“È bella di notte la città. C’è pericolo ma pure libertà. Ci girano quelli senza sonno, gli artisti, gli assassini, i giocatori, stanno aperte le osterie, le friggitorie, i caffè. Ci si saluta, ci si conosce, tra quelli che campano di notte. Le persone perdonano i vizi. La luce del giorno accusa, lo scuro della notte dà l’assoluzione. Escono i trasformati, uomini vestiti da donna, perché così gli dice la natura e nessuno li scoccia. Nessuno chiede il conto di notte. Escono gli storpi, i ciechi, gli zoppi, che di giorno vengono respinti. È una tasca rivoltata, la notte nella città. Escono pure i cani, quelli senza casa. Aspettano la notte per cercare gli avanzi, quanti cani riescono a campare senza nessuno. Di notte la città è un paese civile.”
(Erri De Luca)
Pensavo a Incubo di Johann Heinrich Füssli mentre mi avviavo ieri all’inaugurazione della mostra Nottambuli di Maurizio Cariati, che si terrà fino al 18 novembre presso la Galleria Artespressione di Milano.
Mi aspettavo, ed effettivamente ho trovato, qualcosa che esprimesse i nostri incubi inconsci, le nostre paure, le nostre ossessioni notturne.
Dopotutto sono anni ormai che la critica Junghiana ha dimostrato l’uso nelle opere d’arte di immagini che rappresentassero quello che è l’inconscio collettivo presente in tutti i nostri sogni. Mentre Jung ricostruisce lo sviluppo di vari concetti come il sé, l’ombra, l’inconscio collettivo, Maurizio Cariati ricostruisce attraverso l’escamotage dell’omaggio al cinema noir, personaggi che assumono ruoli probabilmente di giorno estranei a loro stessi. Criminali, pugili clandestini, solitari, anime notturne e pensieri reconditi che prendono vita solo quando il mondo preme il tasto off per riposare.
Emergono figure che rendono lo spettatore vittima ma anche complice silenzioso, e ci troviamo vis-à-vis con un criminale che ci fissa aspettando una nostra mossa, assistiamo eccitati ad un incontro clandestino che poche ore dopo condanneremo davanti alla società. Una denuncia, forse, anche alla grande omertà che oggi ci vede spesso protagonisti nelle piccole azioni malvagie a cui assistiamo giornalmente, sul web, per strada, al lavoro, senza puntare un dito di denuncia per paura o convenienza.
L’opera Incubo di Füssli con cui ero partita nella mia mente, è forse più di tutti riuscita ad esprimere certi incubi notturni, ma Nottambuli di Maurizio Cariati ha probabilmente portato allo scoperto il nostro lato oscuro in epoca contemporanea dove l’unica salvezza sembra essere in tutta la mostra l’immagine di un supereroe notturno che potrebbe salvarci tutti.