“Quello che invidio ai giapponesi è l’estrema limpidezza che ogni elemento ha nelle loro opere (…) . Le loro opere sono semplici come un respiro, e riescono a creare una figura con pochi, ma decisi tratti, con la stessa facilità con la quali ci abbottoniamo il gilet. Ah, devo riuscire anche io a creare delle figure con pochi tratti “. (Vincent van Gogh)
Non è un caso che questa citazione di van Gogh del 1888 troneggi al centro del percorso espositivo su uno dei pannelli informativi che arricchiscono la mostra “ Hokusai- Sulle orme del Maestro” – ospitata al Museo dell’Ara Pacis fino al 14 gennaio 2018 .
In questa frase c’è racchiuso tutto un mondo che si apre all’Europa quando l’arte di Hokusai (1760 -1849) e dei suoi seguaci – diretti o indiretti – fa capolino in Occidente. Siamo nella seconda metà dell’Ottocento e i porti giapponesi vengono forzatamente aperti al commercio con le potenze mondiali. Le raffinate ‘giapponeserie’ conquistano la borghesia europea: Kimono, ceramiche , armi , paraventi e cosi via. Un fenomeno durevole ma pur sempre superficiale, come tutte le mode. Decisamente più profondo invece, l’approccio degli artisti del tempo che si trovano per la prima volta a confrontare il proprio mondo tormentato e contraddittorio con quello armonico e leggero rappresentato nelle stampe policrome e nei dipinti su rotolo, che scrutano con gli occhi meravigliati di un bambino. Secondo la tesi più gettonata alcune stampe giapponesi sono state inizialmente conosciute perché venivano usate come carta per imballaggio di oggetti preziosi spediti dal Giappone nei porti europei. In realtà contribuirono anche le Esposizioni universali a cui il Sol Levante partecipò fin dal 1862.
Ad ogni modo, poco tempo dopo la sua morte, l’arte di Hokusai divenne famosa in tutta Europa , generando un’influenza profonda sugli artisti – in particolare quelli francesi – denominata dalla critica come Japonisme. Gauguin e i Nabis, Monet, Degas, Manet, Renoir, Pissarro, Klimt e molti altri ripresero motivi iconografici e stilistici dell’arte giapponese. Forse l’omaggio più sincero ed evidente alla stampa giapponese Ukiyo-e è proprio quello di Van Gogh con la sua Cortigiana che riprende quella di Keisai Eisen , uno dei protagonisti della mostra, insieme a Hokusai. Uno dei numerosi discepoli del Maestro che ne seguì le orme nella rappresentazione del Mondo Fluttuate – e questo fa capire anche il senso del titolo dell’esposizione – seppur con una propria originalità compositiva. Come spiega infatti la curatrice della mostra, Rossella Menegazzo “La scelta è stata quella di inserire una selezione importate di opere di Eisen , più giovane di Hokusai di circa trent’anni. Ha cominciato a dedicarsi alla xilografia proprio sulla scia del successo delle 36 vedute di Hokusai e quindi mentre il Maestro si ritirava dal mondo della produzione seriale delle xilografie per dedicarsi solo alla pittura, Eisen entra nel mondo della xilografia e comincia a produrre le sue opere che sono un vero e proprio catalogo di moda , un po’ il Vogue del Giappone dell’Ottocento.” Cos’è dunque questo mondo fluttuante rappresentato nelle opere di Hokusai e dei suoi seguaci? E’ il mondo che passa, la vita quotidiana.
Le immagini della stampa giapponese Ukiyo-e sono lo specchio della società del Giappone durante il fiorente periodo Edo (1603 -1868). Il crescente sviluppo delle vie di comunicazione e dei commerci crea un’esplosione di infrastrutture, ponti , locande, negozi, luoghi di piacere e di svago. Si affaccia sul mercato dell’arte una nuova domanda, quella di una “borghesia” che vuole rispecchiarsi nelle opere del proprio tempo, scandito da una leggerezza un po’ frivola fino a quel momento sconosciuta . Ecco dunque che la nuova riproduzione a stampa riesce a rispondere in termini quantitativi e qualitativi ai nuovi bisogni del mercato. Scene di paesaggi, attori e beltà del luogo si susseguono vertiginosamente. Hokusai diventa in breve tempo il maestro dello Ukiyo-e tanto da oscurare, soprattutto in Europa, la fama di seguaci di assoluto valore come Eisen. La mostra si propone dunque di porre le opere del maestro in dialogo con i suoi allievi per dimostrare come , pur partendo da una matrice comune, ognuno poi abbia sviluppato un proprio stile personale, seppur non facilmente percettibile ai nostri stanchi occhi occidentali. Infatti, a parte i bellissimi rotoli dipinti su seta e su carta che hanno un impatto visivo immediato , molte delle opere esposte necessitano di un paziente spirito di osservazione per coglierne la ricchezza di dettagli e le sfumature di colore tra i vari artisti. Come spiega infatti la curatrice “Mettere insieme una monografica di un artista è semplice mentre metterlo in relazione con la propria epoca storica e con gli artisti che da lui hanno tratto linfa e che si sono rifatti alla sua arte, diventa un percorso un po’ più complicato ma è quello che abbiamo voluto scegliere. In mostra avete oltre duecento opere tra xilografie policrome – quindi opere come la grande onda, le 36 vedute, opere di beltà, la serie delle cascate e dei ponti – ma anche 30 rotoli dipinti su seta e su carta che sono invece opere uniche dipinte da Hokusai a pennello e che rappresentano un po’ tutta la sua carriera di artista nel vero senso della parola”.
Non mancherà nell’allestimento della mostra, l’opera più iconica del Maestro : la Grande Onda (1830-1832 circa) ormai diventata “virale” soprattutto presso il pubblico più giovane. Non è difficile capirne il motivo: si tratta di un’opera incredibilmente attuale. Sembra uscita da un videogioco e non di certo dalle abili mani di un placido artista giapponese dell’Ottocento. Pochi sembrano interessati ai dettagli dell’opera, come la piccola barca dei pescatori impegnati in una lotta impari con la grande onda . Quello che colpisce è la sua “grafica” immediata e accattivante. I colori innaturali, usati sia per il mare che per il monte che si fissano nella mente per sempre. E poi il gioco della spuma del mare che ricade come neve sul Monte Fuji che si scorge sullo sfondo con l’uso di una prospettiva tipicamente occidentale. Del resto, il vero anticipatore dei Manga , tanto amati dai ragazzi di ogni latitudine, è stato proprio Hokusai con i suoi famosi manuali che saranno strumenti indispensabili per la successiva produzione fumettistica giapponese moderna e che occuperanno una sezione della mostra . In realtà saranno due le versioni dell’Onda di Hokusai esposte al Museo dell’Ara Pacis: per motivi conservativi infatti, è prevista una rotazione di tutte le opere.
Il percorso espositivo si articola in 5 sezioni attraverso 200 opere tra xilografie policrome e dipinti su rotolo:
Nella prima sezione (MEISHŌ: mete da non perdere) tra le numerose opere emergono i due rotoli dipinti con il Monte Fuji protagonista, messi a confronto per la prima volta: il “Monte Fuji all’alba” dipinto da Hokusai 1843 in rapporto con “Veduta del monte Fuji nel ‘piccolo sesto mese’’ realizzato nel 1837 da Totoya Hokkei .
Nella seconda sezione (Beltà alla moda) raffinate immagini legate al mondo della seduzione: dipinti su carta o su seta nel formato del rotolo verticale da appendere, firmati da Hokusai ( e dai suoi allievi )e soprattutto da Eisen dato che si trattava della sua “ specialità”. Sono esposte anche immagini erotiche che attraverso l’arte degli artisti del Mondo Fluttuante, non scadono mai nel cattivo gusto.
Nella terza sezione (Fortuna e buon augurio) sono esposti alcuni surimono. Per la prima volta sono mostrati undici rotoli dipinti di una serie di dodici, firmati da Hokusai, con figure di saggi e immortali.
Nella quarta sezione (Catturare l’essenza della natura), tra l’altro, troverete meravigliosi dipinti di Hokusai e Eisen con protagonisti gli animali .
Nella quinta sezione (Manga e manuali per imparare) saranno esposti i famosissimi manuali di Hokusai . Questa ospiterà laboratori didattici per i ragazzi di Scuola secondaria di I e II grado .
La mostra rappresenta il culmine delle celebrazioni dei 150 anni dei rapporti diplomatici tra Giappone e Italia. Durante la conferenza stampa di presentazione, l’ambasciatore del Giappone ha espresso la propria soddisfazione per il proficuo rapporto di collaborazione e scambio culturale tra i due paesi. Grandissimo successo infatti hanno avuto anche le mostre dedicate a Arcimboldo e Caravaggio a Tokyo : “Io sono arrivato a Settembre e a solo un mese dal mio insediamento a Roma posso già annoverare l’inaugurazione di ben 3 mostre di arte giapponese : la mostra di dipinti su paravento a Firenze, la mostra dedicata a Kuniyoshi a Milano e quella che si inaugura oggi a Roma (…) Mi auguro che questa possa essere l’occasione per molti italiani per approfondire ulteriormente l’interesse nei confronti del Giappone e della sua cultura e per un ulteriore progresso delle relazioni di amicizia tra i due paesi”.
HOKUSAI. Sulle orme del Maestro
Museo dell’Ara Pacis – Lungotevere in Augusta, Roma
Fino al 14 gennaio 2018 – Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30
24 e 31 dicembre ore 9.30 – 14.00
Chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Info mostra : 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
www.arapacis.it www.museiincomuneroma.it www.hokusairoma.it #HokusaiRoma
060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
www.arapacis.it www.museiincomuneroma.it www.hokusairoma.it #HokusaiRoma
Biglietto solo mostra: 11€ intero; 9€ ridotto + prevendita € 1
Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente