Ultimi 10 giorni per visitare la mostra dal titolo La ricerca della modernità – Opere dal Divisionismo al Futurismo alla Galleria Russo di Roma.
Una corsa veloce di nuvole basse pregne di terrore/a far venire vertigini/corsa corsa/singhiozzi silenziosi di lampi glauchi rosei morbidi lontano/V’è un lento passaggio d’ippopotami neri nel mio cuore diafano/vi deve essere una grande ombra su tutto/su tutto…è un frammento di un poema giovanile del filosofo Julius Evola che visse attivamente, tra Futurismo e Dada, gli anni intensi ed elettrici delle grandi avanguardie artistiche.
Arte è egoismo e libertà proclamava, sorridendo a Nietzsche ed ammiccando all’élan vital di Bergson. Fu tra i frequentatori dell’atelier di Giacomo Balla in Via Parioli (oggi Via Paisiello), centro propulsore del futurismo romano e vivace ritrovo di artisti e intellettuali: Marinetti, Prampolini, Depero, e ancor prima Boccioni, vi erano di casa.
Un olio di quegli anni – anch’esso, come i giovani versi, inquieto e vagamente sinistro – giocato sulla compenetrazione dinamica dei piani spaziali in adesione ai canoni dell’estetica futurista, lo troviamo in mostra nella storica Galleria Russo che propone un itinerario panoramico – presentato in anteprima ad Artefiera Bologna all’inizio di febbraio – attraverso la pittura italiana dei primi quarant’anni del novecento con l’intento lodevole di orientare l’attenzione del riguardante, oltre che su alcune opere di protagonisti indiscussi di quella fortunata temperie avanguardistica (tra questi, Balla, Boccioni, Depero, Sironi, Severini, Dottori), segnatamente su alcune figure di artisti più defilati e tuttora poco illuminati dalla critica. E questo ci sembra essere il maggior pregio della mostra.
Come, ad esempio, Alfredo Gauro Ambrosi (Roma, 1901 – Verona, 1945) e Wladimiro Tulli (Macerata, 1922-2003), entrambi aeropittori: del primo, conosciuto soprattutto per l’ “Aeroritratto di Benito Mussolini aviatore”, viene proposto un olio su tela d’intonazione sensibilmente retorica che testimonia, trasfigurato in chiave eroica, il clima tragico di quei dannati anni di guerra; del secondo notiamo un “Aeroporto di cartone e nuvole” già incline all’astrazione, una linea di ricerca che verrà approfondita nel dopoguerra grazie anche alla frequentazione di Alberto Burri. Ci sorprendono alcune tempere pre-futuriste e un delicato disegno in stile divisionista di Boccioni.
Non può sussistere pittura senza divisionismo sentenzia il Manifesto tecnico della pittura futurista: la frammentazione atmosferica del colore sarà preludio di altre più sconcertanti, iperboliche decostruzioni. Cogliamo il genio di Balla nel “Canto patriottico in Piazza di Siena”, il quadro che più di altri polarizza la nostra attenzione: qui la rappresentazione dello spazio fisico tridimensionale, aumentato di una ulteriore dimensione psichica e segnato, nel sapiente contrasto degli smalti, da innumerevoli, volitive, simultanee linee-forza, trasmette, con sorprendente slancio immaginativo, l’ineffabile complessità del non visibile.
Informazioni utili
LA RICERCA DELLA MODERNITA’ – OPERE DAL DIVISIONISMO AL FUTURISMO
Dal 22 febbraio al 15 marzo 2018
Galleria d’arte Russo, via Alibert, 20, Roma
Tel. 06 6789949