Feud: Bette Davis contro Joan Crawford, la guerra delle dive.
Ha debuttato sul canale americano FX la nuova serie di Ryan Murphy, il creatore di Glee e American Horror Story.
Quando Ryan Murphy ha annunciato di aver messo le mani sulla più grande rivalità della storia di Hollywood in molti hanno tremato.
Le due attrici coinvolte, il film che le ha viste protagoniste, il periodo storico in cui venne prodotto sono parte della storia del cinema mondiale e sgualcirne il ricordo sarebbe stato un grave peccato.
Il primo episodio di Feud, invece, è stato un omaggio della grande serialità americana a quel cinema a cui si sta avvicinando a passi svelti: sono – non a caso- due premi Oscar come Jessica Lange e Susan Sarandon a interpretare, nell’ordine, Joan Crawford e Bette Davis, le due grandi dive del cinema americano degli anni ’30 e ’40 che si odiarono a mezzo stampa per più di mezzo secolo e recitarono assieme in un solo leggendario film, proprio lo stesso di cui si racconta la genesi nel primo episodio della serie di FX: Che fine ha fatto Baby Jane?.
Murphy, grande fan della Davis, aveva da tempo in mente la realizzazione di un film sulla rivalità tra le due dive, idea che poi si è tramutata in questa serie antologica composta da otto episodi: Feud.
Nei primi sessanta minuti di Feud c’è tutto quello che ci dovrebbe essere in un primo episodio di un serial di successo: il ritmo, la presentazione efficace del cast, l’atmosfera glamour legata alla Hollywood degli anni d’oro e una colonna sonora degna dei grandi kolossal -a cui si fa riferimento per tutto l’episodio- sono solo alcuni degli escamotage che agganceranno il telespettatore alla serie.Al di là di tutto questo, Feud si regge stabilmente sulla grandezza delle interpreti che oscurano tutto ciò che le ruota intorno: si dimostrano del tutto trascurabili, infatti, i camei di Catherine Z. Jones e Kathy Bates (quest’ultima onnipresente nella serialità antologica targata Murphy), di fatto figure di contorno ma non a causa dell’esiguità di battute riservate loro.
Se Jessica Lange ci ha abituati ai suoi ruoli da cattivissima nelle prime quattro stagioni di American Horror Story (sempre di Murphy, di cui è chiaramente attrice feticcio), la bravura di Susan Sarandon, perfettamente calata nei panni della tremenda Bette Davis, risplende ancor di più: il momento della trasformazione da Bette a Baby Jane resterà nella storia della serialità.
Oltre a una naturale somiglianza alla diva di Eva contro Eva, notevole è il lavoro che Susan Sarandon ha fatto sulla somiglianza espressiva, dai movimenti alla voce, tanto in alcuni momenti (come quello della scena in cui Jane annuncia a Blanche che non lascerà mai la casa in cui è costretta) sembra di sentire proprio la viva voce della Davis.
La serie dimostra, dopo il grande risultato ottenuto con American Crime Story – The people vs O.J., la grande maestria di Ryan Murphy nel mettere in scena delle storie realmente accadute senza banalizzarle o scadere nel biopic raffazzonato, scandagliando la psicologia dei personaggi ed esplorandone le profondità.
E, considerando gli aneddoti legati al film e alle due attrici, il meglio deve ancora venire.