GIOVANNI PRINI. IN MOSTRA IL POTERE DEL SENTIMENTO IN DIALOGO CON LE OPERE DI BALLA E DEI SUOI AMICI ARTISTI
La mostra “Giovanni Prini Il potere del sentimento” ospitata presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma è in assoluto la prima mostra istituzionale dedicata allo scultore. Le precedenti mostre dedicate a Prini infatti sono sempre state di natura commerciale, ospitate in gallerie private. “Questa è la prima mostra che gli dedica un’istituzione pubblica, “ci tiene a precisare la curatrice dell’esposizione, Maria Paola Maino che ci accompagna lungo le sale- sezioni dislocate nei tre piani della Galleria. La prima domanda che le poniamo è il motivo per il quale la figura di uno degli scultori più interessanti del secolo scorso è rimasta in ombra per tanto tempo. “Prini non ha mai avuto fino ad ora una mostra monografica esaustiva neanche quando era in vita forse anche per il suo carattere mite, buono, per nulla arrivista. “
La prima opera che si può ammirare è Gli amanti , la splendida scultura in marmo conservata negli spazi della Galleria già prima dell’esposizione. Una posa e un linearismo tendente all’astrazione che risente del’influenza del Bacio di Klimt. Negli anni lo scultore realizzerà molte repliche di questa scultura, in differenti materiali e dimensioni, alcune delle quali presenti nell’esposizione.
“L’idea è quella di mettere in evidenza tutti gli aspetti dello scultore nelle varie fasi che ha attraversato, motivo per il quale abbiamo suddiviso la mostra in periodi“ spiega la curatrice mentre ci indica la prima sala tematica che rievoca il famoso “Salotto Prini” con i mobili in stile art noveau -disegnati dall’artista stesso- che gli eredi hanno gentilmente messo a disposizione. Un’accortezza questa, che crea un’atmosfera intima e inusuale per una galleria d’arte. Il salotto Prini era una sorta di punto di arrivo per gli artisti emergenti della capitale.
Qui si era trasferito l’artista genovese con l’allora fidanzata, poi moglie, Orazia Belsito, perchè in quel momento Roma era una città in pieno fermento artistico e culturale. Protagonisti dei famosi sabati a casa Prini saranno personalità del calibro di Balla , Boccioni, Severini, Sironi , Cambellotti e molti altri. Non solo sodalizi artistici suggellati da scambi di opere di artisti “furiosi” che scorgono all’orizzonte qualcosa di nuovo. Amicizie vere, fondanti, aiuti reciproci, che dureranno tutta una vita. Nella sala-salotto si possono dunque trovare una serie di opere in dialogo con quelle di Prini. Segnaliamo in particolare la tela Nello Specchio di Balla dove l’artista si riprende accanto ai coniugi Prini, vicino al poeta Max Vanzi. Saranno presenti altre opere di Balla così come di Sironi, Cambellotti, Xmenes , Severini e molti altri.
Dietro ogni tela c’è una storia e la curatrice Maino ce ne racconta una in particolare: “ Un’ opera interessante di questo salotto è quella di Severini intitolata Giovane ragazza in blu. Una sera l’artista aveva i pantaloni tutti strappati e quindi stava appiccicato al muro per non farsi vedere. Orazia gli porta una signora dall’aspetto abbiente. E davanti a lui la invita a fare un bel ritratto alla figlioletta dal giovane promettente pittore.” Un aneddoto indicativo dell’aiuto che i coniugi Prini elargivano agli artisti poco abbienti e del ruolo centrale di Orazia Belsito nel Salotto Prini e nella vita del marito. Lui era mite, amicale, di buon animo e lei una donna volitiva, decisa, indipendente, con una propria carriera intellettuale. Insieme si completavano. Una personalità molto forte evidenziata del resto, dalle numerose opere che il marito e i suoi amici artisti dedicano al suo volto.
Il percorso prosegue con la sezione dedicata ai temi del Socialismo Umanitario che ispirano la produzione scultorea dell’artista nei primi anni romani . Prini non era di certo un allegro artista bohémienne. La sua attenzione si rivolge alle vite umili, ai margini della città. Una serie di bronzi dunque si rifanno a questi temi come Gli Zappatori del 1903. Nella stessa sala, al centro, la bellissima Conca dei cavalli di Cambellotti, oltre ad alcuni carboncini, molto interessanti, vicini ad analoghi soggetti di Balla, di Boccioni, di Severini e di Sironi, anche se quelli di Prini hanno una matrice più impressionista.
Il simbolismo trascende nell’indistinto. Tuttavia, l’opera emotivamente più coinvolgente della sezione è il bronzo L’erba morta, la falce e i bimbi, 1902 – ancora sotto l’impronta bistolfiana- che unisce due temi fondamentali della sua produzione artistica, infanzia e spiritualità. Prini prende sul serio il mondo dei piccoli come se fosse uno dei temi del Socialismo Umanitario. Questo tema è ripreso anche al piano superiore della Galleria dove sono presenti una serie di sculture dedicate al mondo dell’infanzia come le celebri Gemelle Azzariti o il bellissimo Segreto dei bimbi del 1902. Chiediamo alla curatrice della mostra se c’è un’opera che la emoziona particolarmente e lei ci indica la bellissima scultura che Prini dedicò alla figlioletta Lisa, prematuramente scomparsa.
Salendo alla terza sala della galleria si accede alla sezione dedicata alle opere in linea con il “ Ritorno all’ordine” dopo la fine della Prima guerra mondiale. Le sculture di Prini sono sempre più grandi e sono evidenti le suggestioni dell’arte classica greca. In questa sezione due sculture in bronzo catturano l’attenzione : Idoletto, per la sua particolare bellezza e Torso, un nudo femminile forte ed erotico. Prini fu un artista a tutto tondo. Non solo scultore e pittore ma anche artigiano. Per lui non esistevano arti minori e si dedicherà con risultati eccezionali alla cosiddetta “Arte Applicata”. Ceramiche, oggetti e perfino giocattoli. Nelle ceramiche lo stile liberty viene abbandonato da tutti gli artisti a favore di un forte cromatismo. Il tema della rondine , dal forte simbolismo, è spesso presente nelle opere di questo periodo. Occorre ricordare che che Prini assunse la direzione di una famosa fabbrica di giocattoli e tra quelli presenti alla mostra, ci sono dei birilli che sono stati addirittura esposti nel 2012 al MoMa di New York nell’ambito di una mostra sulle arti decorative dedicate ai bambini. Completano l’esposizione una serie di schizzi preparatori , la corrispondenza con artisti vari e documenti fotografici .La forza del sentimento ci sembra davvero il miglior titolo per questa mostra intrisa di relazioni umane, denuncia sociale, dolcezza malinconica, angoscia esistenziale , Arte e vita.
La mostra (che come abbiamo già esposto è curata da Maria Paola Maino) è organizzata da Zètema Progetto Cultura e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; Archivi delle Arti Applicate italiane del XX secolo.
INFORMAZIONI UTILI
Mostra
GIOVANNI PRINI
Il potere del sentimento
Dove
Galleria d’Arte Moderna di Roma – via Francesco Crispi, 24
Per i portatori di handicap ingesso da via Zucchelli,7
Quando
21 dicembre 2016 – 26 marzo 2017
Anteprima stampa: 20 dicembre ore 11.00-13.00
Inaugurazione: 20 dicembre ore 18.00
Orari
Da martedì a domenica ore 10.00 – 18.30; lunedì chiuso
24 e 31 dicembre ore 10.00-14.00
L’ingresso è consentito fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura;
Biglietti
Intero € 7,50; Ridotto € 6,50
Biglietto unico comprensivo di ingresso alla Galleria d’Arte Moderna di Roma e alla Mostra. Riduzioni e gratuità per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Info060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00), www.museiincomune.it; www.galleriaartemodernaroma.it; www.zetema.it
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Erminio Pasquato