Un altro successo per la casa d’aste milanese Il Ponte. Il dipartimento di arte moderna e contemporanea, guidato da Freddy Battino, è riuscito nuovamente a suscitare l’interesse dei collezionisti che nella giornata di oggi, 13 giugno, sono accorsi numerosi nelle sale di Palazzo Crivelli, in via Pontaccio. Oltre 270 lotti sono stati esitati in due sessioni, molti dei quali hanno avuto ottime performance fermandosi a prezzi decisamente superiori alle stime.
Il totale è di € 5.640.000 (compresi i diritti), in linea con le due sessioni di vendita del 2016, che avevano regalato alla maison italiana due importanti record d’asta per Bruno Munari e per Piero Manzoni. Anche in questa calda giornata di fine primavera le sorprese e i record non sono mancati. Partiamo con il top lot della vendita. La natura morta del 1961 di Giorgio Morandi ha visto una bella gara di rilanci ed è stata aggiudicata a 450 mila euro (senza diritti***). Anche un’acquaforte del 1928 del pittore bolognese ha visto un prezzo finale ben superiore alle stime. Da 26 mila euro è stata acquistata da un acquirente in sala per 44 mila €.
Sembra che Battino e il suo staff abbiamo visto giusto anche in questa occasione. «Ho focalizzato l’attenzione sulla scultura italiana – in lenta crescita sul mercato, ma un sicuro investimento nel medio/ lungo periodo – con uno storico bronzo di Mino Rosso del ’34 con un invidiabile curriculum espositivo (Biennale Venezia, Quadriennale di Roma ecc); un “Ferro-cemento” di Uncini altro più di 3 metri, una grande stele di Arnaldo Pomodoro; una ”Crocefissione” di Somaini, uno storico bronzo Pietro Consagra, ”Colloquio duro ” del 1958 e ancora opere di Mastroianni, Cappello, Melotti, Franchina, Fontana e Staccioli». Così l’esperto raccontava il suo catalogo prima della vendita.
E proprio la scultura di Rosso “Rapporti di forme” è stato il primo record d’asta della giornata. Offerto a 5,5 – 7,5 mila euro, il prezzo è rapidamente salito fino alla battuta di 27 mila €. La scultura di Consagra ha fatto 40 mila euro, il “Grande martirio piagato” di Francesco Somaini da 6 mila € è stato venduto a 16 mila, “Stella” di Igor Mitoraj da 25 mila è arrivata a 82 mila, la “Figura alata” di Lucio Fontana, una ceramica policroma del 1937, dal primo bid di 16 mila è volato subito a 30 mila per poi fermarsi a 40 mila euro. Bene anche le ceramiche di Melotti e le due sculture di Gio Pomodoro che si sono distinte per aver superato di gran lunga le stime.
Il “Paesaggio urbano con ferroviere” dei primi anni ’20 di Mario Sironi è stato venduto a un compratore al telefono per 82 mila euro. Del pittore del Novecento italiano, molto bene anche le altre aggiudicazioni (lotti 132/133/134/136/137). L’autoritratto di Achille Funi del 1921 da 5000 euro è arrivato a 48 mila. Una “natura morta con bottiglia” di Filippo De Pisis da 4 mila a 10.500 euro. Sue anche le “Uova di Pasqua” aggiudicate a 33 mila euro (da 10 mila). “Luci di velocità” del 1913 di Giacomo Balla da 6500 a 36.000€ . Un collage di Giulio D’Anna degli anni Trenta da 3600 a 18.000.
Molto bene anche le opere su carta, segmento che sembra delinearsi sempre più come una buona opportunità di investimento. Già della mattinata una piccola china su carta di Sol LeWitt del 1974 è stata molto contesa tra diversi offerenti. Da una partenza di 1,5 mila euro, è arrivata a 8000 e nel pomeriggio “Curvy Brushstrokes” da 5000 è stata battuta a 15.000. Sempre nella prima sessione d’asta, “Colpo di vento” – matita, china e inchiostro- di Fortunato Depero è stata aggiudicata a 10 mila euro (stima 1800/2400).
Quattro grandi Big internazionali hanno avuto ottime performance con i works on paper in catalogo: il delicato acquerello del 1918 di Kandinsky è stato venduto a 86 mila euro a un buyer al telefono (stima 50/70 mila), un pastello del 1963 di Joan Mirò ha visto una gara serrata che si è conclusa con un’offerta – sempre al telefono – vincente di 42 mila euro (st. 15/25 mila), una china di Wols del 1940 ha cambiato proprietario per 38 mila euro (st. 15/25 mila), e un acquarello di Chagall da 15 mila si è fermato a 28 mila euro.
Giorgio de Chirico era uno degli autori di punta del catalogo, presente con tre opere. “Lepre e pernici” del 1923, appartenuto al suo mercante e collezionista fiorentino Giorgio Castelfranco aggiudicato al telefono a 65 mila (st. 25/35 mila), “Busto di donna in verde” del 1924 a 46 mila (st. 28/35 mila) mentre “Achille e Chirone” del 1938 è rimasto al palo (st. 50/70 mila).
Tra le altre aggiudicazioni di rilievo si segnalano Rodolfo Aricò (11 mila €), Agostino Bonalumi (7500 €), Mauro Staccioli (lotti 75/76), Bruno Munari con “Negativo-positivo” del 1964 che da 2800 euro è arrivato a 17.000 e con una “Macchina inutile” che da 3500 è stata battuta a 10 mila euro, una serigrafia di Andy Warhol (da 800 è salita a 4500), un Adami del 1961 (da 7000 a 18.000 euro), un Emilio Scanavino del 1966 (da 20 a 90 mila euro), un progetto di Christo del 1964 (195 mila€), un decollage di Mimmo Rotella (da 10.000 a 31 mila), Jean Dubuffet (da 30 mila a 64 mila), un Jean-Paul Riopelle del 1954 (110 mila), una scarpa dorata con forme falliche della giapponese Yayoi Kusama ( da 10 mila a 35 mila) e infine Irma Blank, il secondo record d’asta della giornata, con l’aggiudicazione a 80 mila euro di “Radical Writings, Schrifzug=Atemzug” del 1994.
*** tutte le aggiudicazioni citate sono da considerarsi senza diritti d’asta
Il vero trionfatore e stato Emilio Scanavino con un capolavoro del ’66 che ha più che quadruplicato la base. Pregevolissima poi un’opera di Piero Dorazio del 1981 che non citate; leggendo il Vs articolo mi rendo conto che probabilmente ho assistito ad un’altra asta …