Torna a Bologna, per la XXXI edizione, il Il Cinema Ritrovato. Dal 24 giugno al 2 luglio.
Ancora una volta Il Cinema Ritrovato sarà una macchina del tempo che ci farà esplorare i tre secoli del cinema, dalla fine dell’Ottocento all’inizio del Duemila.
Un’occasione unica per scoprire opere mai viste e riscoprire quelle più amata, presentate in copie migliori, nuovi restauri e nelle condizioni di proiezione ideali.
Chi conosce Il Cinema Ritrovato sa Bologna durante i giorni del festival si trasforma in un vero museo del cinema aperto. Ecco un’anticipazione delle sezioni e dei film che sarà possibile durante i giorni di questa manifestazione impedibili per tutti i malati di cinema.
Una domenica a Bologna. Gli affezionati del Cinema Ritrovato conoscono già Menschen am Sonntag (1930), ma questo titolo è solo uno dei tanti. Tutti i film di questa rassegna si svolgono di domenica.
Il programma comprende il primo film parlato di Gustav Machatý, Ze soboty na neděli (From Saturday to Sunday, 1931), capolavoro sperimentale del primo sonoro; It Always Rains on Sunday (1947), cupo thriller postbellico britannico di Robert Hamer; e Domenica d’agosto (1950) di Luciano Emmer, incantevole documento dell’Italia del dopoguerra, nel quale si intrecciano cinque storie di personaggi che lasciano Roma per una gita di un giorno al mare. Tra le altre gemme proposte, Les Dimanches de Ville d’Avray (1962) di Serge Bourguinon, Zabitá neděle (Squandered Sunday, 1969) di Drahomíra Vihanová, e una spolverata di cortometraggi tra i quali spicca Gai dimanche (1935) di Jacques Tati.
- Programma a cura di Neil McGlone e Alexander Payne
Noir a Teheran: i thriller di Samuel Khachikian. Detective privati, femmes fatales, notti piovose in una giungla di cemento, uomini disperati stretti nei loro trench… un film noir, ma nella Teheran degli anni Cinquanta. Quest’anno Il Cinema Ritrovato sposta la sua attenzione dalla nouvelle vague iraniana degli anni Sessanta al periodo d’oro del cinema di genere, riportando alla luce quattro film diretti da una delle figure più popolari e influenti della cinematografia iraniana, Samuel Khachikian.
I film, mai proiettati fuori dell’Iran, mostrano il regista alle prese con i territori a lui più congeniali del poliziesco, del thriller e del noir: storie che documentano l’imminente modernizzazione del paese e al contempo, attraverso il mito del cinema, vi contribuiscono. Un aspetto del cinema iraniano ancora tutto da scoprire.
- Programma a cura di Ehsan Khoshbakht e Behdad Amini, in collaborazione con il National Film Archive of Iran
Augusto Genina: un italiano in Europa: Augusto Genina (1892-1957) è uno dei registi più cosmopoliti del cinema italiano. Nel cinema dai primi anni Dieci, attivo tra Francia e Germania, autore di maliziosi ritratti femminili e di un film fondamentale nel passaggio dal muto a sonoro (Prix de beauté, con Louise Brooks), negli anni Trenta gira film di guerra fascisti che portano il gusto dell’esotico all’astrazione (Lo squadrone bianco). Nel dopoguerra, mostra la sua doppia anima: da un lato, sperimenta varianti cattoliche del neorealismo (Cielo sulla palude, amatissimo da Bazin) e del mélo (Maddalena), dall’altro, recupera le radici di libertino della belle époque (Frou Frou). Un regista europeo dai mille volti.
- Programma a cura di Emiliano Morreale
William K. Howard: Alla riscoperta di un maestro dello stile: la carriera di William K. Howard fu interrotta da problemi con l’alcol e con l’autorità, e di lui oggi ci si ricorda appena. Ma il leggendario direttore della fotografia James Wong Howe disse che Howard era “il regista più creativo” con cui avesse mai lavorato, e il giudizio è confermato dai film febbrilmente innovativi e tecnicamente all’avanguardia che Howard firmò tra la fine degli anni Venti e l’inizio dei Trenta per la Fox Film Corporation. Il pezzo forte di questa mini-retrospettiva è il capolavoro sonoro Transatlantic (1931), una rarità che nel recente restauro del Museum of Modern Art svela in tutta la sua forza l’innovativo lavoro di Howard e Howe sulla profondità di campo. Tra gli altri titoli, The Trial of Vivienne Ware (1932) è un dramma giudiziario dal ritmo vertiginoso, il cui impiego inventivo del flashback anticipa la complessità strutturale di The Power and the Glory (1933), epica narrazione della vita di un magnate delle ferrovie (Spencer Tracy) che eserciterà un’influenza indiscutibile su Quarto potere.
- Programma a cura di Dave Kehr, in collaborazione con The Museum of Modern Art, New York
Colette e il cinema: figura di spicco della letteratura francese, Colette non fu solo scrittrice, mima e attrice ma intrattenne un rapporto intenso e vario con la settima arte. Le sue recensioni di Mater dolorosa di Abel Gance e di Itto di Marie Epstein e Jean Benoît-Lévy rivelano una formidabile sensibilità da regista.
Colette adattò Lac aux dames per Marc Allégret, scrisse i sottotitoli di Mädchen in Uniform, la sceneggiatura di Divine per Max Ophüls e i dialoghi per la prima versione cinematografica di Gigi, di Jaqueline Audry. La rassegna ci guida alla scoperta di un cinema francese scritto, diretto o prodotto da donne come Simone Berriau, Solange Térac, Yannick Bellon e Musidora, grande amica di Colette.
- Programma a cura di Mar iann Lewinsky e Emilie Cauquy
Il film storico nel Giappone degli anni bui: sul finire degli anni Trenta del Novecento, in pieno periodo militarista, fu nel film storico – o jidai-geki – che i registi progressisti giapponesi si rifugiarono per commentare criticamente i problemi del loro tempo. Il Narutaki-gumi, gruppo informale di cineasti impegnati nella modernizzazione del cinema giapponese, creò un nuovo tipo di jidai-geki che preferiva il realismo alla stilizzazione e il pessimismo ironico all’ottimismo eroico. La rassegna si concentra soprattutto sui film realizzati alla Toho da membri del Narutaki-gumi e interpretati dagli attori della troupe teatrale progressista Zenshin-za. Grazie all’impiego di tecniche innovative quali la recitazione naturalistica e il linguaggio moderno in contesti storici, questi film introdussero una visione sovversiva nelle tematiche classiche del jidai-geki.
Figurano sia il capolavoro canonico Ninjo kamifusen (Humanity and Paper Balloons, 1937) di Sadao Yamanaka, sia classici meno noti come Abe ichizoku (The Abe Clan, 1938) di Hisatora Kumagai, raramente (se non mai) proiettati in Occidente. A questi film si affianca il capolavoro di Tamizo Ishida, Hana chirinu (Fallen Blossoms, 1938), che offre un singolare sguardo femminile sulla turbolenta storia giapponese.
Programma a cura di Alexander Jacoby e Johan Nordström, in collaborazione con il National Film Center di Tokyo
Cento anni fa. 50 film del 1917: la sezione ‘Cento anni fa’ è dedicata a uno degli anni più orribili della storia mondiale. La guerra in corso e le rivoluzioni in Russia ridussero la quantità di film prodotti, ma non la loro qualità. Tra una sessantina di titoli che comprendono film di finzione, documentari, frammenti e film di animazione scoprirete capolavori come Ne nado krovi (Blood Need Not Be Spilled) di Jakov Protazanov con Ivan Mosjoukine, straordinarie attrici quali Maria Orska, Pola Negri e Pauline Starke e divi amatissimi come Gunnar Tolnæs.
Programma a cura di Karl Wratschko e Mariann Lewinsky
Universal Pictures: gli anni di Laemmle Junior (seconda parte): dopo la significativa rassegna dell’anno scorso sulla Universal Pictures, ecco un’altra selezione di film prodotti durante la gestione di Carl Laemmle Junior e recentemente riscoperti e restaurati.
Tra i nuovi restauri figurano il caustico poliziesco di Tod Browning Outside the Law (1930), interpretato da Edward G. Robinson (prima di Little Caesar), e Sensation Seekers, fiammeggiante melodramma scritto e diretto dalla più importante regista del cinema muto, Lois Weber.
Dalla Library of Congress proviene la versione originale, per molto tempo inaccessibile, di The Road Back di James Whale, seguito di All Quiet on the Western Front. Saranno inoltre proposte, in copie 35mm stampate di fresco dai negativi camera originali, cinque autentiche rarità, tra cui Destination Unknown (1931) di Tay Garnett, stupefacente parabola di u n ‘Cristo tra i contrabbandieri’, e Ladies Must Love (1934) di E.A. Dupont, storia turbolenta e cinica di tre ragazze golddiggers a Broadway.
- Programma a cura di Dave Kehr, in collaborazione con The Museum of Modern Art, New York e Universal Pictures
Direttore Cineteca di Bologna: Gian Luca Farinelli
Comitato di programmazione: Guy Borlée, Cecilia Cenciarelli, Roberto Chiesi, Paola Cristalli, Gian Luca Farinelli, Anna Fiaccarini, Goffredo Fofi, Ehsan Khoshbakht, Mariann Lewinsky, Andrea Meneghelli, Paolo Mereghetti, Emiliano Morreale, Davide Pozzi e Elena Tammaccaro.
Comitato scientifico: Richard Abel, Peter Bagrov, Peter Becker, Janet Bergstrom, Kevin Brownlow, Gian Piero Brunetta, Ian Christie, Lorenzo Codelli, Eric de Kuyper, Bryony Dixon, Jean Douchet, Shivendra Singh Dungarpur, Bernard Eisenschitz, Alexander Horwath, Aki Kaurismäki, Dave Kehr, Hiroshi Komatsu, Martin Koerber, Miguel Marìas, Nicola Mazzanti, Mark McElhatten, Olaf Möller, Alexander Payne, Elif Rongen-Kaynakçi, Chema Prado, Jonathan Rosenbaum, Thelma Schoonmaker, Martin Scorsese, Jon Wengström.
Coordinatore: Guy Borlée
Volontari cercansi!
Se desideri partecipare come volontario al Cinema Ritrovato hai tempo fino al 20 aprile, compilando la scheda di iscrizione on-line.