Eclettismo è la parola d’ordine della prossima asta di Arredi, Sculture e Oggetti d’arte del 26-27 novembre 2020 che Wannenes terrà a porte chiuse a Genova a Palazzo del Melograno (esposizione dal 23 al 25 novembre)
Come in una wunderkammer, la meraviglia e lo stupore sono il fil rouge che unisce gli oggetti, grandi o piccoli, anonimi o famosi dell’asta di Wannenes in arrivo il 26 e 27 novembre. Tra le committenze più prestigiose si segnala quella del Re e della Regina d’Italia Umberto I e Margherita di Savoia che per arredare la Villa Reale di Monza fecero realizzare un’imponente scrivania “alla francese” da un artigiano milanese, forse quel Giuseppe Speluzzi che realizzò sempre per la Real Casa, un altro scrittoio con bronzi identici a quelli in vendita e oggi conservato nelle collezioni del Quirinale (lotto 421, stima 10.000 – 15.000 euro).
Come si legge nell’esaustiva scheda di Enrico Colle – uno dei massimi studiosi della storia del mobile italiano – l’elegante arredo è citato nell’inventario redatto tra il 1881 e il 1910 come arredi di “Proprietà Privata di S.M.” fino al 1908 nella “Sala dell’Appartamento di S. M. la Regina” e contraddistinto dalla lettera “N” (documento oggi conservato nell’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica nel fondo della Real Casa tra i Registri del patrimonio mobiliare delle Residenze Reali in Italia), trasferita il 12 agosto di quell’anno nel Castello di Racconigi (come annotato nell’iscrizione inventariale).
Un’accattivante quanto originale scrivania che insieme ad un corpus di opere di gusto neo-settecentesco e storicista, dimostra la versatilità di una manifattura che si evolveva seguendo i gusti dell’epoca e commissionate ad alcune ditte allora specializzate nella produzione di mobilia in stile; tra i tanti e di gran moda, i laboratori dei fratelli Andreoni, di Ferdinando Pogliani, di Luigi Brambilla, della vedova Arrigoni e Luigi Cassani, oltre al già citato Speluzzi.
In asta anche il Collare dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata in oro del 1860 circa, massima onorificenza di Casa Savoia, che nel XVI secolo era uno dei Quattro Ordini illustri “di collana” insieme a quello della Giarrettiera, del Toson d’Oro e di San Michele (lotto 420, stima 7.000 – 9.000 euro).
Istituito da Amedeo VI di Savoia nel 1364 in occasione di una giostra a ricordo della vittoria di Ferdinando II di Saluzzo, ne fece realizzare uno per sé e per altri 14 cavalieri un collare, descritto dalle cronache del tempo come simile a quello dei levrieri: lo scopo di tale prezioso ornamento era quello di “indurre unione e fraternità tra i potenti sicché si evitassero le guerre private”, ed era riservato ai nobili più illustri e fedeli che rispettavano la regola statutaria che prevedeva che tutti gli insigniti fossero considerati pari e si chiamassero tra loro “fratelli”.
Rimanendo ad oggetti dal gusto originale ed insolito, una grande angoliera del XIX secolo, probabilmente francese, in legno intagliato scolpito e patinato interamente decorata con elementi e ornati tratti dai repertori orientali, la base su zampe e teste ferine, due vani a giorno e cappello a cupola (lotto 202, stima 6.500 – 7.500 euro), e un paravento di gusto orientale di quasi due metri in legno e lacca Coromadel del XIX secolo, composto da otto pannelli richiudibili (lotto 203, stima 1.500 – 2.000 euro). Giunte da Oriente anche quattro poltrone in legno scolpito e patinato del XIX secolo, interamente ornate da elementi floreali a rilievo, lo schienale traforato e centrato da placca in marmo (lotto 207, stima 1.000 – 2.000 euro).
Una grande specchiera veneziana del XIX secolo, in legno e vetro inciso e policromo (lotto 238) stima 2.000 – 3.000 euro, e di uno scultore del XVIII secolo un busto di bronzo patinato di Papa Paolo III Farnese dal modello di Guglielmo della Porta (lotto 276) 3.000 – 4.000 euro.
Inedito quanto intrigante il bozzetto in terracotta raffigura la statua per monumento in onore di Maria Luisa di Borbone-Spagna (San Ildefonso 1728 – Roma 1824), poi realizzato nel 1843 da Lorenzo Bartolini in piazza Napoleone a Lucca, di fronte a Palazzo Ducale (lotto 280, stima 1.500 – 2.000 euro). Rare due composizioni in cera policroma attribuite a Giovanni Francesco Pieri (Prato 1699 – Napoli 1773) raffiguranti “Lucrezia” (datata 1750) e “Cupido”, stimate 6.000 -6.500 euro (lotto 365).
Elegante il piano rettangolare in scagliola policroma emiliana seicentesca ornato di racemi naturalistici monocromi e al centro una riserva circolare entro due mistilinee con volatili (lotto 453, stima 10.000 – 12.000 euro), così come la console lombarda del XVIII-XIX secolo con specchiera in legno intagliato, laccato e dorato (lotto 458, stima 3.000 – 4.000 euro), ed infine, il tavolo da centro in scagliola policroma della seconda metà del XIX secolo, interamente decorato a finti marmi policromi con riserve a schema geometrico stilizzato e centrato da decorazione floreale su fondo nero (lotto 459, stima 3.000 – 4.000 euro).
Il catalogo della vendita di ceramiche e vetri presenta una interessante selezione di ceramiche tra Sette e Novecento: maioliche, porcellane e terraglie sia italiane che europee. Tra le porcellane si segnalano tre piatti appartenenti ad uno dei grandi (e celebri) servizi commissionati dalla corte di Napoli alla Manifattura Reale Ferdinandea (lotti 37-39, stima 3.500 – 4.000 euro ciascuno). Decorato con le vedute dei più bei panorami napoletani (e di altre città del Regno) e detto “Farnesiano” per il fregio con medaglioni a cammeo e la scritta Museo Farnesiano, questo insieme si impone per la grande attenzione posta nella elaborazione delle forme e per la sostenuta qualità delle vedute. Le fonti utilizzate sono varie, dal “Voyage Pittoresque” dell’abate di Saint Non, del 1781-1786, ai “Campi Phlegraei” di sir William Hamilton (1776), fino alle varie raccolte di incisioni diffusasi a partire dal 1750 e che illustravano una vasta scelta di vedute archeologiche o monumentali. Realizzato a partire dal 1784, il servizio è stato accuratamente studiato nel 1986, in occasione della mostra dedicata alle porcellane dei Borbone di Napoli.
Ricordiamo, poi, la bella teiera in porcellana di Meissen decorata a figure grottesche in battaglia e databile alla metà del diciottesimo secolo (lotto 32, stima 800 – 1.200 euro) ed la piccola campionatura di vasellame tardo settecentesco di Vinovo (lotti 42-44, con stime da 150 a 500 euro).
Ma forse il nucleo più interessante è costituito dalle produzione eclettiche di pieno Ottocento, soprattutto ceramiche realizzate nelle fornaci del parigino Samson che, in pieno diciannovesimo secolo, inondava i salotti della buona società di tutta Europa con le sue sofisticate copie di porcellane tra Occidente ed Oriente. In realtà a lungo il frontespizio della corrispondenza della maison di rue Beranger puntò sula attività di bronzista dei Samson (e spesso le loro ceramiche hanno davvero belle montature): ma sono certamente le ceramiche ad aver consegnato alla storia delle arti decorative ottocentesche i nomi di Edme (1810-1891) e del figlio Emile (1837-1913). La ditta passò con disinvoltura dagli smalti (spesso di gran gusto) alle terracotte ed alle maioliche fino a Sèvres (in biscuit o porcellana policroma), Meissen e le produzioni rinascimentali. Copiando, spesso in modo davvero felice, le produzioni orientali che i Samson danno il loro meglio, con una produzione di gran qualità che continua ancora oggi ad attirare collezionisti ed appassionati.
Di queste porcellane il catalogo offre una piccola ma emblematica selezione: sono piatti, anche di belle dimensioni, con decori Famiglia Verde (lotto 58, stima 2.000 – 3.000 euro) o Rosa (lotto 57, stima 200 – 300 euro), figure (una specialità della premiata ditta, ma oggi non facili da trovare sul mercato, come possiamo vedere con il lotto 55 che raffigura dignitario in trono, stimato 800 – 1.200 euro, e tre cani carlini tratti dal noto prototipo di Maissen, lotto 60, stima 250 – 500 euro) e soprattutto potiche, forse la produzione Samson più apprezzata per il suo notevole impatto decorativo (lotto 62, stima 1.400 – 1.800 euro).
L’asta si svolgerà esclusivamente con offerte scritte, per telefono e via internet, nel rispetto delle indicazioni Governative per contrastare la diffusione dell’epidemia da COVID-19. Per lo stesso motivo, in occasione dell’esposizione dei lotti in corso fino al 25 novembre, l’accesso alle sale sarà limitato.
ASTA 331-332
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26 NOVEMBRE 2020
Tornata 1 ore 10:30
lotti 1 – 150
Tornata 2 ore 14:30
lotti 151 – 510
27 NOVEMBRE 2020
Tornata 3 ore 10:30
lotti 511 – 600
Tornata 4 ore 14:30
lotti 601 – 854
ESPOSIZIONE
23 – 25 NOVEMBRE 2020
Palazzo del Melograno
Piazza Campetto, 2
10.00 – 13.00 | 14.00 – 18.00