Bastano pochi giorni di “trasferta” per innamorarsi della terra “dove c’è sempre il sole”: corse a 90 chilometri orari lungo le infinite strade immerse tra steppa e oliveti; lidi rocciosi e lidi sabbiosi, acque cristalline tappezzate da macchie di un blu intenso quando il mare si fa più profondo; secoli e secoli di storia, di conquiste, di guerra e di ciò che ha lasciato, di valli, di templi, di grecità, e perché no? Di cultura, e quanta cultura.
Non è mai stata così attuale la tipica frase che lombardi & Co si sono tramandati di generazione in generazione: «Cosa vai a fare all’estero, quando abbiamo la Sicilia qui in Italia?». Perché non di solo mare, non di sola natura, non di sola storia è fatta quest’isola: qui si parla della cucina del cuore. Ecco di cosa trattano queste poche righe: un tour enogastronomico in qualche ristorante più o meno noto della terra siciliana. Solo qualche accenno, senza dilungarci, per far venire l’acquolina e convincere anche i più oziosi tra i lettori a prenotare un aereo senza pensarci due volte.
Trapani
È bello il trapanese, ed è punto di partenza consigliato per sgattaiolare presto la mattina fuori dal letto e visitare luoghi come Castellammare del Golfo e Scopello, per farsi una passeggiata all’interno della verdeggiante Riserva dello Zingaro prima di tuffarsi in una delle sue baie incastonate nella roccia, per coccolarsi sulla spiaggia infinita di San Vito Lo Capo. Ma di Trapani è imperdibile anche il centro storico, la sera, quando, dopo una doccia, ci si vuole mescolare alla massa di indigeni e turisti che non vogliono perdere occasione per quel po’ di sana movida.
E la cena la si fa severamente all’Osteria La Lanterna. Eh si, perché è qui, in questo ambiente familiare, che si trova pace per i sensi… e per lo stomaco. Accolti col sorriso, ci accomodiamo al nostro tavolo e subito veniamo illuminati da un personale che più formato e preparato di così non ci si poteva proprio aspettare. Breve la lista dei vini, ma perfetta espressione del territorio, e ben calibrata con i piatti tipici proposti. Caschiamo bene su un Donnafugata (un’assicurazione nel campo enologico, e anche una buona “proposta del giorno” per chi passasse da Marsala) e ci facciamo servire un antipasto di tonno, in tutte le sue possibili declinazioni: dal quello affumicato a quello crudo, dal cuore alla bottarga. Un plauso ai primi è necessario: l’intramontabile Pasta alle sarde e un buon piatto di Spaghetti ai ricci di mare. Tutto il sapore del mare, tutto il gusto del casereccio e tutta la cordialità di una buona compagnia e di un buon servizio rendono l’Osteria La Lanterna tappa obbligata per chi si trovasse in centro Trapani.
Mazara del Vallo
Prima si sceglie la spiaggia dove recarsi: quella di fronte al centro è carina, ma le migliori sono poco più distanti, raggiungibili con un servizio-trenino dove quattro chiacchiere con autista e passeggeri sono d’obbligo! Poi giusto il tempo di un aperitivo e una doccia, e il disponibilissimo albergatore del Cortile Sant’Agostino B&B ci consiglia di recarci alla Kasbah.
Ah si, qui in Sicilia ci si conosce un po’ tutti, e quando ci si può dare una mano, tra esercenti che tengono la qualità come unico criterio di perfezionamento, lo si fa. Ed eccoci, in questa cornice così intima, tipica, un gentile compromesso tra un film italiano anni ’50 e la scena romantica di una più familiare che scontata pellicola americana. In via Itria, da una parte all’altra della strada, tavoli uno dietro l’altro, e un proprietario tanto disponibile quanto capace ci presenta i piatti del giorno, senza nascondere il pescato locale e le ricette modificate perché nel piatto vinca prima di tutto la freschezza del prodotto chilometro zero.
Non rischiamo, sarebbe da stupidi, e andiamo sulla fiducia: una bella grigliata mista di pesce. Del tonno fresco, la specialità del giorno, una seppia tra le più saporite che io abbia mai assaggiato, e tra l’ampia e variegata portata che ci troviamo di fronte, gli immancabili Gamberi di Mazara del Vallo. Il prezzo è stato di encomiabile onestà, e gli amari, quelli tipici fatti in casa dal ristoratore, offerti. Trattamenti di un certo tipo rimangono in vita in rari posti: la Kasbah è uno di questi. Raccomandato il Cous cous, uno dei migliori del paese.
Ragusa
Prima di scegliere dove mangiare, è consigliabile trovare dove riposare a cena terminata: e per questo consiglio vivamente Il Giardino dei Sospiri B&B. Un piccolo appartamento, a due piani: sopra la camera da letto mansardata e sotto un salottino tanto gradevole quanto accogliente, e fuori un giardinetto grazioso, dove piante di limoni riparano dal sole e amabili tartarughe passeggiano lente tra coltivazioni spontanee e non. Questo è quello che si definirebbe un vero e proprio locus amoenus, uno di quei posti introvabili, ma che una volta scoperto, diviene destinazione irrinunciabile ogni qual volta si torni in città!
Per un buon pasto, ben mi vogliano comunque Ciccio Sultano e le sue due Stelle Michelin, io mi permetto di consigliare un curioso esempio di cucina made in Sicily con qualche contaminazione di tradizione francese. Un format a dir poco originale, nato da un amore vero, quello che unisce il siciliano Salvo, in cucina, ed Heloise, padrona della sala, francese. In tavola le Cozze alla Roquefort, da leccarsi i baffi, e una Tartare di manzo, servita, com’è da tradizione, con uovo crudo al centro, e quel tanto che basta di senape a far da contorno; al termine, una selezione essenziale ma azzeccata di formaggi francesi. Il tutto ovviamente accompagnato da un buon vino locale: Cometa di Planeta.
La cordialità del personale, la postazione strategica vicino allo splendido centro di Ragusa Ibla e il congeniale mix tra le due cucine sono i punti forti di un’esperienza da vivere almeno una volta.
Insomma, questo è lo squarcio di Sicilia che vogliamo raccontare, questo è un piccolo tassello culinario di una regione che non è mai stanca di offrire, di regalare esperienze, una regione che queste esperienze è capace di farle ricordare nel tempo, e perché no? Di farci tornare per viverle ancora una volta, mai delusi, mai stanchi… e chiaramente, mai sazi!
Camilla Rocca & Marco Di Giovanni