La Permanente di Milano ha ospitato ieri sera, martedì 30 maggio 2017, l’asta primaverile di Finarte dedicata all’arte moderna e contemporanea. Quasi quattro ore di asta. Duecentoquarantatre opere in catalogo. Duecentoquarantadue effettive perché una ritirata. Nessun gran risultato (eccetto un disegno di Giorgio Morandi battuto a 89.400 euro compresi i diritti) e molti lotti invenduti.
La rinata maison meneghina ha totalizzato 1 milione di euro (compresi i diritti) con un venduto del 50% dei lotti, ma gran parte di quelli aggiudicati non ha raggiunto neanche la stima minima. Si contano praticamente su una mano quelli che hanno superato la stima massima.
La prima opera presentata è stata Cinq Bouteilles de bière Heineken (1993). Una collaborazione tra Tracey Emin e Sarah Lucas. Battuta per 3.000 euro***. Prezzo più basso rispetto alla stima minima di € 4.000 – 6.000.
Pochissimi lotti, come detto, hanno superato il valore di stima massimo. Uno tra questi è stato Strada di Salvo. La stima più alta era di € 3.500 ed è stato battuto per € 4.700. Un superamento quasi irrisorio. Forse sarà un buon acquisto, grazie anche alla mostra in corso in questo momento al LAC di Lugano dedicata all’artista scomparso nel 2015 e ad Alighiero Boetti.
La Pop Art italiana ha avuto i suoi successi durante le aste passate. Ma non stasera. Più della metà dei dipinti di Tano Festa è rimasta invenduta e uno dei suoi Michelangelo è stato battuto a solo 6.000 euro. Prezzo inferiore rispetto alla stima minima. Molti Schifano sono rimasti al palo. E quelli che – a detta del battitore – sembravano aver suscitato interesse duranti i giorni di esposizione, sono stati venduti a poco. Neppure un décollage 140x100cm del 1972 di Mimmo Rotella ha avuto fortuna ieri sera. La Plastica grande per la ricerca delle cose (1971) di Tino Stefanoni ha quasi raddoppiato la stima minima. Battuto dopo qualche rilancio al telefono a € 4.200. L’opera Ricordo del 1977 di Giangiacomo Spadari ha raddoppiato la sua stima massima, raggiungendo i € 1.500. I quattro volti di Giano (1961) di Gianni Bertini, dopo diversi bid, ha raddoppiato il prezzo di partenza fermandosi a 13.000 euro.
Diverse le offerte scritte per un Senza titolo di Vasco Bernini ma l’aggiudicazione si è fermata al traguardo più basso di € 12.000. L’opera del 1957 di Vinicio Berti ha destato interesse tra gli acquirenti e ha raggiungo i € 4.000, contro le quotazioni di € 1.800 – 2.500. Bene anche Qe47 (1960) dell’artista Hsiao Chin, nato a Shangai nel 1935, che ha raggiunto i € 2.200.
Le opere proposte di Fausto Melotti sono state vendute ma senza suscitare grande scalpore. Solamente una ha raggiunto la stima massima assegnata. Pietro Consagra è rimasto invenduto. Le opere di Piero Dorazio, Roberto Crippa, Mario Nigro, Mario Sironi e Carla Accardi non hanno sempre trovato una nuova casa. E se anche l’avessero trovata… il tutto con molta fatica. Per citare un esempio, di Carla Accardi Verderosso del 1970 è stato battuto a € 16.000. Duemila euro in meno rispetto alla stima minima. Una china su carta – Nudi femminili (1960-1964) – di Lucio Fontata è stata aggiudicata nelle stime a €6.500.
E finalmente arriviamo al lotto 110. Una Natura morta datata 1945 di Giorgio Morandi. L’unica opera (davvero l’unica!) degna di nota. Con un prezzo di partenza di € 23.000, dopo che si sono alzati molti cartellini numerati, offerte al telefono e via internet, questa matita su carta è stata venduta a € 72.000. Riaccendendo, seppur per poco, la serata e la gente presente. Altre opere successive del medesimo artista non hanno suscitato particolare interesse. Una invenduta e un’altra non ha raggiungo la stima minima.
Nessuno interesse per Gino Severini. Tre opere, una dopo l’altra, rimaste senza acquirente. Su tre opere di Giulio D’Anna solamente una ha movimentato un po’ i collezionisti: La radio e la carta stampata (1932-1933), che dopo qualche offerta è stata aggiudicata a € 20.000. La tela emulsionata di Luca Maria Patella ha suscitato interesse tra i compratori. Partendo da una prima offerta di € 1.000 è arrivata a € 6.000.
Una giga installazione di carta di Emilio Isgrò – Dichiaro di non essere Emilio Isgrò – è rimasta invenduta. Le altre sue opere sono state acquistate ma senza raggiungere cifre degne di nota. Anche l’installazione di Pier Paolo Calzolari, composta da telegrammi e documenti vari, è rimasta al palo.
Seppur morto recentemente, l’unica opera presentata di Jannis Kounellis è stata venduta quasi sfiorando la stima minima – € 1.800 per una tecnica mista su carta di 29x20cm. Un’altra opera che ha svegliato un po’ i presenti in sala è stata Ferro spezzato (1974) di Giuseppe Spagnulo, battuto a € 17.000. Rodolfo Aricò, Agostino Bonalumi e Dadamaino non hanno suscitato interesse nel pubblico. Se non per l’opera L’inconscio razionale datata 1975 e appartenente a quest’ultima. Partita da € 14.000, ha raggiunto i 20.000 euro. Le tele di Giorgio Griffa non hanno avuto alcun successo. Così come la grande tempera su intonaco di Elio Marchegiani.
Sfida tra una signora in seconda fila e un acquirente al telefono per l’opera Oggetto cromocinetico 4 sfere (1970) di Franco Costalonga. Con un prezzo di partenza di € 1.600 è stato venduto alla persona al telefono per € 4.400.
Piccolo boom di offerte via internet per una tecnica mista su cartone datata 1982 di Franco Grignani arrivata a € 15.500. E tra telefonate e rilanci in sala anche Asimmetria cristallografica di Mario Ballocco ha raggiunto una buona aggiudicazione, di € 6.500 contro i € 1.500 -2.500 di stima. Anche Igor Mitoraj ha avuto un discreto successo. L’opera del 2001, Hypnos, è stata venduta a € 26.000 contro i 22’000 di stima massima.
Non sembra siano servite le poche buone aggiudicazioni che ci sono state. Come per la scorsa vendita di novembre 2016, non sembra siano state sufficienti per far decollare la serata (leggi qui il report della vendita di novembre 2016). Vedremo come andrà l’asta di questa sera, 31 maggio, dedicata alla fotografia e ai multipli d’artista.
*** se non segnalato diversamente, i prezzi nell’articolo sono da considerare senza diritti (hammer price)
Le bottiglie tornano sempre, io lo dissi!