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La Collezione Iannaccone alla Triennale di Milano. Fra moti dell’animo e mecenatismo

MENZIO_FRANCESCO,RITRATTO_DI_GIOVANE,OLIO_SU_TELA,1929,cm.72x60 MENZIO_FRANCESCO,RITRATTO_DI_GIOVANE,OLIO_SU_TELA,1929,cm.72x60
ROSAI OTTONE,I FIDANZATI,1934,OLIO SU COMPENSATO,cm.70x49,7
ROSAI OTTONE,I FIDANZATI,1934,OLIO SU COMPENSATO,cm.70×49,7

La Triennale di Milano omaggia uno dei maggiori collezionisti italiani, attraverso la mostra “Collezione Giuseppe Iannaccone. Italia 1920 − 1945. Una nuova figurazione e il racconto del sé”. Un percorso da gustare a ritmo lento, per conoscere il volto più intimo di un mecenate contemporaneo e un gruppo di artisti impegnati ad inseguire quella libertà di cui oggi abbiamo bisogno.

La collezione dell’Avvocato

Stimato avvocato per professione, sensibile collezionista per passione, per Giuseppe Iannaccone l’arte è un non luogo fuori dallo spazio e dal tempo, oltre la sfuggente frenesia del quotidiano. È un giovane giurista quando negli anni Ottanta colma la sede di conoscenza ricercando cataloghi a tiratura limitata; da allora il brillante cursus honorum sarà accompagnato dall’amore per una creatività intima ed istintuale. Inizialmente lo sguardo di Iannaccone si sofferma sulle sperimentazioni del ribelli del periodo fascista; a colpirlo è la capacità degli artisti “non allineati” di cogliere le viscere del sentimento. Sarà propriol’ossessione per i moti dell’animo il file rouge della nascente collezione .

MENZIO_FRANCESCO,RITRATTO_DI_GIOVANE,OLIO_SU_TELA,1929,cm.72x60
MENZIO_FRANCESCO,RITRATTO_DI_GIOVANE,OLIO_SU_TELA,1929,cm.72×60
Coll.G.Iannaccone, Ph.Dario Lasagni
Coll.G.Iannaccone, Ph.Dario Lasagni

Acquisto dopo acquisto, la raccolta cresce senza seguire dettami storico-cronologici o leggi di mercato, ma un gusto personale fatto di un connubio fra sapere qualificato e insaziabile curiosità. Nasce così una collezione che spazia da Filippo De Pisisi a Tracey Emin, da Renato Guttuso a Paola Pivi, fino aBansky. Se la dimora di Iannaccone è adornata da una quadreria della prima metà del Novecento, nello studio legale le pratiche procedono fra le sperimentazioni contemporanee di William Kentridge, Francesco Vezzoli e Marc Quinn.

Talenti ribelli verso la contemporaneità

In sinergia con l’architettura della Triennale, la rassegna pone la lente d‘ingrandimento sul controverso periodo fascista, ma da una prospettivacontrocorrente. Un corpus di portata museale (96 capolavori) da voce ai talenti che si sono ribellati all’estetica dettata dal regime, rifuggendo le regole di “Ritorno all’Ordine” e le briglie di “Novecento”.

BIROLLI RENATO, Le signorine Rossi, 1938, olio su tela, cm100x120
BIROLLI RENATO, Le signorine Rossi, 1938, olio su tela, cm100x120

Sala dopo sala l’ardito espressionismo della “Scuola di Cavour” dialoga con la coinvolgente pittura tonale dei “Sei di Torino” (Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio), mentre il gusto per il sociale di Alberto Ziveri incontra la sensibilità psicoanalitica di Scipione: fuoriclasse capace di traslare l’erotismo femminile attraverso gli oggetti (Natura morta con piuma). Fra tanta promiscuità creativa impossibile non citare la verve internazionale di Renato Birolli: emigrato nella Ville Lumiere per fare proprie le veementi pennellate di Henri Matisse e l’incisività di Pablo Picasso. Un caleidoscopio di espressioni individuali, unite dal desiderio di abbandonare il passato per irrompere nel futuro.

BIROLLI RENATO,PERIFERIA,1932,OLIO SU TELA,cm.54x53
BIROLLI RENATO,PERIFERIA,1932,OLIO SU TELA,cm.54×53
Coll.G.Iannaccone, Ph.Dario Lasagni
Coll.G.Iannaccone, Ph.Dario Lasagni

Mecenatismo contemporaneo

Il progetto espositivo nasce dall’iniziativa degli Amici della Triennale di portare le collezioni italiane all’interno dell’istituzione museale, coniugando pubblico e privato e restituendo al mecenatismo un’importante funzione sociale. Se l’Avvocato Iannaccone ha risposto all’appello con grande generosità, la curatela di Alberto Salvadori e di Rischa Paternini -col patrocinio di Edoardo Bonaspetti- ha ricostruito con efficacia un tassello di storia creativa sotterranea, ma fondamentale per arrivare alle odierne sperimentazioni del Palazzo dell’Arte.

In sintonia con lo spirito civico che l’ha generata la mostra è aperta al pubblico in forma gratuita ed è correlata da un’intensa attività didattica.

E dopo questa immersione nell’avanguardia, siamo tutti curiosi di conoscere come prosegue questo racconto attraverso gli degli abissi dell’animo umano. Non ci resta che sperare in una rassegna dedicata al secondo capitolo della Collezione Giuseppe Iannaccone: quella contemporanea.

MAFAI MARIO,STRADA CON CASA ROSSA,1928,OLIO SU TELA,cm.38x38,5
MAFAI MARIO,STRADA CON CASA ROSSA,1928,OLIO SU TELA,cm.38×38,5

Informazioni utili

Collezione Giuseppe Iannaccone. Italia 1920 − 1945. Una nuova figurazione e il racconto del sé

A cura di Alberto Salvadori e Rischa Paternini

Promossa da Fondazione La Triennale di Milano e Giuseppe Iannaccone, parte del programma del Settore Arti Visive della Triennale diretto da Edoardo Bonaspetti

La Triennale di Milano

Viale Alemagna 6, 20121 – Milano

Fino al 19 marzo 2017

http://www.triennale.org/mostra/collezione-giuseppe-iannaccone-italia-1920-1945-una-nuova-figurazione-e-il-racconto-del-se/

 

Il calendario dei prossimi incontri:

Tra realtà e utopia. L’opera di Birolli nella Collezione Iannaccone

martedì 21 febbraio 2017

GIORGINA BERTOLINO, LORELLA GIUDICI, MATTIA PATTI

La pittura del colore: Sei di Torino, Chiarismo, Corrente

martedì 28 febbraio 2017

FABIO BENZI

La svolta realista nella pittura romana degli anni Trenta

martedì 7 marzo 2017

FLAVIO FERGONZI

Dodici temi critici per l’arte italiana tra le due guerre

martedì 14 marzo 2017

CARLO SISI

L’universo in una foglia. Vicende di Rosai e di De Pisis

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