Da stamattina circola in rete il video con le sequenze in cui i due ladri aprono la teca e rubano i gioielli nella mostra a Palazzo Ducale. Ora che si vedono in azione ci sono pochi dubbi sul fatto che abbiano puntato proprio a quella teca. Il loro obiettivo era ben definito. I due gioielli dal valore milionario, orecchini e spilla dentro quella teca. Un colpo da circa 3 milioni di euro che sta facendo parlare il mondo. Il filmato delle telecamere di videosorveglianza mostra i due individui nella sala dello Scrutinio che si aggirano guardinghi. Valutano la situazione poi agiscono indisturbati. Poi si allontanano, avendo avuto cura in qualche modo di bloccare l’arrivo dell’alert alla centrale di sicurezza per un minuto circa. L’allarme è scattato immediatamente, ma il segnale è arrivato con un ritardo. Così da dare loro l’agio di uscire prima dell’intervento delle forze dell’ordine.
I soggetti appaiono sulla cinquantina e sicuramente esperti. Gli investigatori della questura di Venezia e dello Sco, Servizio centrale operativo di Roma, fin dai minuti successivi al furto, si sono concentrati su due persone immortalate dalle telecamere di sorveglianza. Ma gli inquirenti sono certi che dopo il “prelievo” dalla teca i due incontrino altri complici. Le immagini a circuito chiuso mostrerebbero uno scambio di gioielli tra chi ha messo materialmente a segno il furto e chi si trovava all’esterno della sala dello Scrutinio.
La certezza su chi siano stati effettivamente i ladri 2.0 (dalle conoscenze tecnologiche non indifferenti) la si avrà a indagini concluse. Ma di fatto il marchingegno che ha permesso loro di far attivare l’allarme con un ritardo è il cuore della loro fuga dalle sale della mostra e da Palazzo Ducale. Secondo i quotidiani veneziani, che hanno parlato direttamente con gli inquirenti, fli autori del blitz, a meno che non venga contestata loro l’aggravante dell’associazione a delinquere (ma in questo caso si presuppone lo smascheramento di complici con ruoli ben definiti), dovranno rispondere davanti alla giustizia “solo” di furto aggravato. “Se si faranno 4 mesi di carcere sarà tanto”, ha dichiarato il questore Danilo Gagliardi a margine della conferenza stampa di giovedì mattina con cui è stato fatto il punto delle indagini.
Gagliardi ha anche dichiarato di essere convinto si sia trattato di un colpo su commissione: una collana che si trovava nella teca, infatti, è rimasta lì. Come mai? “Evidentemente non era quello l’obiettivo”. Per arrivare alla chiusura del cerchio serviranno mesi. Ladri così preparati è improbabile che abbiano lasciato impronte in giro. Allo stato non sarebbero state individuate. I ladri, sulla cinquantina, uno più giovane l’altro più anziano, non hanno avuto paura di mostrarsi a volto scoperto: l’ipotesi è che possano essere stranieri, o comunque incensurati. Altrimenti un semplice controllo in database avrebbe potuto incastrarli.