Il senso della bellezza: arte e scienza al CERN, al cinema solo il 21 e il 22 novembre. L’essenziale è invisibile agli occhi!
Il senso della bellezza: arte e scienza al CERN, film diretto da Valerio Jalongo e che sarà distribuito da Officine UBU, è il racconto di un esperimento senza precedenti che vede scienziati di tutto il mondo collaborare intorno alla più grande macchina mai costruita dagli essere umani per scoprire i misteri dell’universo, ovvero, l’acceleratore di particelle LHC (Large Hadron Collider).
Il film è stato girato all’interno del prestigioso laboratorio di fisica delle particelle, il CERN di Ginevra e ha l’intento di mostrare il parallelismo che esiste tra arte e scienza e come, scienziati del CERN da una parte e artisti contemporanei dall’altra, ci guidino nella loro ricerca della verità, tutti in ascolto di un elusivo sesto o settimo senso… la bellezza.
Come si racconta all’inizio del film, le macchine del Cern non producono nulla di materiale, ma indagano le tracce lasciate nello spazio dalle particelle. Queste macchine cercano di catturare in immagini i percorsi delle particelle, e il risultato è molto simile a un’opera d’arte. Da questa premessa parte una riflessione su come sia simile la ricerca di bellezza e armonia nel mondo portata avanti nel mondo dell’arte e in quello della scienza.Artisti e fisici non descrivono la natura in modo diretto o attraverso immagini riconoscibili e univoche, ma rappresentano cose che non possiamo vedere. Molti artisti si ispirano proprio alle scoperte della fisica per immaginare l’invisibile che ci circonda e dare forma alla propria arte. Arte e scienza sono unite dall’esperienza della rivelazione, il quale è presente sia nell’esperimento scientifico che nell’opera d’arte. Le immagini del Cern sono accompagnate da immagini artistiche e musiche coinvolgenti, ma vengono mostrate anche altre forme di arte come la danza. Nel documentario si afferma infatti che “il movimento delle particelle è simile a una complessa e intrecciata coreografia di danza, dove ogni elemento influenza il movimento degli elementi che ha intorno”.
>> Così, l’infinitamente piccolo e la vastità dell’universo schiudono le porte di un territorio invisibile, dove gli scienziati sono guidati da qualcosa che li accomuna agli artisti. Tra scienziati che hanno perso l’immagine della Natura, e artisti che hanno smarrito la tradizionale idea di bellezza, attraverso macchinari che assomigliano a opere d’arte e istallazioni artistiche che assomigliano ad esperimenti, emerge un ritratto di attività scientifiche e artistiche come indagine, come immaginazione, come autentico esercizio di libertà.
Mentre il nuovo esperimento del CERN procede nella sua esplorazione della misteriosa energia che anima l’universo, scienziati e artisti ci guidano verso quella linea d’ombra in cui scienza e arte inseguono verità e bellezza. Tra queste donne e questi uomini alcuni credono in dio, altri credono solo negli esperimenti e nel dubbio. Ma nella loro ricerca della verità, tutti loro sono in ascolto di un elusivo sesto, o settimo, senso… il senso della bellezza.
“Il senso della bellezza” racconta un momento speciale del CERN, a sessant’anni dalla sua nascita. È l’inizio di un nuovo esperimento con l’LHC – il Large Hadron Collider. In questo anello a cento metri di profondità e lungo ventisette chilometri si producono ogni secondo miliardi di collisioni tra particelle subatomiche. Perché? Cosa stanno cercando i fisici con i loro rivelatori? Queste specie di macchine fotografiche di proporzioni titaniche come ATLAS e CMS, sono capaci di scattare quaranta milioni di “fotografie” al secondo.
Ma chiamarle “fotografie” è in realtà una semplificazione per i media. Nessun fisico usa davvero quelle immagini per elaborare le proprie teorie. Perché i fisici degli ultimi cento anni hanno imparato a loro spese che siamo di fronte ad alcuni aspetti della Natura che sembrano assurdi. La Fisica moderna ha distrutto le ultime certezze che venivano dalla nostra esperienza del mondo, ma non ha trovato una spiegazione altrettanto certa e definitiva. La scienza, questo dovremmo averlo capito ormai, non cerca verità assolute, è sempre in cammino, sospinta solo dal dubbio e dall’ansia di conoscere.
“Da dove veniamo? Che cosa siamo? Dove andiamo?” è uno dei quadri più belli di Paul Gauguin, e queste grandi domande di solito le associamo alla filosofia, alla religione, all’arte… non alle scienze esatte.
È invece questa la matrice profondamente umana che rintracciamo nella Fisica e in particolare nelle ricerche del CERN. Nonostante la complessità in cui ognuno di noi vive immerso, la frammentazione ed estrema specializzazione delle competenze e dei mestieri, resta il bisogno di superare la paura che tutto questo ci infonde, e ancora di più, l’aspirazione a comprendere di cosa siamo parte.
Come diceva Einstein, il mistero più grande è la nostra capacità di conoscere l’universo, di afferrarne la misteriosa semplicità e bellezza.
I FISICI DEL CERN
Fabiola Gianotti
Il 4 novembre 2014 è stata selezionata dal consiglio del CERN per la carica di direttore generale.
È stata la prima donna ad aver ricevuto tale designazione. Dal 1º gennaio 2016 è ufficialmente il nuovo Direttore Generale del CERN. Secondo quanto ha recentemente affermato in un’intervista Il suo incontro con la fisica è avvenuto grazie alla lettura di una biografia di Marie Curie. Ama la fisica perché rappresenta la bellezza come la simmetria imperfetta. Attinge dalla creatività per arrivare alla verità, o comunque per avvicinarcisi. Afferma che il fisico deve essere capace di sognare per spingersi oltre. È convinta che il mestiere del fisico si avvicini a quello dell’artista perché la sua intelligenza deve andare al di là della realtà che ha ogni giorno davanti agli occhi. La musica e la pittura sono per lei le arti più prossime alla fisica.
Luis Alvarez Gaumè
È un fisico spagnolo che lavora alla “Teoria delle stringhe” e alla “Teoria della gravità quantistica”.
Dal 1981 è un membro permanente del “CERN Theoretical Physics unit”.
Sergio Bertolucci
È un fisico delle particelle italiano, direttore della Ricerca e Computing scientifica al CERN. Tra i fisici italiani più riconosciuti in ambito internazionale, nel luglio del 2012 ha stupito la comunità scientifica internazionale annunciando una straordinaria scoperta del CERN: l’esistenza del bosone di Higgs o quantomeno di una particella che ne presenta tutte le caratteristiche.
John Ellis
È un fisico teorico britannico. Lavora al CERN dal 1978. Ha ricevuto la Medaglia Maxwell e il Premio Paul Dirac nel 1982 e nel 2005, ed è un Fellow della Royal Society di Londra dal 1985 e dell’Istituto di Fisica dal 1991. Ha ottenuto il titolo di Dottore Onorario presso l’Università di Southampton e ha vinto due volte il primo premio al concorso saggistico della Fondazione di Ricerca di gravità (nel 1999 e nel 2005). È anche dottore onorario dell’Università di Uppsala.
Paolo Giubellino
È un fisico italiano che lavora nel campo delle collisioni nucleari di alta energia. Tra le altre cose ha lavorato al progetto del Large Hadron Collider (acceleratore di particelle).
Gian Francesco Giudice
È un fisico italiano operante al CERN di Ginevra nel campo della fisica delle particelle e della cosmologia. È l’autore del libro Odissea nello zeptospazio, sulla fisica dell’LHC, che è stato finalista del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica e del Premio Pianeta Galileo 2013.
Michelangelo Mangano
Dal ’95 è membro della Divisione di Fisica Teorica al CERN dove si dedica alla comprensione delle collisioni di protoni di altissima energia e della ricerca di nuove particelle ed interazioni fondamentali.
Marzio Nessi
Marzio Nessi è stato attivo nella fisica collider al CERN dal 1989, partendo dall’esperimento UA2. È stato coinvolto con l’esperimento ATLAS fin dall’inizio, ed è attualmente il coordinatore tecnico di ATLAS.
GLI ARTISTI E LE OPERE
David Glowacki
Cloud Chamber, Hidden fields, Particles Feeling
È uno scienziato, artista e teorico culturale originario di Milwaukee. È a capo di un eclettico gruppo di ricerca accademica che si divide tra il Centro di Chimica Computazionale e il Dipartimento di Computer Science dell’Università di Bristol. Fa inoltre parte del Pervasive Media Studio, un laboratorio di ricerca digitale che unisce artisti, ingegneri e scienziati.
Alexander Lauterwasser
Water sound images, Schwingung & Gestaltung
È’ un ricercatore e fotografo tedesco. Nel 2002 ha pubblicato il suo libro Water Sound Images con immagini di superfici d’acqua messe in movimento da sorgenti sonore in forma di onde provocate dalla musica di Beethoven e Stockhausen.
Paul Prudence
Hydroacustic, The Expanding Universe
È un performer audio visuale che lavora con video generativi e con atmosfere sonore astratte. Il suo lavoro, che è conosciuto a livello internazionale, si basa sul modo in cui il suono, lo spazio e la forma si integrano per creare esperienze live cinematiche, visuali e musicali.
Markos Kay
Quantum Fluctuations, The Flow
È un artista di video-arte che lavora sul misterioso mondo della biologia molecolare e della fisica delle particelle. Realizzato tramite una serie di esperimenti virtuali, Quantum fluctuations mostra la complessità e la natura transitoria dell’aspetto più importante della realtà, il mondo quantico.
The flow immagina in modo visivo i processi fisici che saremmo incapaci di osservare a occhio nudo.
Antony Gormley
Blind light
È uno scultore inglese. È conosciuto per le sue sculture e per le sue installazioni che cercano una relazione tra il corpo umano e lo spazio.
Fabian Oefner
Big Bang
È un giovane artista svizzero che cerca di esprimere visivamente gli effetti invisibili delle scienze naturali e dello scorrere del tempo. Vuole inoltre rendere evidente come arte e scienza siano entrambe due strumenti fondamentali per la conoscenza.
Evelina Domnitch & Dmitry Gelfand
Live Performance of Mucilaginous Omniverse
I due artisti creano ambienti immersivi in cui mescolano fisica, chimica, informatica con filosofia e mistero. Questa performance avviene su di una base ricoperta di olio e silicone. Al di sopra di esso vengono fatte cadere gocce dello stesso liquido che restano sospese da una sottile membrana d’aria. Le gocce di olio rappresentano il movimento di particelle d’onda.
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