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Venezia celebra Bosch. Le visioni del maestro fiammingo (e seguaci) a Palazzo Ducale

Anonimo seguace di Jheronimus Bosch Tentazioni di sant’Antonio metà del XVI secolo olio su tavola, 77 x 96,5 cm Venezia, Museo Correr, legato Teodoro Correr 1830, inv. Cl. i n. 160 2017 Credit © Archivio fotografico – Fondazione Musei Civici di Venezia Anonimo seguace di Jheronimus Bosch Tentazioni di sant’Antonio metà del XVI secolo olio su tavola, 77 x 96,5 cm Venezia, Museo Correr, legato Teodoro Correr 1830, inv. Cl. i n. 160 2017 Credit © Archivio fotografico – Fondazione Musei Civici di Venezia
Anonimo seguace di Jheronimus Bosch Tentazioni di sant’Antonio metà del XVI secolo olio su tavola, 77 x 96,5 cm Venezia, Museo Correr, legato Teodoro Correr 1830, inv. Cl. i n. 160 2017 Credit © Archivio fotografico – Fondazione Musei Civici di Venezia
Anonimo seguace di Jheronimus Bosch
Tentazioni di sant’Antonio
metà del XVI secolo
olio su tavola, 77 x 96,5 cm
Venezia, Museo Correr, legato Teodoro Correr 1830, inv. Cl. i n. 160
2017 Credit © Archivio fotografico – Fondazione Musei Civici di Venezia

A Palazzo Ducale, una grande mostra chiude le lunghe celebrazioni per il quinto centenario della morte del pittore olandese. Sino al 4 giugno.

Anche Venezia partecipa alle celebrazioni del cinquecentenario della morte di Jheronimus Bosch (’s-Hertogenbosch, 1450 – 1516), il maestro fiammingo della meraviglia e del grottesco; architetto visionario di mondi brulicanti di bizzarre creature;pittore di sogni e mostriciattoli, come lo catalogò il veneziano Marcantonio Michiel, nel manoscritto cinquecentesco Notizia d’opere di disegno.

Dopo il successo di pubblico registrato lo scorso anno dalle grandi monografiche allestite al Prado di Madrid e al Noordbrabants Museum, nella cittadina olandese che diede nome e natali al pittore, Palazzo Ducale ha inaugurato la stagione espositiva del nuovo anno con Jheronimus Bosch e Venezia, una mostra che è un passo a due tra il pittore olandese e la città lagunare, allestita nelle stanze dell’Appartamento del Doge, tra monumentali camini di marmo, soffitti intagliati, fregi pittorici e stucchi. Un’ambientazione che non distoglie l’attenzione dalle opere esposte. Semmai contribuisce a contestualizzarle, rievocando i tempi della Venezia rinascimentale, quando il cardinale Domenico Grimani, letterato e raffinato collezionista, acquistò due trittici e un insieme di quattro tavole di Bosch eseguite “alla prima”, senza disegno preparatorio. Il pittore olandese era scomparso di recente e Grimani, tramite un tal Daniel van Bomberghen, mercante ed editore di libri in ebraico, fece portare i dipinti dalle Fiandre a Venezia, dove sono rimasti sino ad oggi come parte delle collezioni pubbliche veneziane. Ed è proprio questo nucleo di opere ad essere il perno della mostra.

Jan van Scorel (ambito di) (Schoorl, 1495 - Utrecht, 1562) La Torre di Babele 1520-1530 circa olio su tavola; 58 x 75 cm Venezia, Museo Nazionale delle Gallerie dell’Accademia (in deposito alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, inv. d. 132) Credit © Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia
Jan van Scorel (ambito di)
(Schoorl, 1495 – Utrecht, 1562)
La Torre di Babele
1520-1530 circa
olio su tavola; 58 x 75 cm
Venezia, Museo Nazionale delle Gallerie dell’Accademia (in deposito alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, inv. d. 132)
Credit ©
Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia

Attraversate le prime stanze con l’introduzione video del curatore dell’esposizione, Bernard Aikema, e una doppia timeline che mette in relazione fatti salienti della vita di Bosch con quanto accadeva nella Venezia di quel periodo, il visitatore incontra i trittici Tre santi eremiti e Martirio di santa Ontcommernis (Wilgefortis, Liberata). Entrambi autografi e realizzati da Bosch nella maturità, tra il 1495 e il 1505 circa, i dipinti sono accompagnati da riproduzioni delle analisi radiografiche che sono state effettuate di recente – assieme ad un accurato restauro conservativo – e che hanno rivelato nuove informazioni sulla genesi, l’evoluzione e il significato delle opere. Il gruppo di quattro tavole intitolate Paradiso e Inferno (Visioni dall’Aldilà) e datate tra il 1505 e il 1515, sono invece esposte nella sala successiva, assieme ad una piccola selezione di oggetti in bronzo del Cinquecento, raffiguranti satiri, dragoni e altri animali mostruosi, che arredavano gli studioli degli intellettuali del tempo di area veneta, a dimostrazione che la fortuna di Bosch e degli eredi del suo immaginario trova spiegazione nel fascino per il fantastico, il mostruoso e il grottesco, già diffuso nell’Italia settentrionale.

La mostra si sofferma poi sulla figura del cardinale e su alcuni pezzi della sua collezione: dal cosiddetto Breviario Grimani, un manoscritto di eccezionale valore miniato da artisti fiamminghi, alla placchetta argenteacon la Flagellazione di Cristo realizzata dal Moderno,passando per statue e busti di età classica.

Jacob Isaacsz van Swanenburg La bocca dell'Inferno e la nave di Caronte con la Sibilla cumana ed Enea  Inizio del XVII secolo Olio su tela 96,5 x 150 cm Collezione privata, Svizzera
Jacob Isaacsz van Swanenburg
La bocca dell’Inferno e la nave di Caronte con la Sibilla cumana ed Enea
Inizio del XVII secolo
Olio su tela 96,5 x 150 cm
Collezione privata, Svizzera

L’eredità di Bosch è, invece, la tematica che si indaga nelle ultime sale, con dipinti, disegni e stampe di seguaci – anche anonimi – dell’artista fiammingo. Tra scene infernali e visioni apocalittiche con motivi alla Bosch, si fa notare la serie sui Sette vizi capitali, ispirata a disegni dell’olandese Pieter Bruegel il Vecchio, che, a sua volta, aveva attinto dall’inquietante universo boschiano. A chiudere il percorso espositivo, il trionfo di Bosch nel Seicento barocco con, in particolare, una selezione di opere di Joseph Heintz il Giovane, artista tedesco che visse in laguna dal 1625 sino alla sua morte, avvenuta nel 1678.

Il visitatore non si aspetti di trovare dipinti mai visti prima a Venezia: fatta qualche eccezione, le opere in esposizione – oltre 50 – provengono per lo più da istituzioni veneziane, come il Museo Correr, la Biblioteca Nazionale Marciana e le Gallerie dell’Accademia. Il merito della mostra sta nell’aver costruito sapientemente una nuova narrazione su opere già a disposizione del sistema museale cittadino, integrando l’allestimento con qualche notevole prestito. Un riuscito lavoro di sinergie istituzionali, dunque, che fa luce su Bosch e il suo rapporto longevo con Venezia.

Anonimo dei Paesi Bassi Inferno 1500 circa olio su tavola Venezia, Museo Correr, legato Teodoro Correr 1830, inv. Cl. I n. 515 2017 Credit © Archivio fotografico – Fondazione Musei Civici di Venezia
Anonimo dei Paesi Bassi
Inferno
1500 circa
olio su tavola
Venezia, Museo Correr, legato Teodoro Correr 1830, inv. Cl. I n. 515
2017 Credit © Archivio fotografico – Fondazione Musei Civici di Venezia
Bosch in mostra a Venezia (foto Marta Pettinau)
Bosch in mostra a Venezia (foto Marta Pettinau)
da Pieter Bruegel il Vecchio (Breda, 1526-1527? – Bruxelles, 1569) Pieter van der Heyden (Anversa, 1550 – Berchem, 1572) I sette vizi capitali (L'Ira),  1558 Bulino, 245 x 320 mm  Bruxelles, Koninklijke Bibliotheek van België, S.IV. 22001 Credit © All rights reserved. Royal Library of Belgium
da Pieter Bruegel il Vecchio
(Breda, 1526-1527? – Bruxelles, 1569)
Pieter van der Heyden
(Anversa, 1550 – Berchem, 1572)
I sette vizi capitali (L’Ira),
1558
Bulino, 245 x 320 mm
Bruxelles, Koninklijke Bibliotheek van België, S.IV. 22001
Credit ©
All rights reserved. Royal Library of Belgium
Bosch in mostra a Venezia (foto Marta Pettinau)
Bosch in mostra a Venezia (foto Marta Pettinau)
Joseph Heintz il Giovane Medea ringiovanisce Esone 1640-1650 Olio su tela; 50 x 89 cm Collezione privata ©Matteo De Fina
Joseph Heintz il Giovane
Medea ringiovanisce Esone
1640-1650
Olio su tela; 50 x 89 cm
Collezione privata
©Matteo De Fina
Jheronimus Bosch Polittico delle Visioni dell’Aldilà 1505-1515 circa Olio su tavola, 88,5 x 39,8 cm; 88,8 x 39,9 cm; 88,8 x 39,6 cm; 88,8 x 39,6 cm Credit © Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia, “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia"
Jheronimus Bosch
Polittico delle Visioni dell’Aldilà
1505-1515 circa
Olio su tavola, 88,5 x 39,8 cm; 88,8 x 39,9 cm; 88,8 x 39,6 cm; 88,8 x 39,6 cm
Credit ©
Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia, “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”
Bosch in mostra a Venezia (foto Marta Pettinau)
Bosch in mostra a Venezia (foto Marta Pettinau)
Jheronimus Bosch Polittico delle Visioni dell’Aldilà 1505-1515 circa Olio su tavola, 88,5 x 39,8 cm; 88,8 x 39,9 cm; 88,8 x 39,6 cm; 88,8 x 39,6 cm Credit © Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia, “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”
Jheronimus Bosch
Polittico delle Visioni dell’Aldilà
1505-1515 circa
Olio su tavola, 88,5 x 39,8 cm; 88,8 x 39,9 cm; 88,8 x 39,6 cm; 88,8 x 39,6 cm
Credit ©
Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia, “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”
Jheronimus Bosch Trittico dei santi Eremiti 1495-1505 circa Olio su tavola  Tavola sinistra 84,5 x 29,2 cm; tavola centrale 85,7 x 28,9 cm; tavola destra 85,7 x 28,9 Credit © Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia, “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”
Jheronimus Bosch
Trittico dei santi Eremiti
1495-1505 circa
Olio su tavola
Tavola sinistra 84,5 x 29,2 cm; tavola centrale 85,7 x 28,9 cm; tavola destra 85,7 x 28,9
Credit ©
Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia, “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”
Jheronimus Bosch Trittico di Santa liberata o Wilgerfortis 1495-1505 circa Olio su tavola Tavola sinistra 105,2 x 27,5 cm; tavola centrale 105,2 x 62,7 cm; tavola destra 104,7 x 27,9 cm Credit © Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia, “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”
Jheronimus Bosch
Trittico di Santa liberata o Wilgerfortis
1495-1505 circa
Olio su tavola
Tavola sinistra 105,2 x 27,5 cm; tavola centrale 105,2 x 62,7 cm; tavola destra 104,7 x 27,9 cm
Credit ©
Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia, “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”
Jheronimus Bosch Polittico delle Visioni dell’Aldilà 1505-1515 circa Olio su tavola, 88,5 x 39,8 cm; 88,8 x 39,9 cm; 88,8 x 39,6 cm; 88,8 x 39,6 cm Credit © Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia, “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”
Jheronimus Bosch
Polittico delle Visioni dell’Aldilà
1505-1515 circa
Olio su tavola, 88,5 x 39,8 cm; 88,8 x 39,9 cm; 88,8 x 39,6 cm; 88,8 x 39,6 cm
Credit ©
Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia, “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”

INFORMAZIONI UTILI

Jheronimus Bosch e Venezia

sino al 4 giugno 2017

Palazzo Ducale, Appartamento del Doge

San Marco, 1, 30124 Venezia

http://palazzoducale.visitmuve.it

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