Una serie di perquisizioni all’interno di alcuni appartamenti del Sud Italia ha portato gli agenti dell’Arma dei Carabinieri a scoprire quattordici dipinti che, secondo le indagini degli inquirenti, sarebbero collegati alla collezione di 125 quadri, già confiscati nel 2013 ed appartenenti al boss della ‘ndrangheta Gioacchino Campolo, già condannato a 9 anni di reclusione.
Il blitz, iniziato nella casa di un sessantatreenne nella provincia di Reggio Calabria, ha dato subito risultati positivi, è stato infatti ritrovato un dipinto raffigurante Gesù nell’atto di guarire un cieco. L’opera, confrontata con le informazioni contenute nell’Art Loss Register ha confermato che si tratterebbe di un quadro rubato nel 2001 a Randazzo, nel catanese.
I controlli sono poi proseguiti in una seconda casa a Messina, anche questa collegata all’uomo, dove sono state scovate le altre 13 opere, nascoste alle ricerche collegate alla prima confisca dei Carabinieri, tra queste alcuni lavori di Dalì e Guttuso.
Il sessantatreenne, presente nell’abitazione al momento della perquisizione, è stato denunciato dalle autorità per complicità al furto del dipinto raffigurante il miracolo, in attesa di essere collegato all’organizzazione di stampo mafioso facente capo a Campolo. Tutte le opere d’arte ritrovate, sono state sequestrate e verranno testate dagli esperti per verificarne l’autenticità e il valore corrispondente. È ipotizzabile che tali dipinti si aggiungeranno a quelli già sequestrati nel 2013, esposte in mostra al Palazzo della Cultura di Reggio Calabria dal 7 maggio 2016.