celebra nell’anniversario dei suoi 90 anni.
La città è legata indissolubilmente al nome di Pomodoro fin dai primi anni ’70, quando il Grande disco -di ispirazione leonardesca e vitruviana- viene eretto nella sua sede permanente, piazzale Meda. Da allora l’artista ha collocato numerose sue opere nelle piazze e cortili milanesi.
A questi numerosi interventi si aggiunge il nuovo volto dato alla Sala d’Armi del museo Poldi Pezzoli. Pomodoro ritorna nelle sale della casa museo in occasione delle celebrazioni, esponendo sedici modellini scenografici. Nella costruzione di questi spazi teatrali visionari -scaturiti da una creatività senza limite alcuno- riemerge quell’indole d’architetto con la quale l’artista si è sempre confrontato nella realizzazione delle sue opere.
Cuore pulsante delle celebrazioni diffuse nella città è la mostra antologica, che trova sede nella splendida cornice della Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale. Allestita con la collaborazione della Fondazione Arnaldo Pomodoro, l’esposizione ripercorre cronologicamente l’evoluzione dello stile dell’artista, dai primi bassorilievi -in cui si coglie l’influenza dichiarata di “Klee, mio maestro“- alle celebri sfere, i veri pomi d’oro scavati o solo scalfitti nella loro superficie, risalenti alle sperimentazioni degli anni ’60.
La mostra si divide in sei segmenti, ognuno dei quali identifica un periodo e un pensiero da cui emergono le opere, come fossero naturale conseguenza di quella poetica di distruzione, di negazione della forma, che Pomodoro applica ai diversi solidi.
Si indaga dunque il processo di duplice esaltazione del vuoto, che l’artista ha sempre applicato nei suoi lavori. Il vuoto che è assenza dell’arte, nel momento in cui l’opera non esiste ancora (se non nella mente e nel progetto) ed il vuoto che è scaturito al termine del processo di deterioramento della forma perfetta, ma che esiste solo come incastonato all’interno della forma, rivelata infine come oggetto d’arte.
“Si trattava sempre, per me, di una distruzione attuata progressivamente con una stessa dea continua: di pieni e di vuoti opposti e interni ai pieni (…). La materia era il bronzo: operavo classicamente, ripeto, con un negativo di legno e terra (che poi il gesso realizzato capolgeva)” – Arnaldo Pomodoro.
Non è però un caso che la mostra antologica sia ospitata in questa stanza. Era il 1953 quando nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale fu esposta la celebre Guernica di Pablo Picasso. Arnaldo Pomodoro fu uno dei visitatori folgorati da quell’incredibile evento. Mentre il murale condannava l’attacco tedesco alla città spagnola, le pareti della sala mostravano i danni dei bombardamenti degli alleati, ancora visibili. Ne scaturiva dunque in un unico grido anti bellico. A quel capolavoro dell’arte moderna, Pomodoro ha dedicato la sua Le Battaglie (1995), le cui dimensioni monumentali e lo stesso titolo concorrono a celebrare il lavoro di Picasso e tenere vivo il dialogo con la sala.
È proprio questa grande opera, presente in mostra, che chiude il percorso ospitato da Palazzo Reale, a cui si affiancano due interventi importanti: l’installazione Pietrarubbia Group -presente nella piazzetta d’ingresso al palazzo- e l’esperienza di immersione virtuale -ospitata nella sala antecedente la mostra- all’interno dell’opera labirintica di Pomodoro, ancora oggi visitabile ed ospitata nei sotterranei del QG di Fendi di via Solari, ex sede della Fondazione Pomodoro.
Gli eventi dedicati all’anniversario dell’artista proseguono con la mostra collaterale “4 progetti visionari”. Questa si divide nelle sedi della Fondazione dell’artista (via Vigevano 9) e della Triennale di Milano. I progetti, ciascuno con finalità e dimensioni differenti, descrivono perfettamente la profonda riflessione di Pomodoro su architettura, monumentalità ed ambiente.
“La scultura, a differenza della pittura, è un’operazione nello spazio, e non deve essere un monumento, ma un altro spazio in relazione con quello proprio dell’architettura” – Arnaldo Pomodoro.
LE FOTO DELL’ALLESTIMENTO di ARNALDO POMODORO alla Sala delle Cariatidi (Palazzo Reale, Milano) sono di BEATRICE CARDUCCI © | ARTSLIFE ©
Informazioni utili:
Palazzo Reale,
Piazza del Duomo 12,
palazzorealemilano.it
Fondazione Arnaldo Pomodoro,
Via Vigevano 9,
fondazionearnaldopomodoro.it
Triennale di Milano
Viale Alemagna 6,
triennale.org
Museo Poldi Pezzoli,
Via Alessandro Manzoni 12,
museopoldipezzoli.it
Dal 30 novembre 2016 al 5 febbraio 2017, Milano.