A Berlino l’avvento del nuovo anno porta con sé grandi novità. Dopo quattro anni la collezione di arte contemporanea di Christian e Karen Boros, allestita dentro a un bunker della Seconda Guerra Mondiale, ora trasformato in un museo d’avanguardia e noto con il nome di Sammlung Boros, si rinnova completamente.
L’esibizione presente sarà visibile fino al 23 gennaio e poi il museo rimarrà chiuso fino al 3 maggio per permettere l’allestimento di un nuovo ciclo di opere, che sarà tutto da scoprire e rimarrà per i prossimi quattro anni.
La storia del bunker scelto da Christian Boros come sede espositiva della sua collezione d’avanguardia è complessa e ha le sue radici nelle drammatiche vicende della Seconda Guerra Mondiale quando era utilizzato come rifugio dai bombardamenti per oltre quattromila persone, che purtroppo spesso morivano per mancanza d’aria (il bunker infatti non presenta finestre e anche dopo l’acquisizione di Boros non è stato possibile aprirne). Con la spartizione di Berlino fra Russi e Alleati questo edificio di cemento armato è stato dapprima utilizzato dalla DDR come prigione, poi come magazzino della frutta e infine, dopo la caduta del muro, si è trasformato nel club più esclusivo e trasgressivo del mondo: le sue spesse pareti insonorizzate si prestavano perfettamente per ospitare feste techno e fetish e ancora oggi sono visibili le stanze utilizzate come dark room.
Nel 2003 il bunker è stato acquistato da Boros, che lo ha convertito per ospitare le opere della sua collezione privata; Boros non ha avuto alcun dubbio, il bunker era il luogo ideale: cercava infatti un edificio da rinnovare, in linea con lo spirito dinamico e in evoluzione della città di Berlino.
La prima esposizione “SammlungBoros #1”, dal 2008 al 2012, ha attratto 120.000 visitatori in 7.500 tour per le 80 stanze che formano il bunker. La seconda grande esposizione “SammlungBoros #2” sta ora per volgere al termine con una affluenza quasi raddoppiata: il bunker è ormai diventato un appuntamento fisso per i visitatori di Berlino (tanto che la prenotazione per la visita guidata va effettuata un paio di mesi in anticipo) e un punto di riferimento per l’arte contemporanea.
L’ultima collezione si è concentrata su opere degli anni Novanta, dando spazio a diversi linguaggi. In particolare molte installazioni giocano con il suono, che cambia continuamente lungo i cinque piani del bunker: AlicjaKwade ad esempio ha creato delle piastre di acciaio curve per amplificare la particolare frequenza che si ritrova nell’universo, mentre Michael Sailstorfer, per realizzare la sua opera, si è ispirato alla realtà quotidiana che tuttavia viene capovolta: un albero appeso con i rami rivolti verso il pavimento striscia continuamente creando un suono stridente e fastidioso. L’albero lo ritroviamo anche al centro del lavoro di Ai Weiwei: è realizzato con diversi legnami provenienti dalla Cina e, alto sei metri,è schiacciato dalle pareti oppressive e grigie del bunker.Il contrasto è talmente stridente che l’opera si trasforma in un grido di ribellione per la libertà.
Gli unici a cui è stato chiesto di creare un’opera ad hoc per il bunker sono i due giovani artisti Awst&Waltherè, che dopo aver girovagato a lungo per i cunicoli labirintici del bunker per trarre ispirazione per il loro lavoro hanno notato un piccolo foro circolare in una parete, l’unica apertura verso l’esterno e mai notata prima di allora. In corrispondenza di questo buco hanno collocato una piccola freccia, mentre tutta la stanza intorno è stata riempita di tubi metallici, in contrapposizione con il vuoto del foro, che rendono difficile il passaggio del visitatore. I collezionisti sono rimasti piacevolmente colpiti da questa installazione creata appositamente per il bunker e hanno dichiarato che ripeteranno un’operazione simile anche per la prossima esibizione.
La lista degli artisti esposti a “SammlungBoros #2” è lunghissima, ventun nomi, ma certamente quello che trova maggior spazio è il fotografo Wolfgang Tillmans; inizialmente non apprezzato da Boros è oggi invece uno degli artisti da lui più amati. L’arte deve cambiaree impressionare, Boros ammette che spesso un’opera contemporanea è difficile da digerire a prima vista ma, una volta osservata a fondo, è poi impossibile non innamorarsi e, quando questo accade, l’artista che ha realizzato quell’opera deve essere monitorato da vicino.
Per questo motivo Boros acquista per lo più opere di giovani artisti, che può conoscere di persona e imparare ad apprezzare con il tempo. Si pone come vero mecenate e scopritore di talenti, e anche il mercato avvalla il suo intuito: dopo che l’opera di un artista è esposta nel bunker, il suo valore moltiplica (ricordiamo ad esempio il nome di Tracey Emin, ElizabethPeyton, John Bock).
Dopo le esibizioni precedenti, la curiosità per il terzo allestimento del bunker è massima. Christian Boros insieme alla moglie Karen sono consapevoli che le aspettative sono alte, ma certamente lo scenario del bunker ancora una volta sarà ottimale per accogliere l’arte contemporanea: il connubio tra la storia delle sue pareti e la modernità delle opere scelte è davvero suggestivo. Insomma attendiamo con fiato sospeso maggio 2017!
Informazioni utili
Sammlung Boros
(Bunker, Reinhardtstr. 2010117 Berlin-Mitte)
info@sammlung-boros.de
Office + 49 30 24 08 33 300
Prossima apertura maggio 2017
https://www.sammlung-boros.de/boros-collection.html?L=1