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Successo per i manoscritti medioevali in asta da Pandolfini

1 (Manoscritto miniato – Genova) GREGORIO DA PIACENZA. Regola delle Monache di Santa Maria della Passione in Genova, 1411. Manoscritto su pergamena in 8vo (205 x 145 mm), [53] carte. Completo. Specchio di scrittura ca. 140 x 100 mm. Testo su una colonna di 25 righe, in grafia gotica in inchiostro bruno, titoli in rosso, un paio di capilettera più grandi in rosso e in azzurro, altri più piccoli in rosso o in azzurro. Incipit in rosso con iniziale floreale policroma su fondo oro, entro ampia cornice figurata, suddivisa in 5 compartimenti figurati, di cui: una grande vignetta in testa che raffigura un vescovo attorniato da suore agostiniane, la cui badessa è ritratta nell’atto di consegnare presumibilmente il presente volume al vescovo; una vignetta in calce che rappresenta due angeli che reggono un tondo con all’interno l’Agnello assiso sulle Sacre Scritture; al margine esterno un piccolo ritratto di uomo anziano che porta la Croce (presumibilmente il Cireneo), con vignette floreali sopra e sotto. Legatura antica in piena pelle riccamente decorata in oro, fleurons ovali al centro dei piatti, quello anteriore con la Crocifissione, quello posteriore con la Vergine e il Bambino, entro cornice floreale con fregi accantonati. Resto di fermagli. Varie tracce del tempo ma generalmente molto ben conservato. DELIZIOSO CODICE MINIATO IN VOLGARE, che contiene la regola delle monache agostiniane della chiesa di Santa Maria della Passione in Genova, scritto da Padre Gregorio da Piacenza (presumibilmente il loro confessore), come si desume da una nota al termine del manoscritto. L’opera si apre con un “Sermone in laude de la sancta religione”, seguito da un prologo e da una prima parte suddivisa in 33 capitoli che trattano, tra l’altro: quale ufficio debbano recitare le sorelle che non sanno leggere; il modo in cui si parla attraverso la grata e come comportarsi con gli uomini che entrano nel monastero; silenzio, obbedienza, esercizi manuali; quante volte all’anno le monache si debbano confessare; come accogliere le novizie; alimentazione e digiuno; sonno; scelta della Badessa e suoi doveri; riunioni settimanali; abbigliamento e calzature; cura delle sorelle inferme; come e chi debba seppellire le monache defunte. La seconda parte dell’opera, costituita da 9 capitoli, elenca tutte le punizioni da mettere in atto nei vari casi in cui le monache vengano meno ai loro doveri o si comportino male. I castighi vanno dal mangiare pane e acqua per terra, baciare i piedi alle sorelle, lavare i piatti, restare in silenzio, ad un anno di reclusione per “la sorella ala quale fa di bisogno licenciare dal monasterio per la sua captiva vita”. Molto interessante soprattutto perché redatto in italiano volgare. Lotto offerto con certificato di libera circolazione – This lot has a valid export license Stima € 6.000 / 8.000 Aggiudicazione: € 15.000 1 (Manoscritto miniato – Genova) GREGORIO DA PIACENZA. Regola delle Monache di Santa Maria della Passione in Genova, 1411. Manoscritto su pergamena in 8vo (205 x 145 mm), [53] carte. Completo. Specchio di scrittura ca. 140 x 100 mm. Testo su una colonna di 25 righe, in grafia gotica in inchiostro bruno, titoli in rosso, un paio di capilettera più grandi in rosso e in azzurro, altri più piccoli in rosso o in azzurro. Incipit in rosso con iniziale floreale policroma su fondo oro, entro ampia cornice figurata, suddivisa in 5 compartimenti figurati, di cui: una grande vignetta in testa che raffigura un vescovo attorniato da suore agostiniane, la cui badessa è ritratta nell’atto di consegnare presumibilmente il presente volume al vescovo; una vignetta in calce che rappresenta due angeli che reggono un tondo con all’interno l’Agnello assiso sulle Sacre Scritture; al margine esterno un piccolo ritratto di uomo anziano che porta la Croce (presumibilmente il Cireneo), con vignette floreali sopra e sotto. Legatura antica in piena pelle riccamente decorata in oro, fleurons ovali al centro dei piatti, quello anteriore con la Crocifissione, quello posteriore con la Vergine e il Bambino, entro cornice floreale con fregi accantonati. Resto di fermagli. Varie tracce del tempo ma generalmente molto ben conservato. DELIZIOSO CODICE MINIATO IN VOLGARE, che contiene la regola delle monache agostiniane della chiesa di Santa Maria della Passione in Genova, scritto da Padre Gregorio da Piacenza (presumibilmente il loro confessore), come si desume da una nota al termine del manoscritto. L’opera si apre con un “Sermone in laude de la sancta religione”, seguito da un prologo e da una prima parte suddivisa in 33 capitoli che trattano, tra l’altro: quale ufficio debbano recitare le sorelle che non sanno leggere; il modo in cui si parla attraverso la grata e come comportarsi con gli uomini che entrano nel monastero; silenzio, obbedienza, esercizi manuali; quante volte all’anno le monache si debbano confessare; come accogliere le novizie; alimentazione e digiuno; sonno; scelta della Badessa e suoi doveri; riunioni settimanali; abbigliamento e calzature; cura delle sorelle inferme; come e chi debba seppellire le monache defunte. La seconda parte dell’opera, costituita da 9 capitoli, elenca tutte le punizioni da mettere in atto nei vari casi in cui le monache vengano meno ai loro doveri o si comportino male. I castighi vanno dal mangiare pane e acqua per terra, baciare i piedi alle sorelle, lavare i piatti, restare in silenzio, ad un anno di reclusione per “la sorella ala quale fa di bisogno licenciare dal monasterio per la sua captiva vita”. Molto interessante soprattutto perché redatto in italiano volgare. Lotto offerto con certificato di libera circolazione – This lot has a valid export license Stima € 6.000 / 8.000 Aggiudicazione: € 15.000

La vendita dedicata a libri, manoscritti e autografi da Pandolfini a Firenze lo scorso 14 febbraio ha visto una percentuale dei lotti venduti che ha raggiunto quasi  il 90%, con rilanci che hanno spesso superato il doppio e il triplo delle basi d’asta (totale asta: 328 mila euro).

1 (Manoscritto miniato – Genova) GREGORIO DA PIACENZA. Regola delle Monache di Santa Maria della Passione in Genova, 1411. Manoscritto su pergamena in 8vo (205 x 145 mm), [53] carte. Completo. Specchio di scrittura ca. 140 x 100 mm. Testo su una colonna di 25 righe, in grafia gotica in inchiostro bruno, titoli in rosso, un paio di capilettera più grandi in rosso e in azzurro, altri più piccoli in rosso o in azzurro. Incipit in rosso con iniziale floreale policroma su fondo oro, entro ampia cornice figurata, suddivisa in 5 compartimenti figurati, di cui: una grande vignetta in testa che raffigura un vescovo attorniato da suore agostiniane, la cui badessa è ritratta nell’atto di consegnare presumibilmente il presente volume al vescovo; una vignetta in calce che rappresenta due angeli che reggono un tondo con all’interno l’Agnello assiso sulle Sacre Scritture; al margine esterno un piccolo ritratto di uomo anziano che porta la Croce (presumibilmente il Cireneo), con vignette floreali sopra e sotto. Legatura antica in piena pelle riccamente decorata in oro, fleurons ovali al centro dei piatti, quello anteriore con la Crocifissione, quello posteriore con la Vergine e il Bambino, entro cornice floreale con fregi accantonati. Resto di fermagli. Varie tracce del tempo ma generalmente molto ben conservato.   DELIZIOSO CODICE MINIATO IN VOLGARE, che contiene la regola delle monache agostiniane della chiesa di Santa Maria della Passione in Genova, scritto da Padre Gregorio da Piacenza (presumibilmente il loro confessore), come si desume da una nota al termine del manoscritto. L’opera si apre con un “Sermone in laude de la sancta religione”, seguito da un prologo e da una prima parte suddivisa in 33 capitoli che trattano, tra l’altro: quale ufficio debbano recitare le sorelle che non sanno leggere; il modo in cui si parla attraverso la grata e come comportarsi con gli uomini che entrano nel monastero; silenzio, obbedienza, esercizi manuali; quante volte all’anno le monache si debbano confessare; come accogliere le novizie; alimentazione e digiuno; sonno; scelta della Badessa e suoi doveri; riunioni settimanali; abbigliamento e calzature; cura delle sorelle inferme; come e chi debba seppellire le monache defunte. La seconda parte dell’opera, costituita da 9 capitoli, elenca tutte le punizioni da mettere in atto nei vari casi in cui le monache vengano meno ai loro doveri o si comportino male. I castighi vanno dal mangiare pane e acqua per terra, baciare i piedi alle sorelle, lavare i piatti, restare in silenzio, ad un anno di reclusione per “la sorella ala quale fa di bisogno licenciare dal monasterio per la sua captiva vita”. Molto interessante soprattutto perché redatto in italiano volgare.   Lotto offerto con certificato di libera circolazione – This lot has a valid export license   Stima  € 6.000 / 8.000 Aggiudicazione: € 15.000
Lotto 1
(Manoscritto miniato – Genova) GREGORIO DA PIACENZA. Regola delle Monache di Santa Maria della Passione in Genova, 1411.
Lotto offerto con certificato di libera circolazione 
Stima € 6.000 / 8.000
Aggiudicazione: € 15.000

Grande successo soprattutto per i manoscritti medioevali, che stimati tutti tra i 5 e i 6.000 euro l’uno, hanno spuntato cifre decisamente superiori: la Regola delle monache (lotto 1) è passata di mano a 15.000 euro, la Fiorita italica (lotto 2) ed il Confessionale (lotto 3) sono entrati in nuove collezioni a fronte di 13.750 euro ciascuno, mentre il Copialettere di Giacomo da Livorno (lotto 4), da una base di 1.000/1.200 euro è stato aggiudicato a 15.000 euro.

4 (Manoscritto – Livorno – Epistolario) GIACOMO DA LIVORNO. Copialettere, provenienza toscana, ultimo quarto del XV secolo. Manoscritto su carta in 8vo (213 x 150 mm), 120 carte numerate (assente la 13). Specchio di scrittura c. 150 x 90 mm, riquadrato. Testo su una colonna di 26 righe, in grafia minuscola corsiva in inchiostro bruno, incipit in grafia gotica in inchiostro rosso. Legatura coeva in pelle decorata a secco su tavolette di legno, borchie agli angoli, resti di fermagli. Varie tracce del tempo ma generalmente ben conservato. Giacomo da Livorno (noto anche come Nanni Iacopo da Livorno) fu insegnante di grammatica e retorica a Lucca e a Volterra nella seconda metà del ‘400. Il presente manoscritto, che contiene una selezione di lettere in italiano e in latino (di cui una è la famosa “Invettiva di Marsilio Ficino a Guardavilla da Volterra”) era presumibilmente un testo da lui redatto che utilizzava per insegnare a scrivere lettere. Interessante manuale ad uso privato, con alcune graziose iniziali animate.   Lotto offerto con certificato di libera circolazione – This lot has a valid export license Stima  € 1.000 / 1.200 Aggiudicazione: € 15.000
Lotto 4
(Manoscritto – Livorno – Epistolario) GIACOMO DA LIVORNO. Copialettere, provenienza toscana, ultimo quarto del XV secolo.
Lotto offerto con certificato di libera circolazione 
Stima € 1.000 / 1.200
Aggiudicazione: € 15.000

Il top lot dell’asta se lo è aggiudicato l’Atlante rinascimentale dell’Ortelius (lotto 65), valutato 20.000/25.000 euro, ma venduto a 37.500 euro dopo un’accesa battaglia ai telefoni.  Ottimi risultati anche per la prima edizione dell’Encyclopédie di Diderot (lotto 94) aggiudicata a 20.625 euro, e per il Chef-D’Oeuvre Inconnu (lotto 140) illustrato da Picasso, aggiudicato a 15.000 euro.

65 (Geografia – Illustrati 500) ORTELIUS, Abraham. Theatrum orbis terrarum Opus nunc denuò ab ipso Auctore recognitum, multisque locis castigatum, & quamplurimis novis tabulis atquè Commentarijs auctum. (Antverpiae, Auctoris aere & cura impressum, absolutumque apud Christophorum Plantinum, 1579). [Con] Nomenclator Ptolemaicus; omnia locorum vocabula quae tota Ptolemaei Geographia occurrunt, continens: ad fidem Graeci codicis purgatus; & in ordinem non minus utilem quàm elegantem digestus. Antverpiae, Abrahamo Ortelio Cosmographo Regio, excudebat Christophorus Plantinus, 1597. In folio in 2 parti (435 x 298 mm). [10] carte con frontespizio architettonico allegorico e ritratto di Ortelius alla carta B4v, entrambi incisi e colorati a mano, seguite da 93 tavole calcografiche a doppia pagina, tutte colorate a mano, e da 77 [11] pp., di cui l’ultima bianca. Collazionato completo secondo il registro in fine: A6, B4, 93 tavole a doppia pagina, A-F6, G8. Iniziali e fregi xilografici. Marca tipografica di Plantin colorata a mano al frontespizio del Nomenclator. Piena pelle coeva decorata a secco (tracce dell’oro originale), grande mandorla polilobata contenente il titolo “THEATRUM ORBIS TERRARUM” circondato da intreccio di nastri e piccole decorazioni floreali al centro del piatto anteriore entro cornice romboidale e serie di cornici rettangolari con cantonali che riprendono l’ornamentazione della mandorla centrale; stessa decorazione al piatto posteriore, ma senza il titolo al centro; dorso a 5 nervi; tagli spruzzati di rosso; resti di lacci in seta verde. Legatura sciupata e con mancanze, frontespizio uniformemente ingiallito e con strappi e piccole lacune lungo i margini, qualche pallida fioritura alle pagine di testo, piccoli restauri antichi in pergamena al margine bianco inferiore di 18 mappe, qualche strappo sempre al margine inferiore bianco di alcune mappe, un paio di strappi al margine interno, qualche mappa un po’ ingiallita, il colore verde ha creato nei secoli un’ombra al retro delle carte sulle quali è stato steso (segno di coloritura antica).   BELLISSIMO ESEMPLARE GENUINO IN LEGATURA COEVA, CON TUTTE LE INCISIONI IN FINE COLORITURA ANTICA, ED ILLUSTRE PROVENIENZA.   Seconda edizione in latino di questo fondamentale atlante, pubblicato per la prima volta nel 1570. L’opera, qui completa di tutte le sue parti, si apre con un bellissimo frontespizio architettonico abitato da figure allegoriche dei continenti, il cui significato è spiegato da Adolf van Meetkercke nelle carte iniziali. Seguono la dedica di Ortelius all’imperatore Carlo V in maiuscole molto grandi, la lettera al lettore, il catalogo degli autori delle tavole geografiche (126 nomi), l’indice alfabetico dei luoghi raffigurati, e vari poemi dedicatori. La parte delle carte geografiche si apre con la mappa del mondo allora conosciuto, immediatamente seguita dalle mappe di Europa, Asia, Africa, Americhe. Ogni carta è introdotta da una parte testuale. Sono presenti in fine: il Parergon Theatri, che raccoglie una mappa delle peregrinazioni di San Paolo, una dell’Impero Romano, e una della Grecia antica; il Nomenclatur Ptolemaicus, ed il De Mona Druidum Insula di Humphrey Llwyd. Il Theatrum Orbis Terrarum è considerato il primo vero atlante moderno. Ortelius lo revisionò con regolarità, espandendo l’atlante e ripubblicandolo in diversi formati fino alla sua morte avvenuta nel 1598.   La presente copia, tramandata per secoli di generazione in generazione, proviene dalla collezione dei conti Parisani di Tolentino (MC), nobile famiglia antica ed importante. Il primo documento relativo ai Parisani di Tolentino risale al 1303. La loro storia è strettamente collegata a quella del Comune, vanta numerosi personaggi di rilievo, ed è legata a vicende napoleoniche (cfr. Edmondo Casadidio, La famiglia Parisani: saggio di genealogia e di demografia storica, pp. 43-69 in “Quaderni del Bicentenario”, 1995, n. 1). Stima  € 20.000 / 25.000 Aggiudicazione: € 37.500
Lotto 65
(Geografia – Illustrati 500) ORTELIUS, Abraham. Theatrum orbis terrarum Opus nunc denuò ab ipso Auctore recognitum, multisque locis castigatum, & quamplurimis novis tabulis atquè Commentarijs auctum. (Antverpiae, Auctoris aere & cura impressum, absolutumque apud Christophorum Plantinum, 1579).
Stima € 20.000 / 25.000
Aggiudicazione: € 37.500

Chiara Nicolini,  Capo Dipartimento Libri, Manoscritti e Autografi, ha commentato: «A San Valentino ha trionfato l’amore per i libri!».

www.pandolfini.it

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