Un viaggio nei mondi di Bob Dylan a cura della Fondazione Creberg. Dal 4 al 19 marzo, una mostra al Centro Culturale San Bartolomeo di Bergamo che ripercorre il percorso artistico dell’artista insignito del Premio Nobel per la Letteratura.
Dal 4 al 19 marzo, presso il Centro Culturale San Bartolomeo di Bergamo, la Fondazione Credito Bergamasco organizza la mostra divulgativa I mondi di Bob Dylan, a cura di Riccardo Bertoncelli – noto giornalista, critico musicale e conduttore radiofonico italiano – e Angelo Piazzoli, Segretario generale della Fondazione stessa.
Un’occasione da non perdere per scoprire la complessità del cantautore americano, insignito del premio Nobel per la Letteratura, superstar della musica internazionale, personaggio discusso, ma certamente uno degli artisti più influenti nella cultura della seconda metà del XX secolo.
Un poeta, un musicista del quale si parla spesso, ma che in realtà è molto poco conosciuto al grande pubblico, e che la Fondazione Credito Bergamasco – su un progetto coordinato da Sergio Noto, professore di Storia Economica presso l’Università di Verona – ha deciso di presentare al pubblico attraverso la penna del più importante critico musicale italiano, quel Riccardo Bertoncelli, che oltre ad essere il giornalista che da più tempo si è occupato di Dylan, è stato tra i primissimi ad aver seguito “senza peli sulla lingua” la diffusione del rock in Italia, come è testimoniato, tra l’altro, dalla notissima canzone di Francesco Guccini del 1975.
La mostra – che si snoda su ventidue pannelli in cui viene descritto per sommi capi il percorso artistico di Dylan dal 1961 al Nobel e in cui sono illustrate undici tra le sue più note canzoni – si sforza di presentare in maniera semplice e comprensibile il complicato percorso artistico di Robert Allen Zimmermann (questo il vero nome del cantautore americano) dagli esordi nei primissimi anni ‘60, da un paesino di minatori e immigrati scandinavi «where the winds hit heavy on the borderline», sul confine con il Canada, fino al centro pulsante della cultura nordamericana, il Greeenwich Village, già popolato dagli scrittori e dai poeti della Beat Generation, dal quale scaturiranno le maggiori correnti artistiche e i più influenti movimenti civili destinati a cambiare il corso della storia del XX secolo.
A disposizione gratuita dei visitatori, un catalogo a colori di sessanta pagine, scritto da Pier Giuseppe Montresor, critico musicale de L’Arena di Verona; inoltre, Sergio Noto e Riccardo Bertoncelli hanno realizzato – appositamente a corredo della mostra – quattro playlist scaricabili da iTunes e da Spotify.
«Mai avrei immaginato di promuovere e organizzare – nell’ambito della programmazione culturale della Fondazione Creberg – una mostra dedicata a un cantautore americano» commenta Angelo Piazzoli. «Quando nel mese di novembre 2016 mi venne sottoposta dal prof. Sergio Noto l’idea di questo progetto dedicato a Bob Dylan, dopo qualche esitazione legata ad un “territorio inesplorato” che ci si apriva dinnanzi, giunsi rapidamente alla conclusione che valesse la pena di concretizzarlo per la sua stringente attualità – derivante dal conferimento a Dylan del Premio Nobel per la Letteratura con il dibattito e le polemiche che ne seguirono – e per l’inconsueto valore culturale del team che vi stava lavorando che ha prodotto, come si vedrà, brillanti esiti».
L’esposizione – presso il Centro Culturale San Bartolomeo (Bergamo, Largo Belotti) – è visitabile tutti i giorni secondo i seguenti orari: da lunedì a venerdì, dalle 16 alle 19, sabato e domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.