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Flashdance il Musical. Il Teatro Nazionale insegue la passione

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Ancora un cult cinematografico. Ancora un successo degli anni ‘80. E’ “Flashdance il Musical”, in scena fino al 31 dicembre, ad aprire la nuova stagione teatrale al Teatro Nazionale di Milano.

Dopo il successo di “Footloose” nell’autunno 2016, il palcoscenico milanese accende i riflettori sul cult movie del 1983 di Tom Hedley, proponendolo in un nuovissimo allestimento che porta la firma dello stesso Hedley e di Robert Cary, con musiche di Robbie Roth e liriche di Cary e Roth.

La nuova produzione targata Stage Entertainment e Full House Entertainment ha debuttato a Londra lo scorso luglio e ora approda in Italia per la regia di Chiara Noschese che firma così il suo primo musical di respiro internazionale.

Una vittoria facile, si potrebbe pensare, mettere in scena un musical tratto da un film che incassò all’epoca quasi 200 milioni di dollari, collezionando plurimi premi tra cui un Oscar alla Miglior Canzone (“What a feeling” cantata da Irene Cara) e due Golden Globe per Miglior Colonna Sonora e Miglior Canzone.

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Ma non è così: certo il titolo è di gran richiamo e, in veste rinnovata, ritorna sui cartelloni dopo 6 anni di assenza, ma come per tutti gli adattamenti teatrali di lavori cinematografici, i rischi di una dubbia riuscita sono alti.

«Flashdance è, per me, una grande sfida: un copione inedito, con canzoni nuove e nuovi personaggi» afferma infatti Chiara Noschese che oltre alla regia ha curato l’adattamento delle liriche e del testo.

Il risultato è un musical che tiene fede allo spirito originale del film pur tingendosi di colori più accesi e di un maggiore humor, infondendo una buona dose di energia e dimostrando che quella di Flashdance è una storia sempreverde e attuale che parla di coraggio e fiducia in se stessi.

Una sfida vinta insomma, grazie anche al valido cast selezionato. A cominciare da Valeria Belleudi bravissima nei panni di Alex Owens, la giovane ragazza, saldatrice di giorno e ballerina in un night club la sera, che insegue un sogno all’apparenza irraggiungibile. La Alex della Belleudi è di forte carattere, tenace e anticonformista.

E’ una ragazza che ha lasciato alle spalle un brutto passato e ora si destreggia in un mondo duro come l’acciaio con cui lavora in fabbrica, un mondo che sembra fatto per soli uomini, dove anche l’amore è da guardare con sospetto. Una realtà la sua che sembra lontana anni luce dal suo sogno di studiare danza, entrare in accademia e diventare una vera ballerina.

Eppure Alex insegnerà che non bisogna arrendersi e continuare a credere nelle proprie passioni. Ma per sopravvivere serve energia. Quell’energia che la protagonista sprigiona mentre balla, momenti in cui riesce a dimenticare tutto il mondo che le sta intorno.

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Incisive a questo scopo, le coreografie di Marco Bebbu danno respiro e vitalità alla realtà grigia di chi lavora giorno e notte con dedizione e costanza. Le musiche anni ‘80 ben si prestano a ritmate ed energiche sequenze ben interpretate dal preparato corpo di ballo. Nei night club l’atmosfera si fa più calda andando a cogliere le sfumature provocanti degli Eighties, senza mai cadere nel volgare.

Accanto alla Belleudi ruota un cast composto da validi attori e performer. In primis Altea Russo nei panni di Hannah, l’anziana signora con un passato da ballerina che per Alex è una sorta di angelo custode e guida. Ben caratterizzata e molto teatrale la sua performance suscita la simpatia del pubblico pur sfiorando di tanto in tanto gli eccessi.

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Altrettanto riuscita l’interpretazione di Lorena Crepaldi nei panni della sua badante dallo spiccato accento dell’est. Bravissima Ilaria De Rosa nei panni di Kiki, una delle ballerine del night e buona anche la resa del personaggio di Gloria, nei cui panni si cala Elisa Lombardi.

La colonna sonora originale del film è arricchita dalle nuove musiche di Roth e Cary che, tradotte e adattate dalla Noschese, danno vita ad un musical cantato per metà in inglese e per metà in italiano. Forse un po’ troppe ballad che restano sempre senza coreografie, ma fortunatamente le hit anni ‘80 del film, come “Maniac”, “Munhunt”, “I Love Rock and Roll”, “Gloria” e l’immancabile “What A Feeling”, riescono a tenere viva l’atmosfera.

L’ultimo plauso va alla funzionale e molto bella scenografia di Gabriele Moreschi che, con astuzia, attraverso una grande impalcatura, riesce dare spazio a tutte le ambientazioni che ricorrono nel film, ben descrivendo il grigiore e la freddezza della città in cui trova sfogo il sapiente disegno luci di Francesco Vignati.

Il provino finale nel film per entrare all’Accademia di Danza di Pittsburgh

FLASHDANCE il Musical

5 ottobre – 31 dicembre 2017

Basato sull’omonimo film della Paramount Pictures.
Sceneggiatura di Tom Hedley e Joe Eszterhas, soggetto di Tom Hedley
Testo Tom Hedley e Robert Cary Musica Robbie Roth Liriche Robert Cary e Robbie Roth
Traduzione ed adattamento Chiara Noschese

Teatro Nazionale
Via Giordano Rota, 1 – 20149 Milano
(Ex Piazza Piemonte)
Info Line: 02 00640888

www.teatronazionale.it

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