Arte Fiera, Bologna. Dal 27 al 30 gennaio 2017. Anche per questa edizione le logiche di mercato dominano ArteFiera, la prima della neo curatrice Angela Vettese. Tante opere di artisti storicizzati e ancora troppa poca sperimentazione. Un Contemporaneo di livello modesto a fronte di un ottimo (come di consueto) Novecento. Scarsissimo il numero di gallerie estere. Quindi, poca o nulla internazionalità. Il boom della Pop Art italiana sembra essersi già sgonfiato. Ottimi lavori di Arte Povera, Cinetica e Analitica. Ridotta ma interessante la sezione Fotografia. Tirando le somme, la rivoluzione tanto decantata del nuovo corso non c’è stata anche se sicuramente ArteFiera rimane la più importante fiera italiana.
La galleria Tornabuoni ha presentato un Michelangelo dipinto da Tano Festa nel 1968, accostato ad uno Schifano del 1979. Mentre la galleria Alessandro Bagnai si è focalizzata sulla produzione degli ultimi due decenni di quest’ultimo artista. Gli anni Ottanta e Novanta. Un periodo, a detta del gallerista, molto significativo ma ancora poco conosciuto. In queste opere la materia è densa e il gesto aggressivo. Le stesure di pittura arrivano a cancellare le immagini, lasciando emergere soltanto pochi elementi figurali. Negli stessi ambienti, in collaborazione con la Galleria Antonella Villanova, sono esposti una serie di gioielli realizzati da Monica Cecchi (tra il 2015 e il 2016) come omaggio all’artista italiano.
Molte gallerie hanno presentato ancora Lucio Fontana, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Paolo Scheggi & Co. Niente di nuovo. Ancora molta Arte Povera, qualcosa di già visto, ma anche pezzi parecchio interessanti. Come un sacco di Alberto Burri (datato 1952) con banconote su tela presentato sempre dalla galleria Tornabuoni.
La Galleria dello Scudo ha portato diversa Arte Informale con una selezione di belle opere di Emilio Vedova (datate 1954, 1959, 1987, 1988) e una tela di Gastone Novelli, Geometria carnale, del 1966. Interessante anche un’opera di Tancredi (in mostra ora a Venezia) datata 1959-60 e dal valore di €380.000. Continuando con l’esperienza del cubismo, filtrato attraverso l’informale, che si avverte nelle opere di Pietro Consagra. Da citare anche Marco Gastini con il suo uso istintivo del colore sommato all’impiego di elementi naturali.
Torbandena ha esibito un paravento di Giacomo Balla. Venduto appena aperte le porte giovedì mattina. La galleria Mazzoleni, invece, una tela dell’artista futurista con tanto di futur cornice datata 1919. Insieme a delle opere di Arte Cinetica di Vasarely.
La galleria Matteo Lampernico ha portato ad Arte Fiera, tra le altre cose, quattro opere di Giulio Turcato. Un’enorme (260×200) e rara tela gialla e arancione, intitolata Estensione, del 1986 (€120.000). Accompagnata da altre quattro (€22.000 l’una) di dimensioni più ridotte ma sempre con colori sgargianti.
La galleria Emilio Mazzoli ci fa sentire minuscoli di fronte ad un’opera gigantesca di Alex Katz. Mentre la galleria Mario Mazzoli di Berlino ha giocato con suoni, rumori e movimenti. Troviamo tre libri che respirano (Thinking I’d last forever, 2008) dell’artista tedesca Edith Kollath (€3’000 l’uno), accostati alle braccia meccaniche di Roberto Pugliese e alla scultura musicale di Michele Spanghero Ad lib. Opera che combina un macchinario medico per la ventilazione polmonare con delle canne d’organo, creando uno strumento musicale artificiale.
Rimanendo in termini di incontro tra tecnologia e arte citiamo Fabbrica Eos che presenta non solo un confronto tra queste due discipline ma il ponte verso una nuova visione e fruizione dell’arte. Un iperrealismo singolare dato dalla pittura di Fabio Giampietro (1974) arricchita dalla collaborazione con Alessandro De Vecchi (1980) – che realizza la versione digitale delle sue opere. Tele che, attraverso uno specifico tipo di occhiali, possiamo vedere in 3D. Lasciandoci trasportare in una realtà virtuale.
La OSART Gallery propone tre interessanti opere (€90’000, €50’000 e €45’000) dell’artista e architetto Shusaku Arakawa (1936 – 18 Maggio 2010). “Guardando un quadro di Arakawa cosa mi viene in mente? La mente” disse un giorno lo scrittore Italo Calvino, aggiungendo che la mente non potesse avere altri colori se non quelli di un quadro di questo artista giapponese.
Vi riportiamo l’opera The n°6 del 1969. Una tela su cui l’artista scrive Please think of your breathing while you look at this.
Montrasio Arte ha portato una particolare xerografia di Gianni Moretti (1978), intitolata Umbra e datata 2016. Opera in cui l’artista copre delle parti del corpo – definite aree di protezione – con una foglia d’oro (€1’4000).
La galleria P420 ha presentato delle opere di Irma Blank, il cui ambito di ricerca è la lingua, la scrittura e la parola. La parola sofferta e la parola negata. Resti di linguaggio, frammenti, sigle, abbreviazioni e riduzioni.
Una delle novità di questa edizione è la sezione dedicata alla Fotografia. Poca ma buona, solamente 9 gallerie. In uno spazio personalmente curato da Angela Vettese. Dove incontriamo anche un galleria milanese – Viasaterna. Hanno arricchito questa sezione uno spazio particolare dedicato alla fotografia e ai suoi temi più attuali con il programma di incontri che si sono svolti a cura di Stefano Graziani.
Concludiamo riportando i vincitori dei 4 premi assegnati da Arte Fiera:
Il Premio ANGAMC 2017 è andato a Carla Pellegrini Rocca, storica gallerista milanese che “ha saputo condurre un’intensa e interessante attività di ricerca nel campo dell’arte contemporanea internazionale”.
Il Premio Gruppo Euromobil under 30 è stato vinto dal duo di artisti The Cool Couple con l’opera General Krasnov’s Residence, Verzegnis #001 A/B, 2013.
Il Premio Videoinsight® 2017 è stato vinto dall’artista Fabrizio Passarella con l’opera Il Giardino Rabescato / The Arabesque-adorned Garden (Kitab al-Qalb), 2013-2016.
La sesta edizione del Premio Rotary Bologna Valle Samoggia per l’installazione creativa ha premiato la galleria P420 di Bologna con l’opera Porta Pittura dell’artista Riccardo Baruzzi.