Planetarium, una storia di spiritismo e fantasmi, con Natalie Portman, Lily-Rose Depp e Louis Garrel. Al cinema dal 13 aprile.
Parigi, anni ’30. Laura (Natalie Portman) e Kate Barlow (Lily-Rose Depp) sono due sorelle americane, sensitive. Durante un tour di sedute spiritiche incontrano André Korben, famoso produttore cinematografico di origini polacche. Korben è proprietario di uno dei più grandi studios francesi, dove realizza film impiegando tecniche costose e all’avanguardia. Ma l’industria del cinema francese è in crisi, il mercato americano è in forte ascesa. Korben rimanendo estremamente colpito dalla performance spiritica delle sorelle Barlow decide di ingaggiarle per farne star del cinema. L’obiettivo quello di girare un film in cui catturare su pellicola presenze fantasmatiche reali.
Il film, diretto dalla giovane regista francese Rebecca Zlotowski, è stato presentato fuori concorso a Venezia 73. Nel cast, assieme alla Portman e Lily-Rose Depp (figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis) troviamo anche Louis Garrel (The Dreamers, Un Castello in Italia) nei panni di un attore francese un po’ sopra le righe.
La figura delle sorelle medium è ispirata a quella delle sorelle Fox, tre sorelle sensitive americane che hanno inventato il fenomeno dello spiritismo moderno alla fine del 19esimo secolo.
La storia di Korben, il produttore vittima di una campagna calunniatrice, ricalca invece quella di Bernard Natan, ricco produttore di origine romena, naturalizzato francese, che dopo aver rilevato la Pathé nel 1929 era stato vittima di una campagna antisemita che lo aveva costretto a dimettersi.
Un destino tragico, che nel film viene raccontato attraverso una storia di pura finzione (con qualche elemento reale) in cui la regista immagina l’incontro da le sorelle Fox e Natan, ribattezzati Barlow e Korben (che in yiddish vuol dire “sacrificato”).Planterium si sviluppa in maniera crepuscolare, insidiosa, snodandosi tra gli innumerevoli fermenti dell’Europa all’alba del nazismo: è un gioco di ombre. Nel film le finzioni si rincorrono l’un l’altra creando un castello di carte, tanto affascinante quanto fragile, pronto a cadere senza rumore alcuno.
Natalie Portman (Jackie, V per Vendetta) interpreta un’americana che si ritrova su un set francese, come nella realtà. C’è la finzione del cinema: film la macchina da presa si muove tra un set cinematografico e l’altro, nei camerini, nei dietro le quinte. C’è la finzione dello spiritismo, forse vero o forse no, di natura ambigua anche per le stesse protagoniste. C’è la finzione del pettegolezzo, della maldicenza e del complotto.Planterium è un film di fantasmi, ma non nel senso sovrannaturale del termine. Un realismo magico lo pervade delicatamente, ma con un fremito continuo, come in Sirens (1993) -bellissimo film di John Duigan con Hugh Grant, Elle Macpherson e una giovane Portia de Rossi- o in Les rencontres d’après minuit (2013), film di Yann Gonzalez, con Niels Schneider e Eric Cantona, al quale Rebecca Zlotowski aveva collaborato per la sceneggiatura.
In Planetarium vengono accentuati in maniera molto intelligente i giochi d’ombra, sviluppando a ventaglio il concetto di finzione (il cinema, lo spiritismo, la calunnia, etc), perdendo però mordente e ritmo sulla narrazione che non arriva mai a un climax compiuto, per poi scivolare verso una rapida conclusione affidata a un’ellissi un po’ corsiva, sbrigativa, lasciando -tra l’altro- in secondo piano un fremito sensuale che non sembra mai compiersi veramente. Un film affascinante, ma che avrebbe potuto (e dovuto) osare di più.