Quello che non so di lei, il nuovo film di Roman Polański, dal 1° marzo al cinema.
A quattro anni del suo ultimo film, Venere in pelliccia (convincente ma minore), torna in sala Roman Polański con Quello che non so di lei: al centro della vicende un conflitto tutto al femminile. Come nella pellicola precedente torna protagonista Emmanuelle Seigner. Ma se in quel caso il gioco a due era con una controparte maschile, Mathieu Amalric, stavolta lo scontro è con Eva Green.
>> Dopo esser stato presentato fuori concorso allo scorso Festival di Cannes, Quello che non so di lei (D’après une histoire vraie) arriva nelle sale italiane dal 1° marzo.
Delphine (Emmanuelle Seigner) è una scrittrice di successo, il suo ultimo romanzo è un successo. Un’opera con cui ha messo a nudo se stessa e la propria famiglia e grazie alla quale ha raggiunto il cuore dei lettori, che nella sua storia di identificano. Ma lei sembra non provare la minima empatia per questo seguito, le parole di stima e di lode le suonano vuote, tutte uguali: è un successo che la frastorna e la annoia al tempo stesso, le togli energia. Un giorno però incontra Leila (Eva Green), una donna magnetica che dal nulla si insinua nella sua vita. Ha qualcosa di misterioso ed eccentrico: grazie a poche mosse astute e ben calcolate diventa in poco tempo sua amica e confidente.
Quello di Leila è un personaggio incredibilmente sfuggente. Nella versione originale il suo soprannome è Elle, che in francese vuol dire “lei”. Nell’adattamento italiano diventa Leila, soprannominata Lei – per rendere il medesimo gioco di parole usato per sottolineare la sua natura fuggevole.
Polański adatta per il grande schermo il bestseller di Delphine de Vigan, Da una storia vera, su sceneggiatura di Olivier Assayas (Personal Shopper) che già in Sils Maria aveva esplorato dinamiche simili: in quel caso c’erano Juliette Binoche nel ruolo dell’attrice navigata e piena di conflitti (e complessi) e Kristen Stewart nei panni della sua giovane assistente.
In Quello che non so di lei si ripresenta uno schema simile, con una scrittrice in crisi a una fan/collega/stalker con tutta l’aria di essere, fin da subito, una “psicopazza” col botto. Eva Green (The Dreamers, Miss Peregrine, White Bird in a Blizzard) è inquietante e bravissima in questo ruolo, come suo solito regina di ambiguità e seduzione. La pellicola inizia come una commedia dark per virare poi sui toni del thriller. Quello Che Non So Di Lei è un film “Frankenstein”, vivono in esso tutti i fantasmi e i muscoli di quei film che hanno fatto del thriller psicologico (e limitrofi) una materia prediletta per i grandi autori: Angoscia di Cukor, Misery di Reiner (da Stephen King), Il Sospetto e Il peccato di Lady Considine di Hitchcock (e tutto il filone “damsels in distress“), ma anche Grazie Per La Cioccolata di Chabrol o Persona di Ingmar Bergman (un noir introspettivo, per un certo verso). Possiamo ricordare anche Inserzione pericolosa, spostandoci dai grandi maestri ai piccoli cult ai quali varrebbe la pena ridare un’occhiata.
La critica internazionale però non l’ha apprezzato. Ci sono dei buchi nella sceneggiature. Le scelte della protagonista non sono logiche. La tensione non è al massimo. Tutto vero. Ma appare come il quadro di una scelta consapevole, in un gioco di specchi in cui (spoiler) tutti gli indizi disseminati lungo il cammino non porteranno alla soluzione del mistero: una scatola cinese di McGuffin.