Nuvolo da record ieri sera nel cielo milanese di Wannenes. Due opere dell’artista di Città di Castello erano tra i lotti di punta dell’appuntamento novembrino con l’arte moderna e contemporanea. Nel maggio scorso l’incasso era stato di oltre 1 milione di euro, il catalogo di questa sessione autunnale ha raccolto all’incirca la stessa cifra (1.015.106 diritti compresi).
Massimo Vecchia -che si occupa del dipartimento insieme a Guido Vitali– ha commentato così a fine vendita: «L’asta è partita bene. Il nucleo iniziale delle opere su carta è andato bene. Le opere su cui abbiamo puntato hanno dato degli ottimi risultati. Sia il “Cavallo” di de Chirico sia Nuvolo, di cui abbiamo il record mondiale. Anche Bonalumi è stato venduto. Ci sono stati alti e bassi fino alla fine, ma abbiamo continuato a vendere».
I lotti erano 296 e nonostante gli invenduti, ci sono state alcune sorprese e nuovi record d’asta. Come appunto quello di Giorgio Ascani, alias Nuvolo. Le pezze di canapa cucite e dipinte del 1960 (“Cucito a macchina”, 90×70) sono partite da una base d’asta di 42 mila euro e si sono fermate a 85 mila euro di hammer price (105.400 con i diritti), aggiudicate a un bidder al telefono.
Si è superato così il recente record londinese di 56.250 sterline (63.837 €), realizzato nell’ottobre del 2016 da Sotheby’s con un Untiltled del 1961.
Il suo primo passaggio in asta risale al 2001 quando “Collage 17” era stato venduto da Finarte per 398 € (767.000 lire). In quell’anno la maison era ancora florida, aveva sede sia a Milano che a Roma ed era ben lontana dal fallimento del 2012. Dopo sporadiche apparizioni in asta, Nuvolo ha cominciato a farsi notare sul mercato delle auction house dal 2015. E la sua crescita è stata decisiva negli ultimi due anni.
La riscoperta del mercato dell’artista arriva proprio in un momento di successi anche espositivi: è in corso a New York, alla Galleria Di Donna, l’esposizione “Nuvolo and Post-War Materiality 1950-1965” a cura di Germano Celant (27 ottobre 2017 – 26 gennaio 2018) che conta 20 opere dell’artista molte delle quali mai esposte al di fuori del nostro Paese e che include esempi fondanti dei tre cicli “Cuciti a macchina”, “Diagrammi” e “Daini”. Proprio parte di quest’ultima serie era la seconda opera in asta, anche copertina di catalogo, “Daino”: realizzata nel 1959 e stimata 20-30 mila euro è stata aggiudicata a 32 mila (hammer price).
Tra le altre aggiudicazioni, si segnalano due disegni di Fortunato Depero. Il primo “Dentro e fuori l’osteria” è stato battuto 2.600 euro (h.p.) mentre ha superato le stime “Cantiere sonoro” aggiudicato a 3.200 € (h.p.)a un offerente presente in sala.
Molto conteso il bronzo “Senza Titolo” di Giacomo Balla del 1917 entrato in una nuova collezione per 2.000 € (h.p.) ma era stimato 700-900. I pesci di Renato Guttuso del 1973 hanno fatto 5.500 € (h.p.). Tra i paesaggi e le nature morte segnaliamo la “Strada” di Ottone Rosai (6.500 € h.p.), la “Marina” di Carlo Carrà del 1940 (24.000 € h.p.) e il “Paesaggio (Dossi)” di Ennio Morlotti che si è distinto per le aggiudicazioni al di sopra delle stime di vari lotti in catalogo. L’olio del 1946 era stimato 7/9 mila euro ma è stato venduto per 24 mila (h.p.). Questa cifra era la base d’aste anche per la particolare natura morta degli anni ’50 di Giorgio de Chirico che però non ha superato la soglia di offerte di 28 mila euro ed è così rimasta invenduta (era stimata 30-40 mila). Al contrario la “Testa di cavallo” del 1960 è andata molto bene: è stata battuta in sala a 48 mila euro h.p.
Le delicate donne al tavolino di Massimo Campigli hanno fatto 24 mila euro h.p. e subito dopo le signore al caffè, in colori più accesi, di Aligi Sassu sono state vendute a un bidder al telefono per 5.500 euro h.p. Tra le sorprese la “Composizione” di Jorge Eielson del 1961 che da 7 mila € è salita a 18 mila € h.p.
Bene la nutrita selezione di opere di Bruno Munari. In particolare “Negativo-positivo” del 1951 e di 120×120 cm, è stato venduto ala telefono per 30 mila euro h.p. ma la stima più alta si fermava a 22 mila. La piccola carta del 1974 (“Negativo-positivo”) da 800 € è salita fino 4.500 € h.p.
Max Bill con il piccolo “Zerstrahlung von blau” ha più che raddoppiato le stime più alte: da una base d’asta di 15 mila euro è arrivato a 45 mila € h.p.
Quasi a metà catalogo erano presenti due donne romane Titina Maselli e Giosetta Fioroni. La Maselli con un olio figurativo, di quella parte della sua produzione in cui rappresenta oggetti della quotidianità. La bottiglia in asta ieri sera era stimata 7-9000 euro ed è stata aggiudicata a 12 mila h.p. La Fioroni era in catalogo con due argenti degli anni Sessanta, uno è rimasto al palo mentre il secondo, un riflesso della Venere dormiente di Giorgione, che è stato aggiudicato a 7.000 euro h.p.
Gara sostenuta per la scultura di Eros in bronzo di Arman del 2004. Da 1.700 euro di base d’asta è stata battuta a 11 mila euro (a un bidder al telefono). Molto interesse e diversi rilanci anche per Ettore Spalletti. “Azzurro”, una carta compressa del 1994 è stata venduta a 8.000 euro mentre il bid vincente per “Fiori di primavera, rosa tenue, argento”, un impasto di colore oro e argento su tavola del 2013, è stato di 16 mila euro h.p (stima 5-7.000 €).
Prezzi superiori alle stime anche per “Conversazioni” di Oliviero Rainaldi (12 mila € h.p.), Alberto Garutti (4.800 € h.p.), Ben Vautier (5000 € h.p.) e Jules Olitski (2.200 € h.p.).
Diversi invenduti anche per la fotografia, piccola sezione nella quale si sono distinte le tre stampe fotografiche di Betty Bee della metà degli anni Novanta contese in sala e aggiudicate a per 2.000 euro h.p. (stima 700-1.200).
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WANNENES ASTA 233
23 NOVEMBRE 2017
ore 19:00
Open Care Sala Carroponte
Via G.B. Piranesi 10
20137 Milano
Catalogo online: wannenesgroup.com
* h.p. = hammer price