Impressioni. Immagini che si pongono, palesano. Attese che si placano, accadono. Sedimentazioni di pensiero in bilico tra luce e colore, ombre e trasparenze, bianco e nero. Rosso invece è quel sottile filamento che aleggia e corre dalle impressioni ad acquaforte di Roberto Ciaccio (1951-2014) a quelle fotografiche di Claudio (1990), suo figlio. Impressioni che appaiono, scompaiono. Sospensioni con possibilità di sconfinamento. Da una soglia, una finestra, incisa verso un oltre che non sai se accadrà, a una fotografia. Un finito che lascia aperta la possibilità. E noi fermi, in attesa, sull’uscio dell’immagine. A mirare quelle sequenze di pensiero tradotte e trasposte nella materia, su cui la volontà si sofferma mentre la traccia scorre. E si fa. Aumenta, come la presenza che si riempie e compie. Appare e scompare. L’immagine della luce. Barlumi di essa, tra gli amoreggiamenti manifesti del bianco e del nero, del primo che sopprafà il secondo. E viceversa. Con tutte le infinite grane, di cui sono pregni e saturi, che bisticciano nello svelarsi e rivelarsi silenzioso della figura. Sul confine di quella tensione osmotica ed estatica, all’orizzonte, si scorge una radura frutto dell’incantevole incontro delle lentiggini di luce. La percezione di qualcosa, l’instaurarsi di una presenza. Un’Attesa, come spazio in un’immagine che la contiene.
Attese, così recita il titolo della piccola e raffinata mostra concentrata nello Spazio L’Originale in Via Rossari, angolo Borgospesso, pieno quadrilatero della moda milanese. Un posticino delicato immerso nei toni dell’ocra. Uno spazio caldo che accoglie l’opera dei Ciaccio, dalle teche a centro sala alle opere alle pareti. Fuori il gelo. Dentro, la densa e ineffabile potenza di un’acquaforte del 1988 di Roberto Ciaccio svolge la sua immagine. Un’incisione volutamente senza nome. Che ha in sè il pensiero, il divenente, il divenire. Che contiene in sè i temi e le riflessioni che si manifesteranno in seguito nelle opere dell’artista. A fianco, i versi del poeta ungherese Tomaso Kemeny (1939), Movimento incompiuto e Tempo rubato. Contemplazione e produzione dell’idea. Matrici, linguaggi che si irradiano delle speculazioni di Heidegger e Derrida. Implicitamente, o esplicitamente. Come le Annotazioni di luce in otto momenti per Holzwege di Martin Heidegger. Origine, parola, immagine. Il tempo come dimensione esistenziale e ontologica. Traccia sedimentata, impressionata e immortalata su carta, pellicola e velina. Sospensione vibrante di luce e materia. Nel suo colmare e strabordare essere. Un’acquaforte dalla grana instabile e vitale, preziosamente sporca, in lotta tra i suoi accadimenti. Un lento svolgersi del pensiero interpretato col cuore, l’occhio e la mente -che assieme colgono e tengono in sè lo spirito- da Claudio: soluzioni telluriche, materiche, astratte che sottendono e proseguono il lento e ponderato lavoro artigianale di Roberto: l’emergere della sostanza, la capacità di donare presenza allo “sporco” e carpire quella trama profonda e apparentemente inerte, concentrando l’obbiettivo fotografico su un dettaglio che si compie come totalità. L’affiorare dello spirito come svelamento, una velina investita dalla luce prepotente del sole che infuoca la presenza in una soluzione mirabolantemente satura. Una nuova opera a se stante, affrancata seppure debitrice del lavoro del padre. Nel mentre le Attese scorrono dal foglio originale di velina sottovetro a una “luminosità improvvisa” alle pareti. Passaggi. Le velature calcografiche si fondono e passano, trascorrono, e l’attesa si compie (almeno parzialmente) in tre momenti: nella mostra, la prima dopo la scomparsa di Roberto; nella fresca istituzione dell’Archivio Roberto Ciaccio, che dà inizio con questa esposizione alla sua attività culturale; e nell’Attesa di qualcosa che verrà. E avverrà. Una ennesima sospensione temporanea dell’evento prima del suo accadimento.
Informazioni utili
Attese – Roberto e Claudio Ciaccio
a cura di Maria Pia Ciaccio e Silvia Ciaccio
Spazio L’Originale di Marina Pogliago Milano
Via Luigi Rossari, 5 (angolo via Borgospesso), 20121 Milano
Dal 14 febbraio al 14 marzo 2018
Promossa dall’Associazione I Cento Amici del Libro
Tel. 338 6284529
Orario: da martedì a sabato 15.30/19.30