Print Friendly and PDF

8 straordinarie piscine disegnate da artisti. Da James Turrell a David Hockney

Katherine Bernhardt, Nautilus Hotel, 2015 Katherine Bernhardt, Nautilus Hotel, 2015

Poche cose evocano l’estate meglio di una piscina. Un invitante bacino di acqua azzurra che offre una tregua dal caldo. Le piscine hanno rappresentato anche un altro inaspettato medium per alcuni artisti. Artsy.net ha proposto una lista di otto straordinarie -anche se non sempre funzionali- piscine disegnate da artisti. Da James Turrell a David Hockney, passando per Katherine Bernhardt e Samara Scott.


James Turrell, Baker Pool, 2002-2008

James Turrell, Baker Pool, 2002-2008 piscine d'artista
James Turrell, Baker Pool, 2002-2008

Nei suoi 50 anni di carriera artistica, James Turrell è diventato famoso per aver manipolato la percezione della luce e dello spazio in ipnotizzanti installazioni. Un’alterarsi di percezioni. Non è quindi strano credere che durante la festa che celebrava la sua Baker Pool, un’ospite involontariamente finì in acqua. Credendo che quella non fosse acqua. Turrell stesso la tirò fuori, scusandosi.
Precedentemente l’artista aveva disegnato un’altra piscina – per un centro culturale francese – in cui i nuotatori dovevano immergersi per poter vedere la firma di Turrell.


David Hockney, Roosevelt Hotel, 1988

David Hockney, Roosevelt Hotel, 1988 piscine d'artista
David Hockney, Roosevelt Hotel, 1988

Conosciuto per i suoi brillanti e colorati dipinti raffiguranti le piscine di Los Angeles, David Hockey qualche volta ha anche usato una piscina reale come tela. Come quella dell’Hollywood’s Roosevelt Hotel. Una mattina del 1988 l’artista pitturò l’intero fondale di mezze lune. Degli ufficiali locali tentarono di ridipingerlo, citando una legge che vietava la decorazione delle piscine. Ma quando scoprirono che il lavoro di Hockney sarebbe stato valutato più di 1 milione di dollari… esonerarono la piscina dell’Hollywood’s Roosevelt Hotel da quella legge. Il lavoro è rimasto intatto da quel giorno.


Mike Bouchet, Flat Desert Diet Cola Pool, 2010

Mike Bouchet, Flat Desert Diet Cola Pool, 2010
Mike Bouchet, Flat Desert Diet Cola Pool, 2010

Nel caso della piscina di Mike Bouchet è ciò che si trova all’interno che conta. Nel 2010, infatti, l’artista riempì un’intera piscina californiana di Diet Cola. Home made. Invitando personaggi del mondo dell’arte ad immergervisi. Successivamente Bouchet ripeté l’esperimento in una piscina del Chelsea’s Hotel Americano. Pagò due bodybuilders donne per tuffarsi ripetutamente.
Entrambe le installazioni fanno parte di una serie di opere in cui l’artista usa le bevande come mezzo espressivo. Altri lavori includono opere dipinte usando soda ed intitolate Colachrome.


Jorge Macchi, Piscina, 2009

Jorge Macchi, Piscina, 2009
Jorge Macchi, Piscina, 2009

Piscina è stata realizzata con il supporto del museo d’arte contemporanea brasiliano Inhotim. Una parte del lavoro è stato prodotto con cemento bianco liscio e strisce di granito nero. A rappresentazione della scheda alfabetica di una rubrica. Una scala di schede indice che scendono nell’acqua blu.


Samara Scott, Developer, 2016

Samara Scott, Developer, 2016
Samara Scott, Developer, 2016

Molti dei lavori di questa giovane artista britannica usano come materia i liquidi. Non è consigliabile però fare un tuffo in una delle piscine di Samara Scott.
Durante una delle scorse edizioni di Frieze la Scott ha creato dei grossi buchi nel pavimento e li ha riempiti con un mix di ingredienti: acqua, olio da cucina, ammorbidente, cera e cibo.
L’anno scorso ha realizzato il suo progetto più grande fino ad oggi. Una commissione per il Battersea Park di Londra, che è stata visibile fino al 25 settembre 2016. L’artista trasformò le due fontane del Pleasure Garden aggiungendo coloranti e strisce di tessuto luminose.


Katherine Bernhardt, Nautilus Hotel, 2015

Katherine Bernhardt, Nautilus Hotel, 2015
Katherine Bernhardt, Nautilus Hotel, 2015

La chance di nuotare insieme agli squali. E a banane e calzini. Katherine Bernhardt, due anni fa durante Art Basel Miami, dipinse la piscina del Nautilus. Il progetto fu commissionato da Artsy for Nautilus. In dotazione agli ospiti venivano consegnati anche asciugamani raffiguranti tucani e patatine fritte.


Berthold Lubetkin, Penguin Pool, 1934

Berthold Lubetkin, Penguin Pool, 1934
Berthold Lubetkin, Penguin Pool, 1934

Questa è una piscina dedicata interamente a pinguini. L’architetto russo Lubetkin la progettò per il London Zoo negli anni Trenta. Rappresenta un perfetto esempio di archittettura moderna pre guerra. E fece guadagnare allo studio di Lubetkin la nomea di pionere del movimento. I percorsi costruiti evidenziavano l’andatura dei pinguini. Successivamente è stato scoperto che le rampe inclinate aiutavano davvero i pinguini con l’attrito.
Gli animali sono stati spostati in un nuovo habitat ma l’opera di Lubetkin rimane. Considerata come struttura artistica in dialogo con l’acqua.


Ed Ruscha, Studio City, 1991

Ed Ruscha, Studio City, 1991
Ed Ruscha, Studio City, 1991

Fotografata per il primo (e unico) numero del magazine PUSH! nel 1991. Questa piscina di Los Angeles incorpora un’opera text-based di Ed Ruscha. Le piastrelle bianche sono disposte in modo da creare un modulo di registrazione subacquea. I nuotatori si confrontano con spazi vuoti per il loro nome, indirizzo e numero di telefono. L’artista creò questo progetto per la casa studio di suo fratello. Distorcendo le parole in modo che si raddrizzino viste attraverso l’acqua.

Commenta con Facebook

leave a reply