«Non evito ad affermare che tra i pittori contemporanei che hanno trattato il nudo nessuno lo aveva fatto finora con una nota così violentemente reale. Sono felice di salutare un pittore che, come me, ha provato un invincibile disgusto per le modelle con loro sei misurati e rosa, coi ventri corti e duri, modelle messe lì dal cosiddetto buon gusto, disegnate secondo ricette imparate copiando i gesti.
A dispetto dei titoli mitologici e dei panneggi bizzarri di cui riveste i propri modelli, Rembrandt è stato finora il solo che abbia dipinto il nudo. Mancando comunque il genio che era quel pittore meraviglioso sarebbe davvero auspicabile che artisti di talento come Gauguin facessero per il proprio tempo quello che Van Ryn ha fatto per il suo, e riprendessero quindi nei momenti in cui il nudo è possibile a letto nello studio in accademia e al bagno delle donne francesi il cui corpo non sia fatto di pezzi messi insieme a caso avendo un braccio preso da una modella, la testa e il ventre da un’altra e per le quali in oltre a tutti questi raccordi si aggiunga l’imbroglio di un procedimento proprio agli antichi maestri. Perciò ripeto: Gauguin per primo dopo molti anni ha tentato di raffigurare la donna dei giorni nostri, e malgrado la pesantezza dell’ombra che scende dal viso sul petto della modella, vi è pienamente riuscito e ha creato un dipinto coraggioso e autentico».
J. K. Huysmans 1880