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Il FAI celebra Arturo Martini. Tra marmo, bronzo e gesso, la Giustizia corporativa a Milano

Arturo Martini, Giustizia Corporativa (particolare) Arturo Martini, Giustizia Corporativa (particolare)
Arturo Martini, Giustizia Corporativa (particolare)
Arturo Martini, Giustizia Corporativa (particolare)

Arturo Martini in mostra a Villa Necchi Campiglio, Milano. Il FAI lo celebra con un mostra dal 7 marzo al 6 maggio.

Con la mostra Arturo Martini e il monumento per il Palazzo di Giustizia a Milano il Fondo Ambiente Italiano mira a celebrare l’artista di Treviso e a commemorare la memoria di Claudia Gian Ferrari (1946-2010), una tra i suoi più attivi studiosi.

Il percorso espositivo ruoterà attorno all’opera più rappresentativa e grandiosa dell’artista conservata a Milano: il monumentale altorilievo della Giustizia Corporativa, eseguito nel 1937 per l’atrio al primo piano del Palazzo di Giustizia, progettato da Marcello Piacentini.

Arturo Martini, Giustizia Corporativa (particolare)
Arturo Martini, Giustizia Corporativa (particolare)

La Giustizia Corporativa è un racconto sulla vita e le attività dell’uomo, che appaiono tutte sottoposte al giudizio della Legge, a cui richiama la Giustizia, qui seduta sull’albero del Bene e del Male, con il volto sereno e quasi impassibile, ma nello stesso tempo sollecito e attento, e in mano gli attributi tradizionali, la bilancia e la spada.

Il fascino dell’opera non si limita al suo contenuto artistico, anche la realizzazioni stessa fu complessa e dettagliatamente organizzata. Fu infatti necessaria una grandiosa opera di montaggio: un basamento a gradoni di legno sul quale venivano appoggiati e fissati i calchi in gesso delle colossali crete ad altezza umana uscite dalle mani dell’artista; ogni gruppo, grazie a strutture e sostegni lignei retrostanti, veniva incastrato al suo posto e il tutto unificato da passaggi di gesso liquido su piedistalli e gradini, e infine chiuso da una cornice di legno gessato, come in una scatola. Una volta realizzati, i blocchi in gesso furono inviati a Carrara dove i marmisti, sotto il controllo e la direzione dell’artista, tradussero l’intera opera in marmo.

Arturo Martini, La famiglia (1937)
Arturo Martini, La famiglia (1937)

A Villa Necchi Campiglio saranno esposti, per la prima volta riuniti, il bozzetto originale in gesso, due grandi altorilievi in gesso a grandezza naturale serviti come modelli per il gruppo degli “Intellettuali” e della “Famiglia”, il grande marmo di “Dedalo e Icaro” e un bozzetto in bronzo del gruppo della “Famiglia”.

Arturo Martini, Gli Intellettuali (1937)
Arturo Martini, Gli Intellettuali (1937)

Collaterale alla mostra, verrà proposto un itinerario martiniano attraverso la città, per conoscere e approfondire le importanti opere del maestro che arricchiscono Milano e il suo rapporto con la città.

Insieme all’artista il FAI celebra anche Claudia Gian Ferrari, la quale dedicò gran parte della sua vita professionale alla ricerca di opere dell’artista che lei per prima ha creduto poter essere un genio della scultura novecentesca. Dalla battaglia contro il gruppi dei falsi “di Anticoli Corrado” fino alla promozione di mostre e restauri, la gallerista e collezionista ha legato indissolubilmente il suo nome a quello di Arturo Martini.

Arturo Martini, La famiglia e il figliol prodigo (1927)
Arturo Martini, La famiglia e il figliol prodigo (1927)

Per ulteriori informazioni sulla mostra, visitare il sito ufficiale.
Per ulteriori informazioni sul FAI: www.fondoambiente.it

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