Sono trascorsi 25 anni dalla scomparsa della “cerbiatta di Hollywood”. ArtsLife omaggia Audrey Hepburn: attrice travolgente, icona di stile e ambasciatrice dell’l’Unicef.
I suoi personaggi hanno segnato la storia del cinema e la sua eleganza ha cambiato le sorti della moda. Audrey Hepburn è l’emblema di una femminilità perfetta e priva di sbavature. Eppure, il tubino nero e i grandi occhiali da sole celano un’esistenza difficile e una personalità tormentata: dall’infanzia segnata dalla guerra ai disordini alimentari, dai tradimenti dei mariti alla maternità sofferta, fino alla morte; avvenuta prematuramente, trasformando una donna incredibilmente umana in un mito senza tempo.
Dalla danza alla conquista di Hollywood
Nata nella primavera del 29 da un’agiata famiglia anglo-belga, Edda van Heemstra Hepburn-Ruston (questo il vero nome della Hepburn) conosce la furia nazista e i morsi della fame dell’embargo. Dopo avere studiato danza ad Amsterdam, si trasferisce in Inghilterra per diventare ballerina, ma -troppo alta (170 cm) per la carriera professionista- si da al teatro, per essere poi rapita dal grande schermo.
Hollywood -abituata alla prorompente sensualità di Marilyn Monroe e all’eleganza impostata di Grace Kelly- resta folgorata dalla grazia innata di quello scricciolo. Se nel provino di “Vacanze Romana” (1953) l’allora sconosciuta Audry soffia il ruolo ad Elizabeth Taylor, col personaggio di “Sabrina” (1954) fa sognare gli uomini di tutto il mondo. Ma è col ruolo dell’adorabile Holly in “Colazione da Tiffany” che la Hepburn si erge a icona di stile. Se il binomio chignon-sigaretta con bocchino entra subito nell’immaginario collettivo, nel 2006 la copia del tubino disegnato da Givenchy per la pellicola sarà battuta all’asta per la cifra record di 700mila euro.
La moda si fa minimal
Il rapporto fra l’attrice e la moda è contrassegnato da un’eleganza senza sforzo che anticipa lo spirito del tempo. Ms Hepburn snobba gli abiti leziosi per i pantaloni, porta le ballerine con la stessa sensualità dei tacchi a spillo e indossa con disinvoltura cappelli a tesa larga. Da quest’approccio genuino nasce il sodalizio con Hubert de Givenchy. Una storia d’amore lunga una vita: iniziata con un deludente primo appuntamento in cui il couturier si aspettava l’altra Hepburn (l’allora più conosciuta Katharine) e culminata con la dedica della fragranza-tributo “Interdit” (ovvero “Proibito”).
Oltre il mito. Una vita dedicata all’amore
La Hepburn colleziona statuette e conquista le copertine di Vogue, eppure smessi i panni della creatura favolistica del grande schermo, nella vita reale fatica a trovare la felicità. La silhouette innaturalmente filiforme e gli occhi sproporzionalmente grandi celano un’anoressia –e una sofferenza- silenziosa. L’attrice che nei film fa battere il cuore a Cary Grant e ad Humphrey Bogart non sembra essere destinata a trovare il principe azzurro. Se il matrimonio con l’attore Mel Ferrer si sgretola dopo 14 anni, quello col medico italiano Andrea Dotti finisce a causa dei continui tradimenti. Anche il sogno della maternità si rivela difficile da realizzare e i due desideratissimi figli arrivano dopo il dolore di quattro aborti spontanei. Ma Audry crede davvero che l’amore sia in grado di portare tutto a un lieto fine; così nel 1988 abbandona i set cinematografici e i red carpet per diventare ambasciatrice dell’UNICEF, dedicando gli ultimi anni di una vita troppo breve all’aiuto dei bambini più sfortunati.
Nel gennaio del 1993 si spegne l’Audry internazionale: attrice da Oscar e icona di eleganza, ma soprattutto una grande donna che si è battuta per il vero amore.