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All’inizio era il profumo. L’infinita potenza delle fragranze secondo Aldo Nove

aldo nove

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Raccontare il profumo, il linguaggio segreto che solo una fragranza può evocare. Il nuovo libro di Aldo Nove, edito da Skira, prova a svelare il mistero dell’aroma odoroso attraverso un percorso di “formazione olfattiva”. Una Storia personale, e universale, dei profumi, come recita il titolo. Intreccio di avvenimenti storici e mondi soggettivi. Tra le avventure di un bambino che diventa uomo immerso negli odori, oggetti di studio appassionato, e la storia del rapporto tra umanità e i profumi. Un percorso cronologico tra le varie epoche della storia del profumo in Occidente, accompagnato parallelamente dalla dimensione degli odori. Opportunità di scoprire se stessi. Un viaggio che è al contempo personale e di tutti, nello stupore e nei segreti del mondo che si dischiude alla nostra esperienza. Un po’ romanzo, un po’ saggio. Al centro: “il nostro senso più trascurato che è anche il più potente”, l’olfatto. Produzione e stimolo di piacere e conoscenza. Elemento su cui si sofferma il “senso” e il libro stesso: il profumo. Colui che “crea suggestioni”. Idea che evoca un contesto umano. Il rapporto che scaturisce tra esso e la parola. Figure retoriche come metafora, similitudine e sinestesia si sprecano.

Prima di Aldo Nove, solo Italo Calvino con “Sotto il sole giaguaro” del 1986. Lì si parlava di odori, qua si narrano i profumi. Elemento non accessorio ma, anzi, nostra espressione, biglietto da visita con cui parliamo di noi stessi. Il libro dello scrittore di Viggiù ripercorre la sua scoperta di un mondo pieno di magia, per arrivare a studiarne la complessità e il fascino potente quanto misterioso: il profumo della pelle di nostra madre, quello dei fiori che svelano la meraviglia della natura, quelli di un cane bagnato amico di infanzia. Ma anche profumi-piaceri che noi amiamo quasi morbosamente che teniamo gelosamente per noi perché disdicevoli da condividere con altri. L’autore confessa la bontà del profumo del letame. E qua si apre la sempiterna dicotomia tra naturale e non. Chimico e industriale da una parte, essenza distillata della natura dall’altra. Siamo in un mondo invaso da aromi di ogni “natura”, dagli “ingredienti” nel cibo alle fragranze più o meno odorose di ogni oggetto. Viviamo in un intrico di odori e profumi che ci ammalia e ci spaventa, dalla nascita alla morte, scatenando passioni irresistibili e paure ataviche. Ma non possiamo farne a meno. “Il profumo è una delle cose belle che abbiamo”.

Nascendo, non abbiamo ‘visto’ il mondo.

Lo abbiamo annusato.
L’odore del sangue.
L’odore della pelle di nostra madre che si distaccava da noi mentre iniziavamo il nostro viaggio nella vita.
L’odore del tempo, della finitezza.
Il naso che percepisce il distacco dal mondo prenatale, e il tatto che cerca la pelle della madre, nell’istante in cui smettiamo di essere parte di un tutto che ci ha contenuti e protetti, scivolando poi come tutti nell’imprevedibile avventura dei giorni, che attraverso gli odori immediatamente ci impegnamo a distinguere, per fare un mondo in cui esistere.”

aldo nove

Informazioni utili

All’inizio era il profumo
Storia personale, e universale, dei profumi
Skira

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