Il 14 luglio ha inaugurato la mostra “Conversazioni” dell’artista slovacco Robert Hromec, a cura di Martina Campese, presso lo spazio espositivo Arte spazio Tempo, in una delle location più affascinanti di Venezia: il Ghetto Ebraico. Già il titolo della mostra lascia intendere chiaramente la volontà dell’artista di provare ad aprire, attraverso le sue creazioni, delle opportunità di dialogo con la cultura e la storia specifiche di un popolo, quello ebraico, che riesce ancora a mantenere una forte identità distintiva all’interno della città lagunare.
Chiunque entri nel ghetto ebraico di Venezia è catapultato in una dimensione altra in cui, alla frenesia e al vociferare delle arterie principali, si sostituisce un’atmosfera di sospensione e silenzio, quella stessa sensazione che si percepisce proprio osservando le opere di Robert Hromec. La scelta della location per la mostra, infatti, non è casuale, in quanto scaturisce da una consapevole decisione dell’artista, il quale – durante un viaggio a Venezia – ha avuto modo di scoprire questa parte della città e di innamorarsene.
Partendo da questi presupposti, Hromec ha realizzato per l’occasione una serie di lavori dedicati al Ghetto Ebraico e intitolati, per l’appunto, Ghetto’s Series, che comprendono le David’s Stars – un gruppo di sei opere su tela in cui l’artista si confronta con uno dei simboli per eccellenza della cultura ebraica, la stella di Davide – e Ghetto Conversations, da cui deriva il titolo della mostra. In ciascuna di queste opere compare un motivo ricorrente nell’arte di Hromec, la figura umana, rappresentata nell’essenzialità delle forme e nella molteplicità dei gesti, che si scompone in una sequenza di più figure che si sovrappongono e si compenetrano nel reticolo di linee tracciate dall’artista. In questi lavori l’attenzione è catalizzata sui volti, posizionati a distanza ravvicinata gli uni di fronte agli altri, impegnati in dialoghi silenziosi e riservati, in cui sembra di percepire a tratti la traccia di un lieve sussurro.
I profili appena accennati di queste figure – che sembrano discendere da un mondo arcaico e misterioso – sono i protagonisti anche della serie Drawings, in cui però l’artista si focalizza sull’intero corpo umano, che acquisisce fisicità e una velata carica erotica. Osservando queste composizioni bidimensionali, in cui i soggetti – tutti rigorosamente identici – galleggiano sospesi in un tempo e in uno spazio indefinito, sembra di assistere a tratti al lento cadenzare di un video in slow motion, dove i corpi nudi di uomini e donne si cercano, si desiderano, si abbracciano e si incontrano nel delicato sfiorarsi di una mano su un volto.
L’ultima serie presente in mostra è Aluminium, in cui Hromec – sfruttando le sue abilità incisorie – dà libero sfogo alla sperimentazione artistica su un nuovo supporto: l’alluminio. In questa serie dagli accenti più barocchi e dai toni più sgargianti, l’artista sperimenta tecniche e media differenti, virando verso soluzioni di matrice astratta, pur senza rinunciare mai al dettaglio figurativo. Ecco, quindi, che l’alluminio dipinto, graffiato e bruciato rivela qua e là volti, mani e piedi di figure umane risucchiate dalla pura energia del colore.
Le conversazioni con il Ghetto di Robert Hromec ci inducono all’ascolto di un silenzio carico di significati e di storie che vogliono raccontarsi, storie personali che appartengono alla nostra dimensione interiore, ma anche storie di altri, di culture, tradizioni e usanze che si tramandano da secoli e che continuano a vivere nella nostra memoria attraverso una sincera apertura al dialogo.
Informazioni utili
CONVERSAZIONI
ROBERT HROMEC | SUSSURRI DAL GHETTO
a cura di MARTINA CAMPESE
14 – 07 | 31 – 08 – 2017
La mostra sarà visitabile dal martedì al sabato 10:30 – 13:00 e 15:30 – 19:00. Domenica su appuntamento.
Arte Spazio Tempo, Campo del Ghetto Nuovo 2876-2877, Venezia