Dal fascino della Bellucci di Gian Paolo Barbieri (Milano, 1938) ai nudi zebrati di Lucien Clergue (Arles, 1934 – Nîmes, 2014). Da Shane e Sia Barbi, le bellissime gemelle californiane immortalate da Greg Gorman (Kansas City, 1949), allo scatto di moda non convenzionale davanti all’Opéra de Paris di William Klein (New York, 1928), fino alla sensualissima ballerina di burlesque Dita von Teese “ritratta” da Amedeo M. Turello (Cuneo, 1964). Cinque maestri di stile e fotografia per una mostra: MY NAME IS STYLE. Alla 29 ARTS IN PROGRESS gallery, fino al 10 febbraio 2018.
Il volto della bellissima modella Geri Carranza coperto da un velo di pizzo (1982) che ispirerà molti scatti futuri. Il primo piano di Monica Bellucci “addolcito” dall’acqua che ne fa affiorare tutta la sensualità. Due modelle che si sfidano a colpi di stile in Sperimentazione (Milano, 2001). Impossibile non rimanere affascinati dagli scatti di Gian Paolo Barbieri. Momenti ironici in cui uomini ballano con uomini, e donne con donne (Esistenzialismo, Milano, 2000) che incuriosiscono. Eleganza, mistero, ironia e teatralità che rapiscono lo sguardo dello spettatore.
Alla 29 ARTS IN PROGRESS in scena fotografie di moda accompagnate dai sensualissimi nudi femminili di Lucien Clergue. Un tema classico -quello del nudo- che si sposa con un geometrico chiaroscuro che domina gli scatti del fotografo francese. Linee sinuose e parallele ottenute dalla luce filtrata dalle veneziane si fondono con le curve dei corpi immortalati e creano la serie Nudo Zebrato. Corpi liberi che “giocano” con la luce e poi con l’acqua in scatti come Nu de la Mer (Camargue, 2009) o Nu Drapé dans la Rivière-Bessages (2005), scatto che sembra quasi “completare” il bellissimo volto di Monica Bellucci immortalato da Barberi.
Una mostra che permette a queste opere -simboli dell’evoluzione della fotografia e dello stile- di dialogare in perfetta sintonia. Non esiste vera bellezza senza stile e nessuno lo dimostra meglio di Greg Gorman attraverso i suoi scatti. Il fotografo americano veste di un solo orecchino Laura Dern quando la immortala (a letto) a Los Angeles, nel 1991. Non serve altro, eppure è evidente l’attenzione riposta in ogni minimo dettaglio, dall’espressione alla posa dell’attrice californiana.
Scatti che come calamite tengono lo sguardo dello spettatore inevitabilmente incollato ai volti delle celebrità immortalate. Impossibile non soffermarsi qualche minuto vis-à-vis con lo sguardo fisso verso di noi del bellissimo Ethan Hawke, ventenne al momento dello scatto. Metà volto coperto dal dolcevita nero che “si fonde” con lo sfondo della scena e due occhi sicuri che catturano.
Se lo stile chiama, William Klein risponde. Ironico e spregiudicato, il fotografo newyorkese si posiziona al venticinquesimo posto fra i cento fotografi più influenti secondo la rivista Professional Photographer Magazine. Lavori audaci e innovativi -forse merito della formazione da pittore- che all’epoca hanno lasciato a bocca aperta anche Vogue, per cui il fotografo realizzò una serie di servizi.
Dai modaioli cappelli accompagnati dal fumo delle sigarette di Hat and 5 Roses (Paris, 1956) e Smoke and Veil (Paris, 1958) fino all’inconsueto scatto Isabella et Opéra et Visages Flous (1963). Altra perla dallo stile inconfondibile presente in mostra è la stampa alla gelatina ai sali d’argento Club Allegro Fortissimo au Hamman de Paris (1990).
A chiudere questa parata all’insegna dello stile è Amedeo M. Turello. Naomi Campbell, Tatjana Patiz, Margareth Madé, Valeria Mazza e Dita Von Teese sono solo alcune delle protagoniste degli scatti di questo maestro della fotografia. Donne rese meravigliose -e semplici al tempo stesso- da un occhio profondo che cerca la verità oltre le apparenze.
È un orecchino pendente, immobile e rigorosamente perpendicolare al terreno che detta l’equilibrio dello scatto a colori che ritrae la sensualissima regina del burlesque Dita Von Teese. Tra le bellissime e numerose donne che Turello ha immortalato sono presenti in mostra gli scatti a Erin O’Connor (Londra, 2009), Irina Shayk (New York, 2009), Carol Alt (Roma, 2009) e Carmen Dell’Orefice (New York, 2007).
MY NAME IS STYLE. Una mostra imperdibile per gli amanti della fotografia. Gian Paolo Barbieri, Lucien Clergue, Greg Gorman, William Klein, Amedeo M. Turello. Cinque maestri accomunati da un’unica parola: stile. Un’occasione per ammirare riunite opere fotografiche che hanno segnato lo stile del XX secolo rimanendo attualissime.
Altre immagini della mostra:
Informazioni utili
MY NAME IS STYLE. Gian Paolo Barbieri, Lucien Clergue, Greg Gorman, William Klein, Amedeo M. Turello
29 ARTS IN PROGRESS gallery – via San Vittore 13, Milano
Dal 18 novembre 2017 al 10 febbraio 2018
Orari: martedì-sabato, 11.00-19.00
. Altri giorni e orari su appuntamento
Ingresso libero
Tel. 02 94387188