In anteprima a Bologna Cherchez la Femme! (Due sotto il burqa) di Sou Abadi, commedia leggera sull’incontro fra diverse culture religiose. A dicembre nelle sale italiane.
Dopo il successo di Io Danzerò, è ancora la Francia a conquistare il pubblico di Biografilm Festival. Presentato in anteprima a Bologna Cherchez la Femme! (Due sotto il burqa) di Sou Abadi, commedia leggera sull’incontro fra diverse culture religiose, uscirà a dicembre nelle sale italiane.
Le danze sinuose e psichedeliche di Soko potranno anche aver aperto la tredicesima edizione di Biografilm Festival – International Celebration of Lives (Bologna, 09-19 giugno 2017) con le immagini di Io Danzerò (La Danseuse, Stéphanie di Giusto, 2017), ma la rivelazione di quest’anno al festival è stata un’altra: Due sotto il burqa – Cherchez la Femme!, presentato in anteprima al pubblico bolognese sabato 17 giugno al Biografilm Hera Theatre – Cinema Arlecchino.
Commedia francese attuale e irriverente, il film della regista iraniana Sou Abadi è il vero colpo grosso di Biografilm 2017.
Cosa non si farebbe per amore? Armand e Leila stanno pianificando di volare insieme a New York, ma pochi giorni prima della partenza, Mahmoud, fratello di Leila, fa il suo ritorno da un lungo soggiorno in Yemen, un’esperienza che lo ha cambiato… radicalmente: ai suoi occhi, ora, lo stile di vita moderno della sorella offende il Profeta. L’unica soluzione è confinarla in casa e impedirle ogni contatto con il suo ragazzo. Ma Armand non ci sta e pur di liberare l’amata escogita un piano folle: indossare un niqab e spacciarsi per donna. Il suo nome d’arte? Shéhérazade. Quello che Armand non si aspetta è che la sua recita possa essere sin troppo convincente, al punto da attirargli le attenzioni amorose dello stesso Mahmoud…
“Il y a une femme dans toute les affaires; aussitôt qu’on me fait un rapport, je dis: ‘Cherchez la femme’.”
L’espressione “cherchez la femme!” nasce nel lontano 1864, sulle pagine del romanzo Les Mohicans de Paris di Alexandre Dumas.
Non serve grande intuito per la sua interpretazione: “C’è una donna in ogni caso; – dice l’investigatore protagonista del romanzo; – appena mi portano un rapporto, io dico: ‘Cherchez la femme’.”
>> L’espressione nel corso degli anni ha fatto spesso capolino qui e là nella cultura (più o meno) pop: utilizzata da Carlo Emilio Gadda in Quer Pasticciaccio Brutto de Via Merulana (1957); approfondita da Italo Calvino nelle celebri Lezioni Americane; tormentone di Black Dahlia (1987) di James Ellroy; pronunciata da Faye Dunaway in Chinatown (1974) di Roman Polański; fino ad arrivare alla sua ripetizione nei titoli di testa della serie televisiva Nikita (2010-2013).
Insomma, “cherchez la femme” è diventato un modo di dire che incarna un cliché del genere pulp: qualunque sia il problema, alla sua radice ci sarà sempre e comunque una donna.
Francese per tutto ciò che può significare l’espressione “commedia francese”, Due sotto il burqa (adattamento forse un po’ infelice…) si concede un tono leggero su una questione attuale e spinosa.
Spostandosi dall’ombra dell’albero minaccioso del politically correct, la regista Sou Abadi – alla sua prima regia di un lungometraggio di fiction – fa tesoro delle sue origini iraniane (il suo primo documentario, SOS Tehran, 2008, era un’indagine impegnata e coraggiosa sulle falle dei servizi sociali nella capitale iraniana) e costruisce un film in primo luogo divertente, che si prende gioco degli stereotipi e delle differenze fra le diverse culture religiose senza scadere nel cattivo gusto.
Al centro del film ci sono le contraddizioni tipiche della cultura occidentale, che davanti al diverso gira in tondo come la protagonista di un anime giapponese e non riesce a capire più niente.
I genitori di Armand, che vengono dall’Iran e si trovano a Parigi in quanto rifugiati politici, sono rivoluzionari impegnati in qualsiasi forma di lotta per i diritti umani e civili, ma nonostante questo vittime del sistema di valori borghese. “Non ti sembra una contraddizione che una femminista voglia organizzare un matrimonio combinato al proprio figlio?” dice Armand, messo alle strette dalle continue proposte della madre che lo vorrebbe sistemato con una ragazza intelligente e laureata.
>> Allo stesso modo, Mahmoud al suo ritorno distrugge le foto di famiglia e il poster della Dolce Vita di Fellini: simboli del degrado occidentale e della corruzione della società democratica e capitalista. Liberté, Égalité, Fraternité? “Libertà di spacciare e uguaglianza del diritto di disoccupazione” è quello che dice di vedere. Ma il suo fondamentalismo non ha basi solide, così come è chiaro nei precetti confusi dei suoi amici e agli occhi del fratello adolescente: è costruito su luoghi comuni deboli e trova una dura avversaria proprio nella protagonista, che a sorpresa risponde con ardore intonando Bella Ciao.
Due sotto il burqa è la tipica commedia degli equivoci, che in un crescendo di confusione, misunderstanding e grotteschi paradossi si muove verso la tradizionale risoluzione dei conflitti, intrattenendo il pubblico senza fastidiose pretese d’intellettualismo.
Forse in alcuni momenti la sua comicità pecca di faciloneria, ma senza infastidire. Protagonista del film è la quotidianità, la vita di tutti i giorni, che per una volta viene affrontata senza termini aulici o inutili sentimentalismi, ma con un buon ritmo comico e senza generalizzazioni. Insomma, per una volta in modo intelligente.
Due sotto il burqa (Cherchez la Femme!) uscirà nelle sale italiane il 7 dicembre 2017, distribuito da I Wonder Pictures.