Firenze omaggia la sua “Fabbrica della bellezza“. Al Museo Nazionale del Bargello va in scena la prima mostra realizzata in Italia sulle statue di porcellana prodotte da Ginori, visitabile fino al 1° ottobre 2017.
La manifattura di porcellana Ginori, fondata nel 1737 dal marchese Carlo Ginori, a Doccia, è la più antica in Italia. Il fondatore raccolse sistematicamente le forme presenti nelle botteghe appartenute agli scultori del tardo Rinascimento e del Barocco, servendosene per creare la sua grande scultura in porcellana. Grazie ad una raffinata perizia, nelle fornaci di Doccia furono realizzate monumentali figure di porcellana: sculture eccezionali per tecnica e dimensioni.
Il popolo di statue Ginori è stato scelto per tenere viva l’attenzione su questo eccezionale patrimonio; il Bargello, il più importante museo al mondo per le collezioni di scultura italiana, ha deciso di assumersi questa missione. Ed è attraverso un lungo percorso di indagini storiche, artistiche e scientifiche che si è giunti a un’esposizione così rilevante. Le celebri porcellane si sviluppano in sei sezioni tematiche volte a ripercorrere la trasformazione di una invenzione scultorea fiorentina d’eccellenza.
La prima sezione si apre con la settecentesca Venere in bronzo, a grandezza naturale, copia della celeberrima Venere de’ Medici, conservata nella Tribuna degli Uffizi. Per poi imbattersi in Mercurio, anch’esso traduzione monumentale in porcellana dall’antico della statua di analogo soggetto, conservata nella Tribuna. Segue la sezione dedicata allo straordinario Tempietto Ginori, uno dei capolavori risultato del virtuosismo tecnico di Gasparo Bruschi. Il Tempietto, unico per dimensioni, torna a Firenze per la prima volta dal 1757. Ad esso sono affiancati il bronzetto e la cera del Mercurio di Giambologna, rispettivamente nella collezione del Bargello e in quella del Museo Ginori.
Seguono nel percorso espositivo le due grandi e complesse Pietà in bronzo e in porcellana. Di dimensioni più ridotte, ma ugualmente raffinati nell’esecuzione, sono i due gruppi della Giuditta con la testa di Oloferne. Spicca il prezioso rilievo bronzeo “ad uso di quadro” del Soldani raffigurante il Transito di San Giuseppe. Mentre, il “gran finale” della mostra è rappresentato dal Camino monumentale in porcellana, opera singolarissima nel suo genere, da attribuire a Gasparo Bruschi, capo modellatore a Doccia, e al quadraturista e scenografo Domenico Stagi. La mostra si presenta come un trionfo di perizia tecnica e di ricercatezza ornamentale.
L’unicità del Museo di Doccia, del suo patrimonio artistico, e della Manifattura ci hanno spinto ad organizzare una mostra diversa. Questa mostra è frutto non soltanto di una stretta collaborazione tra i curatori e gli storici dell’arte che vi hanno contribuito in un serrato confronto culturale e politico, ma anche di una fitta rete di partecipazione di istituzioni italiane e straniere. L’auspicio è che La Fabbrica della Bellezza rappresenti un primo modello di collaborazione tra pubblico e privato, e che contribuisca alla rinascita del Museo e al rilancio della Manifattura Ginori. (Direttore del Museo Nazionale del Bargello, Paola D’Agostino)
Informazioni utili
La fabbrica della bellezza.
La manifattura Ginori e il suo popolo di statue
a cura di Tomaso Montanari e Dimitrios Zikos
Museo Nazionale del Bargello
via del Proconsolo, 4
50122 Firenze
18 maggio – 1 ottobre 2017
www.bargellomusei.beniculturali.it