Venezia, Biennale d’Arte 2017. Dal 13 maggio al 26 novembre 2017
57esima Biennale di Venezia. Il 15 novembre 2016 Cecilia Alemani ha presentato il suo Padiglione Italia 2017. La scelta è ricaduta su tre artisti nati tra la metà degli anni Settanta e la metà del decennio successivo: Adelita Husni-Bey, Giorgio Andreotta Calò e Roberto Cuoghi.
Ecco chi sono i tre giovani artisti selezionati per rappresentare il nostro Paese alla prossima Biennale
Adelita Husni-Bey. Artista italo-libica classe 1985. Cresciuta tra Libia, Inghilterra e Italia, ora vive e lavora a New York. Da sempre è interessata alle tematiche dell’educazione, della sociologia e della pedagogia. I suoi lavori si fondano su un’idea di arte come impegno sociale. Si definisce lontana da un aspetto più tradizionale dell’arte contemporanea. Distante da un aspetto principalmente formale. Distante da un aspetto legato alla pittura o alla scultura. Dopo il diploma all’Accademia si avvicina subito ai movimenti attivisti. Adelita Husni-Bey è fin dall’inizio attratta dalla possibilità di trasmettere un’idea politica e sociale che andasse contro l’egemonia ideologica. Interessata a come trasmettere ideali alternativi attraverso l’arte. Una concreta voglia di uscire dalle questioni formali per accostarsi a quelle sociali e politiche. La sua volontà è quella di fare dei progetti che abbiano una funzione. Sostiene che gli artisti abbiano una responsabilità sociale e che il loro ruolo consista nel riportare a galla le memorie soppresse. Nel creare opere che abbiano un valore che vada al di là dell’oggetto estetico, attraverso una forza che abbia un significato nella contemporaneità. Un lavoro che non finisce solo nella sua rappresentazione.
Agency – Giochi di potere è il lavoro con cui ha vinto il premio della Quadriennale di Roma. Un videoreportage di un workshop svolto all’interno di un liceo della capitale italiana. Un gruppo di allievi ha impersonato cinque categorie professionali a confronto, trovandosi ad indagare le relazioni di potere durante un’ipotetica campagna elettorale.
Giorgio Andreotta Calò. Artista veneziano e residente ad Amsterdam. Classe 1979. È stato l’assistente di Ilya e Emilia Kabakov. Nel 2011 il suo lavoro è stato presentato alla 54° Biennale di Venezia curata da Bice Curiger. Nel 2012 ha vinto il premio Italia Arte Contemporanea al MAXXI e nel 2014 il premio New York del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
La dialettica innescata fra spazio e gesto artistico è la componente essenziale della pratica di Giorgio Andreotta Calò. Scultura, interventi site specific e azioni performative.
Le sue opere sono il risultato di una lunga riflessione seguita da una minuziosa ricerca di materiali e mezzi espressivi. Il suo punto di partenza è la scultura e la sua ricerca artistica ruota intorno ad essa. La scultura è il risultato di un processo di trasformazione. Gesto umano e naturale prolungato in un tempo e in uno spazio. Diventato oggetto che nella forma e nel materiale rappresenta l’ultimo step di modificazione della materia.
Così si formano le clessidre. Strutture in legno usate per ormeggiare le barche nella laguna di Venezia. Consumate dalla marea e dal movimento del traffico marittimo. Esse sintetizzano in forma massima la corrosione del legno piantato in acqua e soggetto al movimento di essa. Con le sue clessidre Calò interrompe e rivela la stabilità del tempo. Tempo che trasforma e altera forme preesistenti. Così i carotaggi, eseguiti nel 2014, rappresentano anch’essi la formalizzazione di una scansione temporale. Oltre che ad essere opere d’arte questi hanno anche uno scopo pratico – ottenere l’argilla da utilizzare nella lavorazione della ceramica. Un’argilla, estremamente compatta, chiamata caranto che è letteralmente il piedistallo sul quale poggiano le fondamenta della città di Venezia. I carotaggi di Giorgio Andreotta Calò sono disposti all’interno di gusci di plastica, un guscio che riprende la forma della conchiglia. Conchiglia come involucro, corazza, calco.
Le sue opere nascono dove nasce l’artista. Venezia. Sia che l’opera abbia la forma di una scultura o di un intervento ambientale, il tentativo è sempre ritrovare quel tempo, quella sospensione, quell’idea di scorrere. Ricercare l’atmosfera veneziana. Un continuo eterno ritorno.
Roberto Cuoghi. Il più anziano. Artista modenese classe 1973. Diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Brera. Metamorfico ed imprevedibile. Cuoghi si è affermato utilizzando un linguaggio artistico molto personale e riuscendo a lavorare con tecniche diverse – dalla fotografia al video, passando per pittura, disegno, scultura fino ad arrivare al suono. Sin dal principio dei suoi studi l’artista intraprende un percorso concettuale focalizzato sui temi della metamorfosi, dell’ibridismo e della fluidità identitaria.
A Roberto Cuoghi interessano le molteplici possibilità che può assumere la componente mitologica se estratta dal contesto del mondo conosciuto. Rilettura di antiche leggende. Identità ribaltata, deformazione, esplorazione del singolare. Lavora sulla sua persona e sul proprio aspetto fisico. All’età di 25 anni attirò l’attenzione del mondo dell’arte decidendo di assumere l’identità del padre. Si trasformò in un obeso sessantenne e per i successivi sette anni ricercò i modi e i gesti di una persona più anziana, liberandosi dall’incombenza di gestire la propria gioventù.
Trascorsi svariati anni, oggi Cuoghi ricopre il ruolo di artista più completo – sostituendo gli esperimenti del corpo con quelli della mente. Fa della metamorfosi la sua carta di identità artistica. La sua arte è un’infinita declinazione della sua personalità. La scultura è l’opera a cui ricorre più spesso. Personaggio principale delle sue ultime esposizioni – come l’ultima personale tenuta alla galleria di Massimo De Carlo – è Pazuzu. Pazuzu è un demone che gli antichi temevano ma che invocavano quale forza capace di proteggerli da influssi maligni ancora peggiori. Una scultura creata con funzione apotropaica, come un grande specchio capace di restituire paure che forse non sono poi così lontane.
Informazioni utili
57esima Biennale d’Arte
PADIGLIONE ITALIA
Dal 13 maggio al 26 novembre 2017
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