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Divina creatura. La donna diventa protagonista alla Pinacoteca Züst di Rancate

divina creatura pinacoteca züst Edoardo Tofano- Il ventaglio, olio su tavola. Collezione privata, courtesy Enrico Gallerie d’arte

Divine creature. Raffinate protagoniste delle ultime decadi dell’Ottocento. La bellezza muliebre abbaglia il Ticino. La moda femminile diventa uno degli elementi che determinano la modernità dell’opera d’arte del diciannovesimo secolo. La Pinacoteca Züst di Rancate (Mendrisio) “si tinge di rosa” e presenta la mostra Divina creatura. La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento che, dal prossimo 15 ottobre al 28 gennaio 2018, intende ricreare e testimoniare il cambio di paradigma nella storia del costume femminino in Europa.

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Edoardo Tofano- Il ventaglio, olio su tavola. Collezione privata, courtesy Enrico Gallerie d’arte

La mostra presenta una sessantina di sculture e dipinti al femminile ai quali si aggiungono una sequenza di ventagli d’autore e un nucleo di ricercati abiti d’epoca.

Nel 1858 esplode a Parigi l’Haute Couture di Worth, subito amplificata e diffusa dai primi Grand Magasins che spopolano nelle principali metropoli europee. “Essere alla moda” diventa presto l’imperativo condiviso nella seconda metà dell’Ottocento dalle donne di pressoché tutti i ceti sociali. La circolazione di figurini e di molte riviste illustrate, tra cui la celebre “Margherita”, l’irrompere della fotografia, i celebri affiches di Sartorie e Grandi Magazzini, portano a diffondere la moda in modo più che capillare.

Sono anni in cui si consolida il ruolo della donna anche al di fuori delle pareti domestiche. Pur presentando alcuni abiti d’epoca e un nucleo di ventagli firmati da Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Federico Zandomeneghi, Giuseppe De Nittis, Pompeo Mariani e Pietro Fragiacomo, la Pinacoteca Züst sceglie di illustrare questo momento storico ricorrendo alle testimonianze che i grandi artisti ci tramandano attraverso le loro opere.

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Italo Nunes Vais- Ancora un bacio, 1885 c., olio su tela, cm 105 x 65. Novara, Galleria d’Arte Moderna Paolo e Adele Giannoni

È soprattutto attraverso il ritratto su commissione che è possibile seguire le rapide evoluzioni dell’abbigliamento femminile: i personaggi effigiati posano per i pittori e gli scultori vestiti e acconciati con attenzione nei confronti dei dettami imposti dalla moda ma anche mostrandosi in sintonia con il proprio preciso ruolo sociale. Spesso i modelli sono rappresentati da donne simbolo, a cominciare dalla regina d’Italia, Margherita di Savoia, o da figure appartenenti all’aristocrazia internazionale distinte grazie alla propria eleganza, come, per restare nel Cantone Ticino, la contessa Carolina Maraini Sommaruga (1869-1959) alla quale verrà dedicata una sezione apposita.

Negli anni del realismo, accanto a Bertini si ricordano Domenico e Gerolamo Induno, Eleuterio Pagliano, Mosè Bianchi, Antonio Ciseri, Tranquillo Cremona, Ernesto Fontana, in una mappa che attraversa le regioni d’Italia e travalica il confine elvetico. Verso la fine del secolo non si parla ormai più di fenomeno di moda solo attraverso l’abbigliamento, ma anche attraverso la gestualità, le movenze, la dizione, in una parola: lo stile. Sono interpreti di questo rinnovato ritratto mondano maestri celebrati anche Oltralpe, come Giovanni Boldini, Paul Troubetzkoy, Vincenzo Vela, Vittorio Corcos, Giacomo Grosso, oltre ai ticinesi Pietro Chiesa, Luigi Rossi e Adolfo Feragutti Visconti.

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Paul Troubetzkoy- Dopo il ballo, 1897, bronzo, cm 50 x 68 x 68. Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano. Collezione Città di Lugano.

Accanto al ritratto, negli anni del realismo è la pittura di genere a documentare con efficacia iconografica l’evoluzione della moda femminile, ma anche le più diffuse tipizzazioni dei ruoli. Dopo il 1860 in pittura si moltiplicano le scene di ambientazione quotidiana e borghese, ispirate a momenti di vita familiare in cui la donna è protagonista. Di ciascuna gli artisti restituiscono l’abbigliamento con dettagliata cura perfino negli accessori, in modo da permettere allo spettatore di seguire le minime mutazioni di gusto, trasformando la moda in uno degli elementi che determinano la modernità dell’opera.

Questo filone accomuna la sperimentazione degli artisti di tutte le scuole regionalistiche italiane e di quella del Cantone, dai Macchiaioli -tra cui Antonio Puccinelli e Odoardo Borrani- ai cosiddetti italiani a Parigi come Giovanni Boldini. La mostra Divina creatura. La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento presenterà per la prima volta un genere specifico, quello dei ventagli eseguiti da artisti: accessori femminili di primissimo piano per tutto il diciannovesimo secolo, alcuni dei quali portano firme illustri.

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Vittorio Corcos- Ritratto di Carolina Maraini Sommaruga, 1901, olio su tela, cm 224 x 130. Roma, Fondazione per Istituto Svizzero

Informazioni utili

DIVINA CREATURA. La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento

Dal 15 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018

Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera

A cura di Mariangela Agliati Ruggia, Sergio Rebora e Marialuisa Rizzini
Coordinamento scientifico e organizzativo di Alessandra Brambilla

Tel. +41 (0)91 816.47.91

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