Inaugura sabato 14 ottobre la prima personale di Laura Giardino: che nella mostra: sedici tele inedite, tutte realizzate nel 2017 appositamente per questa occasione, in cui il linguaggio della pittura si mescola a quello della fotografia e del cinema.
Curata da Marina Guida ed esposta al PAN Palazzo delle Arti di Napoli fino al 7 novembre, la mostra, dal titolo Laura Giardino. Out of Field, accoglie i visitatori in un’atmosfera perturbante: colori acidi e antinaturalistici, prospettive incongrue, figure umane mai del tutto svelate o ritratte solo in lontananza.
Con occhio da regista, Laura Giardino inquadra porzioni di mondo e le restituisce in un’atmosfera noir non priva d’ironia. I suoi personaggi non sono mai al centro dell’immagine, sono piuttosto spinti ai margini o raccontati attraverso qualche dettaglio inatteso. La sintesi grafica che caratterizza lo stile dell’artista milanese non stempera la sensazione di straniamento che lo spettatore prova davanti alle tele, anzi, la amplifica.
Ciò che è familiare si rivela all’improvviso estraneo e quindi inquietante. Queste “cartoline” di vita quotidiana diventano visioni oniriche in cui tutto può succedere o tutto è già accaduto e sfuggito ai nostri sensi.Marina Guida nel catalogo che accompagna la mostra: “Nell’osservare le opere di Laura Giardino, la prima parola che affiora alla mente di un attento osservatore è quella che scelse Sigmund Freud per il suo famoso saggio del 1919 “Das Unheimliche”, il perturbante. L’ambiguità semantica di questo aggettivo sostantivato, composto da due termini dal significato opposto – “heim” casa, ciò che è conosciuto, accogliente, rassicurante, e “heimlich” nascosto, sconosciuto, inquietante – ben si adatta all’ambivalenza delle sensazioni che suscitano le tele di Laura Giardino”.
L’artista non dipinge una storia, ma la evoca l’atmosfera del luogo.
Laura Giardino. Out of Field
A cura di Marina Guida
PAN Palazzo delle Arti di Napoli, Via dei Mille 60, Napoli
15 ottobre – 7 novembre 2017