Dopo Gualtiero Marchesi, la cucina mondiale perde uno dei grandi protagonisti, tra i promotori della Nouvelle Cuisine, di cui firmò il manifesto nel 1970
“Monsieur Paul era la Francia, l’eccellenza nell’arte di vivere, il papa della gastronomia”. Con queste brevi parole è stato nientemeno che il ministro degli Interni francese, Gerard Collomb, ad annunciare via Twitter la scomparsa a 91 anni del più grande chef francese, Paul Bocuse. Tre stelle Michelin da più di 50 anni, il fondatore e gestore del mitico albergo Collonges-au-Mont-d’Or, vicino Lione, era una personalità complessa e focosa, un lavoratore instancabile dal carattere ruvido ma con cui era indispensabile avere a che fare per chi volesse capire l’alta cucina più classica della Francia. Dopo Gualtiero Marchesi, la cucina mondiale perde uno dei grandi protagonisti: il cuoco lionese, da tempo malato del morbo di Parkinson, fu tra i promotori della Nouvelle Cuisine, di cui firmò il manifesto nel 1970 insieme ad altri 14 chef, mentre nel 1987 dette vita al Bocuse d’Or, concorso di cucina internazionale tra i più prestigiosi al mondo.