Omaggio ad Andrzej Zulawski, e in anteprima italiana il suo ultimo film: Cosmos. Dal 14 giugno al 2 luglio presso Cineteca Spazio Oberdan.
Fondazione Cineteca Italiana propone un omaggio a uno degli autori più originali, discussi e interessanti del panorama europeo dagli anni ’70 in avanti, il polacco Andrzej Zulawski, scomparso nel febbraio 2016.
Sei i lungometraggi in rassegna, fra i quali l’ultimo lavoro di Zulawski, Cosmos, Pardo d’Oro per la miglior regia al festival di Locarno 2015 e che presentiamo in anteprima italiana.
Con Amour braque – Amore balordo (1985) -la cui sceneggiatura è tratta da L’idiota di Fëdor Dostoevskij– aveva lanciato la sua musa e attrice feticcio, Sophie Marceau. L’attrice è stata sua moglie per 17 anni (la fine del loro rapporto è stato argomento di ben due libri, inediti in Italia: O niej e L’infidélité).
Su PossessionAndrzej Zulawski ha detto: «La genesi di Possession?, il film del mio rilancio internazionale? Ebbene, Possession era un film a cui pensavo da molti anni, da quando ero quasi ostaggio in Polonia. Quando mi sono ritrovato in America, dopo le mie vicissitudini in patria, ho convinto un produttore americano spiegandogli semplicemente la trama in questo senso: il film che voglio girare è la storia di una donna che fa all’amore con una piovra. Così ho convinto il produttore americano a versarmi un milione e mezzo di dollari sull’unghia, così, davvero semplicemente».
Andrzej Zulawski è entrato nella storia del cinema grazie al suo stile enigmatico e inquietante, profondamente oscuro e permeato di presenze minacciose. È stato padre di molti dei nostri incubi e per questo gli siamo debitori.
Cosmos, tratto dall’omonimo romanzo di Witold Gombrowicz, ha rappresentato per Zulawski il ritorno al cinema dopo 15 anni di assenza. Un film sciarada, un mosaico di citazioni cinematografiche, letterarie, teatrali il cui linguaggio rimanda al surrealismo storico e al teatro dell’assurdo.
«Oggi sono uno scrittore –ha dichiarato Zulawski poco prima di rimettersi al lavoro su Cosmos- mi definisco uno scrittore del mio tempo. Il cinema in fondo è anche una conseguenza, poi certamente continua ad essere una grande passione. Poi, dal mio punto di vista, sento che c’è un altro motivo per fare il cinema: attraverso l’obiettivo della macchina da presa sento davvero di poter comunicare onestamente i miei eccessi, i miei deliri, i miei incubi. Con la scrittura invece non rinuncio al privilegio di poter davvero ragionare. Obiettivi sempre presenti: la politica, gli uomini, la cultura»
>> Sul sito della cineteca il programma completo della retrospettiva.