La fisicità del colore. Il colore che si eleva a soggetto. Dai densi coaguli tattili di Pino Pinelli (Catania, 1938) ai pesanti panneggi di Umberto Mariani (Milano, 1936). Dal gioco materico che lega l’emergere di trame e textures nelle tele di Gianfranco Zappettini (Genova, 1939) alle superfici increspate di Peter Halley (New York, 1953). Dal rigore analitico e la leggerezza che permea le opere di Elio Marchigiani (Siracusa, 1929) e Giorgio Griffa (Torino, 1936), fino alla pittura impalpabile di Claudio Olivieri (Roma, 1934). Accanto a questi prosatori del mezzo pittorico -indagatori del processo operativo della pittura con la “p” maiuscola-, una sala interamente dedicata al “poeta della materia” Cesare Berlingeri (Cittanova, 1948) con le sue indagini atte a trasformare il colore in oggetto fisico tangibile. Ecco i protagonisti che animano l’esposizione curata da Beatrice Audrito dal titolo La fisicità del colore. La trasfigurazione del colore in entità fisica tangibile presso la sede della galleria Spirale Milano a Forte dei Marmi (via Giosué Carducci, 45) fino al prossimo 24 giugno 2017.
Una necessità di tornare a “fare pittura”. Una risposta all’onda concettuale che alla pittura preferiva altre operazioni linguistiche più sintetiche e minimali. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta artisti come Gianfranco Zappettini, Pino Pinelli e Giorgio Griffa hanno avuto come obiettivo quello di dimostrare che la pittura non solo era ancora viva, ma anche necessaria e inesauribile. Pittura Analitica, Pittura Pittura, Nuova Pittura, Supports/Surfaces, Groupe ’70. Singolarmente o in gruppi di lavoro l’indagine che li accomuna è una sola: “ri-fondare” la pittura partendo dall’analisi dei suoi elementi costitutivi.
“Mi interessava che la materia che utilizzavo diventasse essa stessa spazio. Non volevo addizionare la superficie ma manipolare la materia affinché diventasse significante di per se stessa”. Cesare Berlingeri
La mostra pone l’accento su quegli artisti che, pur lavorando con tecniche e materiali differenti, hanno condotto una ricerca atta ad elevare il colore a soggetto, elemento principale ed autosignificante. In questo “discorso sulla pittura” il colore prende forma e diventa derma, corpo fisico, oggetto tangibile allo sguardo come al tatto. Si vuole far cogliere al fruitore tutto il suo peso, la sua granulosità oppure la sua leggerezza e impalpabilità. Le bianchissime sale della galleria temporanea -adibita stagionalmente a rassegne estive- raccolgono un nucleo di opere che, se pur molto differenti tra loro, sono il risultato di una stessa indagine. Pur mantenendo il proprio linguaggio peculiare, gli artisti selezionati affrontano tutti la stessa problematica: “oggettivare la pittura”, ovvero analizzarla rendendo autonome le sue componenti. La riflessione compiuta da questi artisti, inizialmente autoreferenziale, ha poi condotto ciascuno di loro a generare nuovi linguaggi pittorici, a loro volta produttori di nuovi universi linguistici del visibile.
Uno sguardo che va oltre. Oltre al colore come elemento riempitivo della forma o come semplice pigmento steso su una superficie piana. Oltre alla tela nella sua mera funzione di supporto. Oltre alla tecnica e ai materiali tradizionali. Il risultato? Il colore si svincola dal suo spazio di delimitazione e la tela da sfondo-cornice emerge, mostrando tutte le sue qualità fisiche. Ogni componente diventa elemento autonomo e significante. In sostanza: La fisicità del colore, dagli anni Settanta ai più recenti sviluppi. Quarant’anni di ricerca con un fine comune: oggettivare la pittura. Fino al 24 giugno 2017, a Forte dei Marmi.
Informazioni utili
La fisicità del colore. Pinelli, Zappettini, Marchegiani, Griffa, Olivieri, Mariani, Halley, Berlingeri. La trasfigurazione del colore in entità fisica tangilibe
Spirale Milano, Via Giosué Carducci, 45 – Forte dei Marmi (LU)
Dal 27 Maggio al 24 Giugno 2017
A cura di Beatrice Audrito