Apre oggi, 16 febbraio, fino al 10 giugno 2018 al Forte di Bard, Wildlife Photographer of the Year, il più importante premio per la fotografia naturalistica promosso dal Natural History Museum di Londra, giunto alla sua 53esima edizione.
Aosta. E’ lo spettacolare Forte di Bard la sede prescelta per la prima tappa del tour italiano di Wildlife Photographer of the Year. In mostra i migliori scatti da tutto il mondo che immortalano il variegato spettacolo della natura, in tutta la sia biodiversità, comportamenti e curiosità.
Cento le foto esposte, selezionate da più di 50mila immagini, realizzate tutte nell’anno appena concluso e divise nelle 16 categorie del premio, offrono un’affascinante finestra sul mondo, permettendo di scoprire la natura nei suoi aspetti più inaspettati, remoti, misteriosi, talvolta cruenti, altre di toccante tenerezza.
Risulta infatti quasi disarmante l’intensità di certi scatti, che ci costringe a prendere coscienza di quanta umanità ci sia in certi comportamenti e sguardi animali, e quanta animalità ci sia in certi nostri atteggiamenti e azioni.
Fra questi sicuramente lo scatto vincitore assoluto, “Memorial to species” del fotografo sudafricano Brent Stirton: uno scatto di grande forza documentaria e intensità realista, ritrae un rinoceronte appena mutilato del suo corno, che giace inerme a terra,spogliato di ogni suo vigore vitale, sul suolo del Parco Hluhluwe Imfolozi, la più antica riserva naturale del Sud Africa. A essere così documentata è l’estrema crudeltà egoistica dell’atto umano di bracconaggio, in uno scatto di forte impatto emotivo, non privo comunque di un certo rigore nelle scelte estetiche e cromatiche, che si appella direttamente alla sensibilità dell’osservatore, costringendolo a interrogarsi sull’effettiva razionalità di uomo predatore, non per necessità, ma per il solo mercato.
Sir Micael Dixon Direttore del Museo di Storia Naturale di Londra ha spegato che “La foto di Brent Stirton sottolinea l’urgente bisogni di umanità che occorre per proteggere il nostro pianeta e le specie con cui viviamo”
E’ stata una giuria internazionale di tutto rispetto nel settore della fotografia naturalistica, a selezionare le foto giunte da più di 92 paesi diversi ma accumunate tutte da un grande amore per la natura che si unisce alla passione fotografica per l’urgenza di catturare quegli attimi in cui lo spettacolo della natura si rivela in tutta la sua forza per condividerli, comunicarli e quindi sensibilizzare all’importanza di una sua tutela e salvaguardia, con un impegno a cui tutti siamo chiamati in prima persona.
Molto più ludico e scanzonato lo scatto vincitore della categoria giovani , “The Good life- La Bella Vita” di Daniël Nelson: un’immagine realizzata all’interno del Parco Nazionale di Odzala nella Repubblica del Congo, ritrae gorilla felicemente sdraiato e intento a mangiare con gusto un frutto rivelando nei suoi gesti e espressioni tutta la vicinanza a quelli umani, ma anche come dal nostro rispetto della loro tranquilla presenza essi dipendano per i loro normali cicli naturali.
Il titolo di Wildlife Photographer of the Year va a premiare l’immagine più memorabile e spettacolare fra tutte quelle in concorso con un ambitissimo premio di 100000 sterline. Sin dal suo esordio nel 1950 il concorso è stato un esempio di eccellenza fotografica e dio un’autentica e fedele rappresentazione del mondo naturale, libera da editing eccessivo, con testi scientifici rigorosi e nel totale rispetto degli animali nel loro ambiente.
Fra i premiati anche 5 italiani: Stefano Unterthiner (finalista di The Wildlife Photojournalist Award nella sezione Story e Urban Wildlife), la giovanissima Ekaterina Bee vincitrice della categoria 10 years and under, Marco Urso finalista categoria Behaviour, Hugo Wassermann , finalista nella categoria Urban Wildlife e Angiolo Manetti, finalista di Earth’s Environments.
Interessante anche l’iniziativa specificatamente prodotta dal Forte e connessa alla mostra, Master of Wildlife Photography: un percorso formativo con modalità residenziale dedicato alle tecniche della fotografia naturalistica realizzato nel splendido paesaggio naturale delle montagne del forte, e con docenti proprio il finalista Stefano Unterthiner e Emanuele Biggi, biologo e fotografo conduttore di Geo su Rai Tre. Un’interessante iniziativa di produzione contemporanea site specific, per creare un dialogo attivo e produttivo con le mostre ospitate, e al contempo utile ad una diversa valorizzazione del luogo tramite il suo racconto fotografico.
IL FORTE DI BARD
La mostra appena inaugurata si presenta così come un’ ottima occasione per un percorso alla scoperta della natura a più livelli e soprattutto per conoscere il Forte di Bard, che da circa 12 anni si è ormai affermato come una realtà decisamente interessante di valorizzazione locale sia a livello strettamente strutturale con il notevole recupero della fortezza, sia a livello di luogo, inteso come la sua natura e la sua peculiare cultura e identità locale.
Ampio è infatti programma culturale, dove natura e storia locale incontrano arte e cultura creando un fertile dialogo.
Al momento il forte infatti ospita fino al 13 giugno anche un’altra mostra “Luci del Nord. Impressionismo in Normandia”, curata dallo storico dell’arte francese Alain Tapiè, con lavori di assoluta eccellenza provenienti dalla collezione privata francese dell’ Association Peindrer en Normandia di Caen, oltre che prestiti di istituzioni prestigiose come il Belvedere di Vienna e il museo Marmottan di Parigi. Monet, Renoir, Bonnard, Courbet, Corot sono solo alcune delle firme presenti in questo racconto inaspettato di un Impressionismo che parte molto più da lontano , e ha una vita molto più lunga di ciò che si immagina.
Inoltre altrettanto interessanti e con un allestimento multimediale interattivo e suggestivo di assoluta efficacia, sono gli ambienti sempre al suo interno dedicati al racconto museale del luogo e della sua identità (ma non solo), ovvero Il museo delle Alpi, il Museo delle Fortificazioni e il recente Museo delle frontiere (dedicato appunto al tema della frontiera, tema estremamente attuale nelle sei molteplici possibilità di lettura e sviluppo) .
Il forte di Bard è dunque una realtà di valorizzazione storico-culturale tutta da scoprire, un virtuoso esempio che si potrebbe porre da modello anche per altre realtà che potrebbero vedere lo stesso recupero e sviluppo, tramite arte, cultura e creatività.
Informazioni utili
Wildlife Photographer of the Year
Forte di Bard – Valle d’Aosta
16 febbraio – 10 giugno 2018
fortedibard.it