Installazioni immersive, complessi dispositivi multimediali, faraoniche scenografie, e poi video, strumenti, abiti, memorabilia varie. Retrospettiva a 50 anni dalla nascita di uno dei gruppi musicali più innovativi della storia
Musica. E poi grandi installazioni immersive, complessi dispositivi multimediali, faraoniche scenografie, e poi video, strumenti, abiti, memorabilia varie. Tutto questo è The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains, mostra presentata oggi in anteprima al Museo MACRO di Roma di via Nizza dove sarà aperta al pubblico dal 19 gennaio al 30 giugno.
Qualcosa che con l’arte contemporanea – che sta nel DNA e anche nel nome del museo – ha ben poco a che fare? Forse sì, anche se questo progetto arriva nella copo l’enorme successo del debutto di qualche mese fa al Victoria and Albert Museum di Londra, che ha visto la partecipazione di più di 400mila persone. E se queste cose “trasversali” le fanno al V&A, e in altri grandi musei internazionali, dal MoMA al Metropolitan, non si vede perché non a Roma. Ma questi però poi hanno molta più cura e qualità nella loro mission d’elezione? Questo è un altro discorso, e porta alla crisi di identità del Macro e anche all’ultima – molto dibattuta – svolta di cui anche Artslife ha abbondantemente parlato (anticipiamo: a brevissimo intervista a Giorgio De Finis).
Resta che The Pink Floyd Exhibition regala un paio d’ore davvero imperdibili per qualità, spettacolarità ed equilibrio nelle scelte: ed ai presenti alla preview ha regalato pure la presenza di due mostri sacri come Nick Mason – consulente della mostra per conto dei Pink Floyd – e Roger Waters, con un parterre di giornalisti presenti mai visto in precedenza. Avremo modo di tornarci diffusamente: intanto eccovi una galleria di immagini in anteprima…